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Nebbia... nebbia....

Nebbia, nebbia, nebbia……….
Questa mattina da Linate non e’ ancora partito un volo e nessuno e’ riuscito ad atterrare. La faccenda comincia a diventare preoccupante dopo le dieci, il volo per Londra durera’ quasi due ore ed io ho la coincidenza per Los Angeles alle 14, ormai i tempi stanno diventando stretti. Nella sala d’attesa c’e’ un sacco di gente, quasi tutti con destinazione Nord Europa e dalle valigette si capisce che non vanno in vacanza, come me del resto.
Finalmente arriva l’annuncio che il volo partira’ da Orio al Serio, tutti a bordo del pullman.
All’arrivo la situazione non e’ migliore, una coltre bianca e soffice avvolge l’aeroporto bergamasco, scendiamo e comunque ci fanno imbarcare sull’aereo, chissa’. Ormai la coincidenza e’ persa ma ci sono altri voli da Londra per la California quindi mantengo la calma. Seduto a bordo aspetto con fiducia ma dopo piu’ di un’ora siamo ancora fermi, i passeggeri cominciano a innervosirsi ed io anche. Sono in un sedile centrale e dall’altra parte del corridoio e’ seduta una donna asiatica, piccoletta, sembra giovane ma e’ difficile valutarne l’eta’. Non capisce nulla di italiano e  quindi mi chiede ogni volta cosa dice il pilota, lei ha la coincidenza a Londra per Hong Kong ancora prima della mia per la California. Le spiego che ormai non ce la facciamo ad arrivare in tempo e lei sembra molto sconfortata.

