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Barbara 1


Un uragano, un’ondata di Tsunami, questo e’ stata Barbara. Sono quasi le venti e guido piano lungo la via Emilia, mi rendo conto di non essere perfettamente attento alla strada, mi sento svuotato, spompato, rilassato e frastornato. Ma sto bene, come non mi succede spesso.
Si, questa e’ Barbara, non potevo certo immaginarla cosi’. Certo, le sue e-mail erano molto esplicite, le telefonate sempre brevi ma intense, pero’ non avrei immaginato quale forza della natura c’era sotto la sua voce forte e decisa.
Per fortuna ho ancora soltanto pochi km, non potrei guidare piu’ a lungo. Mi ritornano le sensazioni di poco prima tra le gambe, la sua voce roca e sensuale mi risuona ancora nella testa. “Chiavami, chiavami Gabriele, sono la tua troia ! Riempimi col tuo cazzo, lo voglio sentire in fondo ! Sborra, dai, riempi la tua femmina, riempimi di sborra, allagami tutta….adesso ! Adesso !!!! Gabrieleeeeee” Il viso contratto dal piacere e gli occhi chiusi, una trasformazione impensabile solo pochi minuti prima.

Non che ci fosse bisogno di incitarmi, il corpo di Barbara morbido e caldo sarebbe piu’ che bastato, mi scopro solo adesso a chiedermi la sua eta’, forse verso i 40, forse di piu’ o di meno, ma non me ne importa nulla. Capelli castani, vestito molto casto e formale, direi da donna di classe, elegante ma sobrio, insomma una donna come tante ne incontro negli uffici o tra i manager che frequento.
Capelli curati, labbra carnose e ricoperte da un filo di rossetto, seni floridi ma non esibiti cosi’ come i fianchi e le gambe coperte da una gonna sotto il ginocchio. Quando l’ho vista al casello di Reggio Emilia ho pensato di essermi sbagliato eppure era proprio lei che stava parlandomi al cell.
“Gabriele, scusa il ritardo ma il traffico e’ impossibile, segui la mia macchina. Mi vedi ?”
Certo che la vedevo anche se non me la sarei aspettata cosi’. Vedevo solo il suo viso dietro il vetro e prima che potessi rispondere la macchina e’ partita nella direzione opposta alla citta’, verso nord, verso il Po.
Non mi piacciono le donne eternamente indecise, problematiche, incerte, ma Barbara riesce a prendermi in contropiede. Guida come una forsennata e anche se il traffico e’ scarso a meta’ pomeriggio e a volte fatico a starle dietro.
Squilla il cell di nuovo. “Scusa Gabry ma ho poco tempo e non voglio sprecarlo tutto per strada, te l’ho detto che ne ho sempre poco e voglio usarlo al meglio”
Si, mi ricordo che me lo aveva scritto, manager di una ditta di export, sposata felicemente da oltre un decennio con due figli gemelli, il marito titolare della ditta, posso capire che non abbia tanto tempo da perdere pero’ ugualmente mi e’ sembrata subito una furia della natura che mi lascia perplesso
“Non preoccuparti Barbara, io ti seguo. Spero che tu abbia una meta precisa.” Lo dico con tono scherzoso per alleggerire la conversazione.
“No, non ho una meta precisa ma appena la trovo te ne accorgi, continua a seguirmi”
Guida sempre in modo sostenuto lungo le strade verso il fiume Po, ormai i pioppeti cominciano ad affiancare la strada, e’ una tiepida giornata di primavera e le foglie giovani delle piante sembrano splendere alla luce del sole calante. Mi piace questo panorama, io ci sono nato da queste parti e mi fa sentire a mio agio, tranquillo e disteso.
Non riesco pero’ a rilassarmi perche’ Barbara sembra indiavolata, punta decisamente verso la sponda del fiume e si infila nelle stradine strette come se fossero autostrade, finalmente di colpo svolta a destra e imbocca una carraia sterrata che entra in un boschetto di pioppi, in un attimo siamo circondati dal verde e lei si ferma di colpo. Squilla il cell.
“Affianca la tua macchina alla mia, siamo arrivati”
Lo spazio tra le piante non e’ tanto ma la manovra mi riesce facilmente, ci guardiamo un attimo dai finestrini nella luce soffusa che filtra le foglie. Barbara ha un sorriso aperto e deciso, la vedo trafficare con il sedile e poi esce e si avvicina alla mia macchina entrando nel sedile posteriore, mi viene da sorridere all’idea di essere come un taxista con la cliente. “Signora mi dica dove devo portarla” Scherzo.
“Vieni a farmi compagnia “. La sua voce finalmente al naturale e’ bella e sensuale, non mi faccio pregare a scendere e risalire dietro al suo fianco.
La guardo in silenzio e lei fa lo stesso, non ci sono parole tra di noi per una manciata di secondi.