Jasmine 3

Non fingo imbarazzo. Non riuscirei. Ok, Jasmine. Andiamo in bagno. Ho solo un problema. L’erezione. Non sarà semplice fare pipì. Devo distrarmi. Ridi. Già. Distrarmi.
In piedi, davanti alla tazza. Mi guardi. Sbottono i jeans. Li abbasso più del necessario. Molto di più di quanto farei se fossi solo. A parte il fatto che se fossi solo mi siederei. Non ora. Voglio tu veda. Anche tu vuoi vedere, immagino.
I boxer seguono i pantaloni. Il mio sesso punta verso l’alto. Duro. Lo guardi. Dici qualcosa. Qualcosa che mi piace. Poi resti in attesa. Distolgo lo sguardo da un corpo minuto, proporzionato, desiderato. Chiudo gli occhi. Non so a cosa penso. Non ricordo. Il sangue defluisce. Il muscolo si rilassa. La tua richiesta viene esaudita. La situazione ti diverte. Mi sciacquo velocemente. Torniamo sul letto. Tocca a me. Vinco io stavolta.
Era ora. Finalmente.
Mi osservi sospettosa. Non temi la mia scelta. Semplicemente aspetti.
Abbiamo tempo. Tutto il tempo che vogliamo. Non c’è fretta. Penso.
Jasmine, voglio che ti masturbi. No, non devi spogliarti. Infila la mano nei jeans. Dentro gli slip. E masturbati.
Non tentenni. Ti limiti a puntare i tuoi occhi, grandi, nei miei. Non c’è aria di sfida. Non c’è rimprovero. Ti sdrai sul fianco sinistro. La mano destra sbottona i tuoi jeans. La mano destra si infila fra le tue gambe. Il movimento è inequivocabile.
I miei boxer riprendono a pulsare. La mano si muove. Rotea. Le palpebre calano leggermente. Ad intervalli regolari un tremito attraversa il tuo corpo. Sospiri. Non sei più sul fianco. Inarchi la schiena. Spingi il bacino. Il movimento non è più circolare adesso. E’ lineare.
Avanti. Indietro.
Dentro, immagino. Fuori, immagino.
Non so per quanto tempo vai avanti.
Non so se raggiungi l’orgasmo. Fermati adesso. Ti fermi. Riabbottoni i jeans.
Un altro giro. Altri giri. Quanti? Non lo so.
Jasmine, hai vinto. Adesso vuoi che sia io a masturbarmi. Vuoi guardare. Non devi certo pregarmi. Mi adagio sul letto. sfilo definitivamente i jeans, perchè sia chiaro che non li indosserò nuovamente. Abbasso i boxer. La mia mano si stringe in un movimento più volte provato. Mi masturbo piano. I testicoli sono tesi. Procedo, lento. Vedi Jasmine? La punta è bagnata. Sono molto eccitato. Non lasciare che vada avanti per troppo tempo. Rischio di venire. Così. Da solo. Sarebbe un peccato, non trovi?
Adesso masturbati tu Jasmine. Sì, di nuovo. Senza pantaloni stavolta. Senza niente. I tuoi jeans sono minuscoli. La tua vita è stretta. Il perizoma, nero, è di una misura inimmaginabile.
Quel perizoma, per ragioni che conosciamo solo io e te, Jasmine, resterà a casa mia. Non avrò occasione di restituirtelo. Un giorno verrà individuato nella tasca di un mio vecchio giaccone, in un angolo dell’armadio, da una zelante fanciulla. Temporanea compagna di vita. Non potrò mai dimenticare la sua espressione di fronte al tuo perizoma. Di fronte alla misura del tuo perizoma. Di fronte alla circonferenza dell’elastico.
Sfili il perizoma. Il tuo pube è completamente depilato. Lo intuisco liscio. Appena rasato. Lo constaterò presto. Le labbra sono piccole, non sporgono. Ti sdrai. Le tue gambe si aprono verso il mio sguardo. Il nettare riluce alla fiamma delle candele. Vorrei assaggiarlo. Adesso.
C’è tempo. C’è tempo.
Cominci a toccarti. I movimenti sono uguali ai precedenti. Circolari, sul clitoride. Lineari, dentro la vagina. Piccola, apparentemente stretta da non poterci entrare. Le tue dita entrano, però. In coppia. Come se un solo dito potesse smarrirsi in quel misto di calore ed umido che, per ora, mi limito ad immaginare.
Ho vinto di nuovo io. Baciami. La bocca. Vediamo cosa sai fare. Bocca fresca, profumata. Lingua giovane e sfrontata. Salive che si mischiano. Senza sfiorarci. Solo le bocche incollate.
Suona il cellulare, il mio. E’ Monia.
Jasmine, hai problemi di orario? No. Bene, tanto più che ti accompagnerò io a casa o dovunque vorrai.
Monia? Per stasera non so ancora dirti se riesco a liberarmi, ci sentiamo più tardi.
E’ il tuo turno. Ti masturbo. Sei davvero stretta. Poco profonda. Mi gira la testa al pensiero di penetrarti. Adesso masturbami tu. Piano Jasmine. Piano.
Vinco di nuovo io. Ti chiedo qualcosa di particolare. Qualcosa che sapevi già avrei potuto chiederti. Qualcosa per la quale il tuo perizoma resterà con me. Sostituito da quello che hai nel tuo zaino. Lo fai. Lo facciamo. Mi piace. Ti diverte.
Adesso vuoi di nuovo la mia bocca. La vuoi tra le tue gambe. L’avrai, ma prima togli anche la maglietta. Non indossi il reggiseno. Il seno è piccolo. Tonico. Giovane. Il mio viso affonda fra le tue gambe. Il tempo si ferma. Per entrambi. Nessuno mi ha mai fatto venire così, solo baciandomi. Jasmine, rilassati. Vorrei proprio essere il primo. Almeno in questo. Lo penso ma non lo dico. Mi sdraio sulla schiena. Ti invito a cavalcare il mio viso. Appoggi le mani alla parete. Afferro i tuoi fianchi. La mia lingua riesce a penetrarti quasi interamente. Ti agiti. Così facendo il clitoride è sollecitato dal mio labbro superiore, dal naso. L’orgasmo arriva. Inaspettato. Spingi verso il mio viso. Sei leggera, non mi fai male. Bevo. Ogni goccia del tuo piacere. Sembri esausta. Il gioco prosegue.
Voglio sentire la tua bocca. Su di me. Prendilo in bocca.
Ti avvicini al mio membro. Scosti i capelli. Lo baci. Lo succhi.
Non t’ho insegnato io
quello che stai facendo adesso da dio…
mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare
La tua abilità, la partecipazione, la capacità di farmi godere mi stupisce.
Non è possibile. Dimostri un’esperienza che non puoi avere. Non puoi avere.
Ti fermo. Appena in tempo ma ti fermo.
Un altro giro di carte. Jasmine, voglio entrare dentro di te. Voglio fare l’amore con te. Voglio scoparti.
Come? Sdraiati. La sproporzione nelle dimensioni è evidente. Dovrei squarciarti. Dovrei farti male davvero. Dovrei tornare in me e fermarmi. Ma il tuo corpo è pronto come e più del mio. Non ti faccio male. Entro facilmente. In apnea. Entrambi siamo in apnea mentre varco la soglia del tuo corpo. Sollevo le tue gambe sulle mie spalle. Non ho bisogno di entrare del tutto per raggiungere le zone più profonde. Ti piace. Mi piace. Vieni ancora.
E verrai ancora quando sarai tu a cavalcarmi.
Non potrai venire, invece, quando ti prenderò da dietro. La vista delle mie mani sui tuoi fianchi stretti. La tua schiena piccola e perfetta. Le tue natiche sode e vergini. Perdo il controllo. Sono costretto a fermarmi prima che tu raggiunga l’apice del piacere.
Devo venire Jasmine. Devo. Non posso attendere oltre.
Vorrei sentire ancora la tua bocca. Voglio riempire la tua bocca. Mi hai già detto che ti piace ingoiare.
Non esistono ancora i blog ma se tu ne avessi uno potresti farti prestare un banner da una blogger che la pensa come te. E ingoia.
Jasmine riprende a succhiare. Mi rilasso. Non mi trattengo. Poche decine di secondi e il piacere sgorga, schizza fra le sue labbra. Grido, emetto versi incontrollati. Incontrollabili. Spingo, perdo il fiato. Jasmine non si ferma. Si muove, accarezza con la lingua. Rallenta ma non molla. Incrocia il mio sguardo, sorride, sempre tenendo il cazzo in bocca.
Poi lo lascia andare. Una goccia di sperma finora rimasta intrappolata nei cunicoli che dai testicoli risalgono al glande, decide di fuggire. La lingua di Jasmine se ne impossessa trasmettendomi un ulteriore brivido di piacere.
La tiro a me. Sul mio corpo. Bacio la sua bocca. Jasmine, sei semplicemente fantastica. Ride. Probabilmente non ti rendi conto. No. Credo proprio di no.
Il gioco prosegue. Ancora sentirò il tuo sapore. Ancora sentirai il mio. Monia può aspettare.

Angela 7

Scendiamo e prendo la macchina in garage, non ho voglia di pranzare in citta’, magari rapidamente, ho voglia di prendermi un momento di relax con Paola. Prendo la tangenziale ed il traffico non e’ intenso cosi’ in poco tempo arrivo ad un ristorantino in campagna che conosco bene, molto tranquillo e adatto per un pranzetto intimo senza il rischio di incontrare amici o clienti scocciatori.
Paola e’ radiosa, non finisce di stupirmi come si senta a suo agio con me ed io con lei, sembriamo una coppia affiatata, non amanti clandestini.
Durante il pranzo approfitto del vino e dell’atmosfera allegra per chiederle di suo fratello, quello che mi ha rivelato Angela mi incuriosisce ma Paola non sembra dar molto peso all’argomento, forse ho dato credito alle fantasie di una ragazzina e non insisto. Al termine del pranzo siamo entrambi rilassati e l’idea di tornare in ufficio non mi entusiasma per nulla, oggi sono felice e anche un po’ sfaticato.

Angela 5

“Scusa Angela, ti ho chiamata come una ragazza che ho conosciuto nei giorni scorsi e devo dire che me la ricordi molto, dovreste avere la stessa eta’ e anche lei e’ molto carina. Se vuoi non mi sbaglio piu’ ma credimi che e’ un complimento che ti ho fatto”
Non alza gli occhi e vedo che si stropiccia le mani, ha capito che io ho capito e non sa prevedere la mia reazione, sta aspettando di vedere dove andro’ a parare.
“Angela non credevo di metterti cosi’ a disagio, ti chiedo scusa. Pero’ posso dirti che Angy e’ una cara ragazza e anche una amante molto sensuale e calda. E’ giovane ma sa benissimo come far impazzire di desiderio e di piacere un uomo, il sesso le piace molto. Mi piacerebbe chiamarti con il suo nome, Angy, mi fa tornare alla mente ricordi molto belli. Ti dispiace se lo faccio ?”
Lei rimane in silenzio con gli occhi bassi respirando con la bocca aperta poi sbotta tutto d’un fiato.
“Se le fa piacere Dottore, mi chiami pure Angy, anche mio zio lo faceva e mi piaceva molto”

Angela 1

Nell’invitarmi a cena da lei questa sera Paola mi aveva parlato di una sorpresa, lo sa benissimo che la mia curiosita’ e’ patologica e che non avrei resistito ad accettare.
Arrivo un po’ tardi, sono ormai a tavola, nell’aprirmi la porta mi bacia, ma un po’ di nascosto, non e’ per caso che il marito e’ diventato geloso ? Mi viene da ridere, l’ipotesi non e’ da prendere sul serio .
Sono tutti a tavola ed in effetti una novità si nota subito, una ragazzina dal viso sorridente, direi che non ha sedici anni, che mi guarda con curiosità. Paola da buona padrona di casa si affretta a fare le presentazioni. “Angela, questo signore e’ Il dott. Gabriele, il mio capo, te ne avevo parlato vero ? Dottore le presento Angela, la figlia di mia sorella che vive a Roma. E’ a Bologna per uno stage sulle tecnologie alimentari e sarà ospite da me per un mesetto. Non la trova carina e simpatica ?”
Non fatico ad annuire, ha un’aria cosi’ fresca e giovane da mettere allegria, quando si alza per darmi la mano non posso fare a meno di notare la gonna corta ed l’ombelico scoperto vicino al quale spicca un piccolo tatuaggio, non capisco cosa rappresenti ma attrae l’attenzione e penso che sia questo il risultato voluto