“Scusa Gabriele ma tra i lavoro e la famiglia ho sempre i minuti contati, non volevo sprecarne nemmeno uno, oggi volevo incontrarti e niente me lo avrebbe impedito” La guardo distesa sul sedile e finalmente riesco ad immaginare il suo corpo morbido sotto il vestito formale e compassato. “Anche per me ogni momento e’ prezioso, non preoccuparti, nessuno vuole sprecarlo. Sono felice di essere qui con te”
Sono sincero ma non so bene come comportarmi con Barbara, di lei non so praticamente nulla. Mi ha mandato un SMS questa mattina “Oggi alle 17 al casello di RE, ho un’auto rossa. Ti voglio”
E cosi’ puntualmente ci sono andato, la mia curiosita’ a volte e’ patologica. 
Al mio fianco il suo sorriso e’ sincero e aperto. “Ti ho preparato una sorpresa, dimmi se la gradisci”
Si solleva la gonna senza fretta, prima le ginocchia inguainate nel nylon, poi un reggicalze nero sulle cosce candide e null’altro in mezzo se non un cespuglio nero e folto.
“Mi sono tolta gli slip prima di scendere, non vado in giro cosi’ alle riunioni di lavoro anche se mi piacerebbe a volte. Tu che fa, non ricambi ?”
La sua decisione mi coglie di sorpresa, non sono uno che indugia ma Barbara mi supera del tutto.
Intanto si slaccia la camicetta e libera un reggiseno nero di pizzo, davvero un intimo molto sensuale. “Anche questo non lo mostro in ufficio, sono una signora seria…io” L’allusione alle mie attivita’ in ufficio mi fa sorridere ma sono troppo impegnato a godermi lo spettacolo che ho davanti.
“Senti Gabry, non voglio che tu ti offenda ma io devo tornare a casa prima delle 20, ho una famiglia da gestire oltre al mio lavoro, devo cambiarmi ed uscire a cena con mio marito”
Senza togliere lo sguardo dallo spettacolo che ho davanti mi slaccio la cintura e abbasso calzoni e slip, mi accorgo che il cazzo e’ gia’ grosso e duro e svetta con la punta scoperta come una lancia.
“Wow, allora le foto del tuo sito sono proprio tue !!!!!! Non lo dubitavo ma la conferma mi rende molto felice !” Si passa la mano tra le cosce e poi impugna la verga, ha il palmo della mano caldo e bagnato dal suo liquido, anche lei deve essere molto eccitata..
“Barbara, mi sembra che anche tu non stia facendo pensieri casti” Sorride ma non distoglie lo sguardo dall’oggetto del desiderio, lo accarezza lentamente, stringe il pugno per saggiarne la consistenza e vedo la lingua spuntare tra le labbra carnose. “Bello, bello, cosi’ me lo immaginavo, e’ proprio il cazzo del quale ho bisogno adesso, lungo e duro. Peccato che sia gia’ pronto, mi piace molto farlo crescere con la mia bocca e sentirlo diventare grosso tra le labbra”
La situazione e’ curiosa per me, in genere non amo essere considerato solo un cazzo da monta, anche, ma non soltanto. Con l’altra mano mi fa allargare le gambe e impugna lo scroto, lo stringe come per valutarne la consistenza. “Che palle grosse e gonfie ! Mio marito le ha piccoline e sempre scariche, e’ vero che allaghi le fighe tu. Che voglia, sei il mio sogno. Posso ?”
Quasi mi fa ridere che mi chieda il permesso di prenderlo in bocca ma il sorriso mi si smorza sul nascere appena sento la punta circondata dalle sue labbra e la lingua che la accarezza.
Lo gusta tutto, con la lingua ne percorre tutta lunghezza, mordicchia leggermente le palle e le ingoia una ad una, devo dire che le mie perplessita’ si sono dissolte come neve al sole e mi abbandono al piacere con la testa all’indietro. Infilo una mano nelle coppe del reggiseno e accarezzo i capezzoli duri e le tette morbide e floride ma Barbara e’ troppo occupata con il suo giocattolo e non mi facilita l’operazione.
Quando solleva la testa ha il respiro un po’ ansimante e gli occhi lucidi. “Gabriele, hai un cazzo stupendo, cosi’ buono ! Sognavo da anni di potermene gustare uno cosi’ ma non ho mai voluto far nascere chiacchiere con gli amici o i dipendenti della ditta di mio marito, ho scelto te perche’ siamo e resteremo due sconosciuti. Lasciami gustare questo cazzo stupendo”
“Non temere Barbara, non sono pettegolo, magari pubblico la storia del nostro incontro ma senza alcun riferimento diretto. Poi effettivamente non so nemmeno dove vivi e come ti chiami ed e’ meglio, permette ad entrambi di essere liberi da ogni condizionamento. Solo un uomo ed una donna che si donano l’un l’altro il piacere, tutto il resto sarebbe solo un disturbo”
Continua...... Barbara 2

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