l'Inglese a Tenerife

Arrivo tardi per la colazione e Stefano e’ gia’ al tavolo.
— Dormito bene ? Ti avevo detto che a Tenerife si sta proprio bene !
— Certo e ti ringrazio. Ma ho tanta fatica e stress arretrati che passerei la vacanza a letto. Sonia e’ ancora a letto ?
— No, e’ uscita presto per la sua passeggiata mattutina, il suo medico dice che fa molto bene all’organismo ed alla linea, sai come sono le donne. Dovrebbe essere di ritorno presto.
Iniziamo la colazione e nel tavolo al nostro fianco ci sono tre donne sulla trentina, inglesi, che davvero non sono male. Ridono, scherzano e ci guardano spesso, secondo me sono interessate alla nostra compagnia.
Stefano ha gia’ capito tutto e le ricambia con sorrisi e attenzioni. Se solo mi rimanesse una goccia di sborra nei coglioni la offrirei volentieri alle nostre vicine. Comunque tengo mano al corteggiamento del mio amico.
Basta qualche battuta e amicizia e’ fatta. Sono un po’ secche per i mei gusti ma una ha un culo degno di nota, il ricordo di Sonia mi ha lasciato un po’ di appetito in quel senso, l’oggetto mi attira, non posso negarlo.
Le inglesi sono gia’ da una settimana nell’Hotel e non hanno l’aria di essersi poi divertite tanto, si capisce che per loro non c’e’ stata abbondanza di uomini a Tenerife, quasi tutti ragazzini o sposati con pancetta e consorte.
Continuiamo a scherzare ma io e Stefano ci accorgiamo che le nostre amiche non hanno poi tanta voglia di giocare. Quella che preferisco fa di tutto per mettere in mostra le chiappe, davvero notevoli. Si capisce che gradirebbero approfondire la conoscenza alla svelta, l’appetito le rende molto intraprendenti.
Sul piu’ bello pero’ arriva Sonia e capisce al volo la situazione. Fa buon viso a cattivo gioco ma si capisce subito che la presenza delle rivali non le va giu’, ormai la conosco bene anch’io. Ci racconta della lunga passeggiata e insiste per andare subito al mare tutti insieme.
Salutiamo le vicine che ricambiano un po’ deluse e andiamo a cambiarci per la spiaggia. Poi usciamo dal residence e raggiungiamo una spiaggetta tra gli scogli. .
Sonia e’ sempre molto quieta, a volte sembra quasi non esistere, ma la sua presenza mi turba non poco. Si toglie il reggiseno e stende al sole le sue tette stupende, poi si gira e scalda le chiappe al sole, uno spettacolo da far impallidire le altre donne intorno.
Il ricordo poi di quello che e’ successo un’oretta fa mi fa rizzare di nuovo la verga, se continua cosi’ devo acquistarmi un costume piu’ ampio. Mi stendo sulla sabbia per nascondere l’erezione ma non credo che sia sfuggita a Sonia poco distante da me.
Stefano si mostra molto allegro e fa continui commenti sugli spettacoli che abbiamo intorno, io fingo di stare al gioco anche perche’ Sonia, fingendo di dormire, mi tiene sotto stretto controllo. Devo dire che la situazione, invece che disturbarmi, mi eccita in modo incredibile.
Anche le nostre amiche arrivano e si piazzano poco lontane, la spiaggia e’ molto stretta, tette al vento e una addirittura si mette nuda del tutto. Devo dire che lo spettacolo non e’ male, se non avessi Sonia vicino a me non resisterei alla tentazione di abbordarle.
L’inglese nuda mi sorride e si distende in modo da mettermi il suo pube nudo proprio davanti agli occhi. Da dove mi trovo ho sotto il naso uno spettacolo fantastico a meno di un paio di metri. Una bella passera rossa con il pelo ben curato e sottile, si vedono perfettamente le labbra turgide leggermente aperte e il buchino del culo appena sotto. Quando si muove vedo chiaramente l’interno rosa della figa umida.
Ormai ho il cazzo duro schiacciato contro la sabbia calda e non oso muovermi, sento che l’eccitazione mi sta crescendo dentro ad ondate. Cerco di distrarmi ma proprio non ci riesco.
So che Sonia mi sta tenendo sotto controllo in modo discreto ma attento allora decido di togliermi dall’imbarazzo e tornare in albergo, ho appetito e sento anche il bisogno di riposarmi un po’.
— Per me sta facendo gia’ troppo caldo, credo che andro’ a fare uno spuntino e a riposarmi un po’ sotto le palme. Magari ritorno fra un’oretta.
— Ok, noi restiamo per farci un bagno, ci trovi ancora qui per un paio d’ore. Vero Sonia ?
Lei sembra svegliarsi dal sonno e conferma. So benissimo che vuole tenere d’occhio le rivali, il fatto che io me ne vada non la tranquillizza del tutto.
Nascondo la mia erezione con l’asciugamano legato ai fianchi e mi avvio dopo aver pero’ dato una ultima intensa occhiata alla inglese nuda che mi sorride un po’ disorientata. Ha capito che lo show ha fatto effetto e la ragione dell’asciugamano sui miei fianchi, mi lancia un sorriso complice che io ricambio.
Risalgo gli scogli ma l’idea di tornare in albergo da solo non mi sembra piu’ cosi’ brillante, sono in piena erezione e Sonia restera’ con Stefano almeno sino al tardo pomeriggio. Nonostante faccia sesso come non mai da quando ho messo piede su quest’isola mi sento addosso sempre piu’ voglia. Stefano deve aver ragione, Tenerife e’ un’isola magica.
Dall’alto riesco a vedere una parte della spiaggetta e mi sposto in modo da osservare ancora le inglesi distese ma al riparo dalla vista dei miei amici. La rossa adesso si e’ seduta piu’ composta, aveva fatto lo spettacolo proprio per me allora. Mi interessa sempre di piu’ la biricchina.
Anche lei si accorge di me e mi guarda dal basso, io accenno un saluto con la mano e non mi muovo. Deve essere molto furba perche’ non risponde al saluto, si alza con fare indifferente, si infila gli slip e si dirige verso l’acqua.
Dopo un bel tuffo inizia a nuotare verso il largo sempre sotto il mio sguardo, poi devia verso destra quando e’ sicura di non essere visibile dalla spiaggia. Io dall’alto non perdo nulla e la vedo dirigersi verso un gruppo di scogli a qualche centinaio di metri dalla spiaggetta. Altre zone di sabbia non ce ne sono o sono tutte affollate di bagnanti. Mi piace sempre di piu’ la fanciulla.
Arriva agli scogli e sale uno basso e liscio a pelo dell’acqua, si toglie di nuovo lo slip e si distende supina. Io mi sono gia’ avvicinato a lei e mentre scendo con cautela mi godo lo spettacolo del suo culo che si sta asciugando al sole. Lei non si muove, non alza nemmeno la testa, sembra dormire.
Quando arrivo sullo scoglio vedo che siamo ben nascosti alla vista, solo dal mare o dalla cima della scogliera qualcuno potrebbe vederci. Nessuno pero’ sembra in vista. Lei rimane sempre ferma ma si e’ sicuramente accorta della mia presenza.
Appena comincio ad accarezzarle le chiappebianche allarga le gambe e mi mostra il ciuffo rosso e le labbra succose della figa che avevo gia’ gustato. Continuo il massaggio, poi le infilo un dito nella passera, e’ bagnata fradicia. Lei cerca di fare l’indifferente ma sento che sta ansimando, muove il culo e spalanca sempre di piu’ le gambe per facilitare il mio ingresso.
Mi tolgo il costume in un attimo e mi ritrovo con una verga durissima tra le gambe, per me adesso esiste solo quella figa rossa e quel culo da sfondare. Lei continua a rimanere distesa e non mi ha degnato di un’occhiata, questo atteggiamento mi eccita ancora di piu.
Mi abbasso e quasi sommerso dall’acqua comincio a leccarle la figa ed il buchino, adesso fa fatica a stare ferma, si agita, mugola parole in inglese, sta andando in calore come una troia. Forse dalle sue parti non sanno leccare le passere come da noi, comunque ormai sta perdendo la sua indifferenza, salta come una puledra.
A questo punto anche per me diventa difficile resistere, mi rialzo e le punto la cappella tra le labbra pelose. Anche vista la posizione le farei volentieri il culo ma il sale che ci ricopre non lubrifica l’entrata, anzi rischia di bruciare non poco. Ma e’ lei che mi toglie dal dubbio, alza le braccia e con un colpo secco mi fa entrare nella figa sino in fondo. Resto un attimo fermo per gustarmi il calore della vagina poi comincio a pomparla come un pazzo. La roccia deve essere dura ma lei sembra non preoccuparsi, risponde colpo su colpo e sento i suoi orgasmi avvolgermi la verga in successione. Aveva proprio urgenza di una bella pistonata, eccola servita.
Spero che non ci sia nessuno ad osservarci perche’ vado avanti forte e duro per almeno venti minuti, lei continua a spingere, a incitarmi e a godere come una vacca. Sara’ che sono meta’ immerso nell’acqua fredda ma sento ancora la sborrata lontana e continuo con dei colpi da aprire in due questa figa inglese.
Deve essere venuta una decina di volte quando sembra recuperare un po’ di ragione. Sempre sotto i colpi si volta verso di me mi implora di non venire, e’ stravolta dal godimento ma ha un’aria davvero spaventata. Si divincola, cerca di farmi uscire ma io continuo imperterrito. E’ una situazione incredibile, ho una figa infilata sul cazzo che gode e mi implora di uscire. No, cara mia, anch’io devo venire, non se ne parla nemmeno.
Poi capisco, mi sta implorando di non venirle dentro, magari non ha protezione e rischia di rimanere incinta. Confesso che l’idea mi fa eccitare ancora di piu’ per un momento ma cerco di essere ragionevole. Mi fermo un attimo sempre piantato contro il suo utero e lei sembra calmarsi. Estraggo piano il cazzo fradicio dei suoi umori e lo punto sul suo buco del culo. Tenta un po di divincolarsi ma io non cedo, se non posso venirti nella figa mi devi dare il culo. Elementare !
Spingo sempre piu’ forte e la punta comincia ad entrare, un colpo secco e sono nel suo retto. La lubrificazione ha fatto effetto, riprendo a pompare come un matto. Deve farle male subito perche’ si lamenta ma sempre piu’ debolmente, le infilo due dita nella passera fradicia e lei riprende a godere come prima.
Un culetto stretto e’ micidiale per me, dopo qualche minuto mi sento ribollire i coglioni, sono pronto a scaricarmi. Lei se ne accorge perche’ mi muovo sempre piu’ convulsamente e mi segue rispondendo ai colpi. Mi fermo di botto e le scarico nell’intestino una quantita’ incredibile di sborra bollente. Sento con le dita che la sua figa si contrae continuamente, sta venendo anche lei sentendo i fiotti di sperma che le sparo nel culo.
Resto un po’ fermo piantato dentro e alzo lo sguardo per vedere se siamo osservati, per fortuna nessuno sembra averci notati, forse. Ormai me ne importa poco.
Esco e mi lascio cadere nell’acqua fresca. Lei non si nuove, ansima distesa e ha il culo dilatato dal quale esce la sborra bianca. Vedo anche la figa con le labbra ancora spalancate che cola umori sul sasso. Deve aver goduto come non mai in vita sua, e’ piu’ mezz’ora che si fa sfondare da un cazzo duro, davanti e dietro.
Lentamente si lascia scivolare in acqua anche lei, mi lancia solo uno sguardo sorridente, prende gli slip e inizia a nuotare verso il largo. Io resto ancora un po’ a prendere fiato, mi rivesto e finalmente il mio attrezzo mi entra nel costume. Risalgo e vedo che l’inglese sta ritornando alla spiaggia dalle amiche.
Io ritorno in albergo, mi faccio una doccia ed uno spuntino poi ritorno alla spiaggia. Stefano e Sonia ci sono ancora e anche le tre inglesi. Saluto tutti e decido di farmi una nuotata prima di rientrare tutti insieme in albergo. La rossa e’ ancora distesa al sole come se niente fosse ma adesso ha gli slip, io so il perche’.
Ma non e’ finita cosi’ !!!!!

Camper

La tua lingua lambisce delicata i miei seni, lenta sui capezzoli scuri, le tue mani scivolano sul mio corpo, esplori con passione ogni curva, gli occhi lucidi, il membro gonfio che preme sul mio ventre…ti guardo socchiudendo le palpebre, con la luce del sole che filtra dalla finesta sul tetto del tuo camper, già come sono arrivata qua?
L’ultimo incontro da quasi amici si era concluso con un bacio cinematografico, prima che, impietoso, il tuo telefono di servizio ci riportasse a terra..ma ora nessuno può disturbarci, scivoli con la bocca fra le mie cosce, mordicchi, baci, lecchi, ti immergi nella peluria che avvolge ma non cela..dolce è sentirti stringere il clito fra le labbra, succhiarlo come un bambino cresciuto in fretta…affondi la lingua, poi ti ritrai, il volto arrossato, sussurri qualcosa, ma io voglio ancora la tua bocca che mi strappa brividi, ti accarezzo la testa, mi bagno ancora..tu ti fermi, vuoi far durare a lungo la tortura ed il piacere, ti sdrai vicino, ora posso essere io ad assaggiarti.
Eppure era stato curioso il modo di conoscerti!Mi hai vista passeggiare con un amico comune e non gli hai dato tregua:volevi il mio numero, volevi parlarmi…all’inizio ho pensato ad uno scherzo ”ma dai vista da lontano, figurati!!” Invece era vero, lo hai distrutto di telefonate finchè, complice la mia innata curiosità, ho ceduto.Hai un’asta magnifica, liscia, calda, ed io me la sto gustando come piace a me…la mia lingua la avvoge, la blandisce, la mia bocca la ingoia e la stringe, poi, immobile mentre con la mano accarezzo lo scroto, mi sollevo, voglio vederti mentre la tua voce sfuma in sospiro, quasi mi implori con gli occhi..allora, una carezza, un piccolo guizzo della lingua attorno al glande, di colpo ti ingoio e succhio a fondo…mi fermi..in un attimo mi ritrovo sotto al tuo corpo, non sai più aspettare, premi forte e mi penetri, la sensazione è di un calore immenso, vibro in ogni atomo, spingi e ruoti ed io ti seguo, aprendomi ad ogni affondo , oscillando, sospirando..
Due secondi dopo averlo avuto mi chiami, diretto, allegro, facile parlare con te, appuntamento in centro due giorni dopo.Arrivi puntuale, alto, sorridente, niente battute scontate, passeggiamo fino al primo bar decente, un caffe, molte chiacchere, mi piace tu mi voglia conoscere come persona, scoperta di interessi comuni, la musica, le letture…sposato con prole, perfetto, stesse idee sull’erotismo…extra…interessante….
Sempre più in fondo, sempre più rapido, sento che il piacere sta arrivando ad onde lente, ti stringo forte, ma tu rallenti, le mie gambe sulle tue spalle… esci sospirando, lentamente… ”non aver fretta, voglio averti a lungo e voglio averti..tutta” Bagni un dito nel mio succo, poi lo passi sul buchetto segreto, un fremito ma tu sorridi, sono persa in un piacere senza limiti, sembri assoluto padrone di tutto, mi penetri da dietro con semplicità e naturalezza.
Sono tua adesso, altro non potrei, mi scopi dolcemente, mi sussurri ”masturbati per me”. Quasi in sogno lo faccio, le mie dita penetrano il solco noto, risalgono e..ti sentono, sto accarezzando il tuo membro teso dentro di me???Ti guardo, sorridi, continua dicono i tuoi occhi, ti sento ancora …è brellissimo…l’orgasmo mi travolge un attimo prima che tu ti scarichi dentro di me…..
Sonia

Bisogno di confessione

A qualcuno devo raccontare la mia storia; è quasi un anno che la mia vita è cambiata e con qualcuno mi dovevo confessare.
Mi chiamo Cinzia ho 38 anni mistero piccolina un pò sovrappeso, credo carina di viso e timida.
Sono sposata da 10 anni ho un figlio di 9 anni e un marito, Giacomo, affettuoso e dolcissimo, forse troppo.
Dai tempi del nostro fidanzamento Giacomo è sempre stato dolce e generoso, perfetto, però io nelle mie fantasie più segrete di donna avrei in fondo preferito che lui a volte fosse più deciso, più maschio, che mi imponesse il suo essere uomo e mi desse il senso di protezione per me indispensabile, invece Giacomo è forse un pò insicuro, ci mette molto a prendere le sue decisioni e rimanda sempre tutto, cosa che con gli anni mi da sempre più fastidio.
Abbiamo comprato casa ci siamo accollati un pesante mutuo e finalmente un anno e mezzo fa ho trovato un posto di lavoro anche io, presso una ditta di ristrutturazioni di stabili come segretaria di uno dei soci.
Gli uffici mistero elegantissimi e in centro; mi vesto sempre in gonna e il capo è un tipo a volte simpatico e socievole a volte scontroso e antipatico a seconda dell’evoluzione del lavoro, ha 47 anni ed è sempre elegantissimo e interessante.
Ci mistero volte che non si regge critica tutto e tutti e non gli va bene niente.
Circa un anno fà mi fece ribattere e stampare al computer 4 volte lo stesso capitolato di lavori, alla quarta volta ebbi un moto di stizza e accennai ad un rifiuto, lui si infuriò, io alzai la voce, lui si avvicinò minaccioso, io cercai di dargli uno schiaffo, lui si parò il colpo e mi prese forte il braccio, io mi bloccai, lui mi strinse forte come nessuno aveva mai fatto, diverso da Giacomo, mi baciò. Rimasi inpietrita non me lo aspettavo non sapevo che fare, lui lo prese come un assenso e mi mise la lingua in bocca, le gambe mi tremavano, pensai che avrei perso il posto che i soldi mi servivano, furono pensieri velocissimi mentre lui aveva preso a a toccarmi forte il seno, sospirai, non me l’aspettavo, lo prese per eccitamento. In meno di due minuti lui mi aveva preso per i capelli e mi aveva costretto ad un rapporto orale furioso, mi accorsi che ero bagnata. Ero inginocchiata davanti a lui seduto sulla sua poltrona con il suo attrezzo grosso e durissimo, il più grosso che avessi mai visto, nella mia bocca, sapevo che di li a poco sarebbe venuto ed ero in preda al panico, con Giacomo non l’avevo mai fatto fino in fondo, e ora pensai che se avessi sputato mi sarei sporcata il vestito, e poi come avrei fatto? Mentre pensavo questo il mio capo incominciò a venire ed io ad ingoiare, una due forse quattro volte, pensai che avrei vomitato invece non aveva un vero sapore era solo un pò acido. Mi vergognai ma la situazione era incredibile ed io mi ero bagnata.
Lui si ricompose e fece finta di niente.
Vidi però che il bastardo aveva filmato con il telefonino il mio lavoretto obbligatorio.
Mise il capitolato in terra e mi disse- Ribattilo. Obbedii.
La sera Giacomo voleva fare l’amore ma io ero troppo sconvolta e mi sembrava che lui se ne potesse accorgere e mi negai. Dissi che ero stanca, in verità ero in uno stato incredibile di eccitazione e vergogna di me stessa.
Per tre giorni filo’ tutto liscio come se nulla fosse avvenuto, poi dopo un sopralluogo ad un cantiere, mentre tornavamo, si fermò in un piccolo alberghetto in periferia, capii subito. Cercai di dire qualcosa di negarmi ma accese il suo maledetto telefonino e mi fece intravedere ciò che aveva registrato, non fu necessario dire altro, obbedii.
In camera mi fece appoggiare le mani al muro mentre lui da dietro prese a ispezionarmi intimamente, poi mi slaccio il vestito mi tolse la biancheria sempre da dietro e mi diede le istruzioni- Da ora in avanti sei la mia femmina da divertimento, non ho tempo di cercarmi le donne quindi ci penserai tu a svuotarmi regolarmente, prendi le tue preucazioni perchè io non scopo con il preservativo, io scopo naturale.
Mi prese con forza le braccia e le legò con un cordino dietro la schiena poi mi spinse sul letto dove mi scopò naturale con le gambe alte, avevo il terrore che mi venisse dentro ma dopo un pò lo tirò fuori e mi venne in faccia. Intanto mi tormantava i seni e mi aveva lasciato dei segni delle sue labbra sul seno, come avrei fatto a nasconderli a Giacomo?
Mentre mi scopava in verità ebbi un’orgasmo di una intensità sconvolgente, non lo volevo ma accadde e lui se ne accorse anche se cercai di trattenermi.
Da quella volta capii di essere precipitata in un buco nero.
Mi slegò le mani e ci rivestimmo memtre lui parlava di lavoro.
Da allora fu un continuo crescendo di sesso estremo, lui padrone io schiava, femmina da usare, autentico sborratoio come mi chiama lui.
Incominciarono i viaggi di lavoro di due o tre giorni nei quali mi tiene legata tutta la notte, mi mette il collare il guinzaglio e mi tiene piena sempre.
I segni delle nostre sessioni obbligatorie mistero aumentati e Giacomo ha capito ma non ha avuto mai il coraggio di chiedermi un chiarimento, forse per paura di perdermi, ma io lo amo come sempre e non lo lascerei mai.
Sono più di sei mesi che non mi faccio più scopare da Giacomo, quello per me sarebbe impossibile io non godo più senza essere dominata, così soddisfo tuo marito con le mani un paio di volte alla settimana. Giacomo non è mai stato un grande scopatore, dice che si stanca e dopo una ventina di minuti perde l’erezione quindi bisogna concludere prima.
Dopo la nascita di nostro figlio i nostri rapporti si mistero in effetti diradati e hanno perso l’intensità di un tempo, invece non posso negare che essere cercata e desiderata dal capo mi ha dato una enorme iniezione di autostima.
Giacomo sa che prendo la pillola e sa evidentemente che non la prendo per lui.
Ho scoperto che mi piace da morire che il maschio venga dentro di me mi fà sentire veramente donna, mi fà sicura che l’uomo abbia provato per me il massimo del piacere, il tuo padrone a volte viene molto abbondante così quando torno a casa mi devo mettere uno di quei proteggi slip perchè il suo seme continua a uscire per un bel pò.
Un giorno mi ha ordinato di masturbare tuo marito facendolo venire in un preservativo, poi di portare il preservativo usato e legato chiuso al nostro incontro in albergo.
La sera mi finsi molto stanca e così pregai mio marito di mettersi un condom così non mi sarei dovuta alzare a lavarmi le mani dopo, in meno di 5 minuti venne e io legai il preservativo e lo misi sotto al letto.
Il capo:
-Credevo ne facesse un pò di più di seme, andrà comunque bene.
Me lo fece slegare e lo versò su un tavolino di cristallo, io lo dovetti ripulire con la lingua. Poi mi legò strette le braccia dietro la schiena mi sbattè sul letto e mi sodomizzò
prima dolcemente fino a quando non fu un pò dentro poi fù più violento e selvaggio facendomi venire da infarto, alla fine mi rienpì con il suo seme.
Dopo mi costrinse a rimettere i pantaloni senza slip e senza farmi lavare, si sporcarono subito sotto e io rimasi tutto il giorno con una paura che mi si vedessero i pantaloni bagnati, fu veramente umiliante.
Questo gioco lo fa spesso e in estate con i pantaloni leggeri mi sento zuppa per un bel po’, tra l’altro quando mi viene dentro alla fica, con le sue solite venute abbondanti, vado via con i pantaloni tutti zuppi sotto e davanti, più di una volta credo che qualcuno se ne sia accorto, sarei voluta scomparire, ma poi se ci ripenso mi bagno dall’eccitazione.
Ci mistero settimane che non si fà nulla altre che mi scopa anche 4 volte, spero che non finisca mai, non amo il mio capo ma non posso fare a meno di quel modo di fare sesso, mi fà sentire viva, donna, desiderata, felice.
Se dovessi scegliere lascerei il mio lavoro, la mia vita vera è con Giacomo e mio figlio, sono loro il futuro, ma la mia sessualità ha bisogno anche di altro.
Cinzia

Il contratto

Appena di ritorno da una settimana a Londra per lavoro mi sto finalmente gustando la tranquillita’ del mio studio sbrigando la posta arretrata quando mi chiama la segretaria
–Mi dica Francesca.
–Dottore, c’e’ qui una signora, si chiama Barbara @@@@@@ e vorrebbe parlarle.
Non so chi sia questa Barbara e sinceramente poi vorrei finire quello che sto facendo.
–Le dica di aspettare una decina di minuti e poi la ricevo.
Il nome Barbara non mi dice nulla, sara’ la solita venditrice porta a porta ed io non ho tempo da perdere.
Richiamo la segretaria e le dico di chiederle, per favore, il motivo della sua visita, la sento un po’ sorpresa ma mi risponde dopo poco “personale”
Sembra una strana visita, sinceramente la cosa mi incuriosisce per cui dico di farla entrare subito.
Barbara attraversa la porta sorridendo e si scusa per il disturbo, mi dice che non mi fara’ perdere troppo tempo. E’ una signora in mezzo alla trentina, capelli castani, occhi intelligenti, sorriso smagliante, il vestito non e’ appariscente ma sottolinea un fisico sicuramente intrigante. Senza accorgermene non posso fare a meno di rispondere al suo sorriso e la faccio accomodare sul divanetto.
— Dottore, non so se si ricorda di me, ci siamo incontrati, anche se per pochi momenti qualche settimana fa al ristorante #######, ero con mio marito che e’ impiegato nella ditta ###### sua cliente.
Faccio mente locale ma sinceramente fatico a ricordarmi quel frangente ma per educazione faccio finta di si.
Lei continua.
–Si, ci siamo presentati ed abbiamo scambiato poche parole ma da come mi osservava ho pensato che lei mi ritenesse gradevole. Impressione ricambiata, mi creda.
–Indubbiamente il termine “gradevole” e’ un po’ riduttivo ma lo posso confermare senza dubbio anche ora.
La gonna e’ leggermente risalita e la scollatura abbassata, non c’e’ dubbio, Barbara e’ una splendida donna, che sa benissimo come stimolare l’interesse in un uomo.
Io comincio ad interessarmi alla misteriosa visitatrice.
— Ma mi dica, come sta suo marito ?
–Vede Dottore, vorrei parlarle anche di lui se non le faccio perdere troppo tempo.
Dal mio sorriso capisce che la cosa mi incuriosisce, non credo che mi consideri un consulente famigliare e le dico subito che il nostro personale e’ gia’ al completo, anzi, anche troppo. Tanto per evitare spiacevoli rifiuti.
–No, non sono qui per parlare di mio marito o del suo lavoro ma di me, se non le dispiace.
Non mi dispiace di certo anche perche’ progressivamente e senza darlo a vedere mi mostra sempre piu’ il suo corpo che effettivamente si rivela sempre piu’ degno di attenzione. Non e’ altissima, direi 170, snella ma non magra, direi morbida, labbra sensuali, trucco leggero ma sapiente, mi sembra di vedere il bordo delle autreggenti spuntare dalla gonna che ormai e’ a meta’ coscia.
La incoraggio a continuare.
–Vede, noi siamo sposati da 13 anni, abbiamo una figlia di 10, e’ stato amore vero e sinceramente ho stima di mio marito. Purtroppo sul lavoro non ha avuto un grande successo, e’ stimato ma certamente non lo ricoprono di soldi. E’ una brava persona ma non sa farsi valere nella ditta. Sa come succede in questi casi, tutti lo scavalcano.
Io continuo ad ascoltarla con interesse, adesso vero e le faccio cenno di continuare.
–Purtroppo ora con la crisi economica le cose non vanno meglio, io lavoravo part time ma da alcuni mesi ho perso il posto. Non siamo in miseria certamente ma quello che ci manca ora e’ quel poco che ci concedevamo in piu’. Mio marito non mi fa mancare il necessario ma quello che vorrei nella vita e’ anche un po’ di superfluo. E lui non me lo puo’ dare anche se lo vorrebbe.
–Certo Barbara, capisco perfettamente e oggi non siete i soli in questa situazione, sento molte storie come la vostra. Ma, come le dicevo, anche noi stiamo riducendo il personale in attesa della ripresa, se mai ci sara’.
–No, no, Dottore, non mi fraintenda, non sto cercando un impiego, almeno non nel modo che lei immagina e men che meno per mio marito.
Abbassa gli occhi e resta un attimo in silenzio, ho la netta sensazione che la scollatura si sia allargata e non posso fare a meno di scrutarne discretamente l’interno,
Barbara ha un seno non grande ma sicuramente sodo, i capezzoli si intravvedono duri sotto la stoffa della camicetta. Niente di volgare ma sicuramente seducente, Barbara ci sa fare davvero ed e’ una donna che sa essere sensuale senza volgarita’.
–Capisco che per una donna giovane e bella come lei certi piccoli lussi facciano parte delle gioie della vita, rinunciarvi e’ doloroso.
–La ringrazio per il complimento ma in effetti se sono qui ora e’ perche’ nel nostro breve incontro ho notato un certo interesse da parte sua verso di me. Mi ha fatto molto piacere ed e’ di questo che vorrei parlarle.
Adesso sono io che resto sorpreso, lei se ne accorge e continua.
–Anche lei mi ha fatto un’ottima impressione, mi sono sempre piaciuti gli uomini maturi e di successo, raffinati ma amanti dei piaceri della vita. Io non me ne sono concessi molti e adesso nemmeno quei pochi
–Si Barbara, l’avevo notata e mi era piaciuta molto ma sa, davanti al marito non ci si puo’ lasciare andare in troppi complimenti. Potrebbero essere fraintesi.
Sto mentendo perche’ proprio Barbara non me la ricordo ma sono sicuro che le avro’ fatto un sorriso di ammirazione quel giorno, indubbiamente. E’ davvero una donna sensuale ed intrigante con un piglio deciso e intelligente che mi intriga.
— Una donna se ne accorge subito ed io me ne ero accorta. Per questo sono venuta da lei oggi, Dottore. E poi mio marito capisce le mie esigenze o se non lo fa, lo convinco io.
Devo avere un’aria un po’ sorpresa anche se ormai immaginavo dove andasse a parare. Si alza davanti a me e solleva la gonna completamente, ho il suo ventre praticamente davanti al mio viso e lo spettacolo e’ sconvolgente. Indossa un tanga nero che le copre la figa come un francobollo, ciuffi di pelo castano escono sopra e dai lati ma molto curati.
Si gira ed il culo e’ da favola, il filo praticamente non esiste, affondato tra le chiappe che sono tonde e sode. Infatti d’istinto allungo una mano, deliziose.
–Ecco dottore quello ci cui volevo parlarle, del superfluo.
Lei si gira di nuovo ed abbassa il tanga
— E questo e’ ancora nulla, Dottore.
La situazione e’ tremendamente eccitante e lo sento dalla tensione nei calzoni ma sono in ufficio con la porta praticamente aperta e la segretaria nell’atrio. Il rischio mi intriga ancora di piu’. Allungo la mano e accarezzo la fessura, e’ uminda, poi con la lingua la accarezzo.
–Si, avevo capito Dottore che le piacevo e lei piace a me.
–Concordo perfettamente Barbara, lei e’ davvero una femmina eccitante anche se trovo difficile dimostrarglielo qui in studio ora.
–Non c’e’ bisogno, se vuole avremo tutto il tempo che serve e ce ne vorra’ tanto.
Intanto ha abbassato la gonna e si sta aprendo la camicetta, avevo visto giusto, un seno duro, sodo e senza reggiseno , con i capezzoli piccoli come spilli ed una aureola scura da impazzire. Mi alzo e li assaggio.
–Piano Dottore, lei ha visto tutto, io ancora nulla, non e’ giusto e poi dobbiamo finire il nostro discorso.
–Mi dica Barbara, il mio interesse a concludere un accordo e’ ben evidente.
La vedo che sta sorridendo mentre si abbottona la camicetta, ha due occhi furbi e brillanti da impazzire.
–Ecco, le dicevo che mio marito mi procura il necessario, vorrei che lei si occupasse del superfluo, non sono esosa, ogni volta decidera’ lei quanto merito.
Fantastica Barbara, diretta, decisa, mi piace sempre di piu’
–E suo marito ?
–A mio marito sta bene e se non gli sta bene se lo fara’ piacere. Le sue preoccupazioni gli impediscono di occuparsi di sua moglie e cosi’ non ci rimettera’ nulla. Comunque non e’ mai stato portato per certe cose e non soffrira’ certo della loro mancanza.
–Pero’ Barbara, io pretendo l’esclusiva, non sopporterei che anche altri siglassero lo stesso accordo. Certamente io sono spesso via per lavoro ma la voglio pronta e disponibile al mio ritorno e quando lo riterro’ indispensabile..
Ha un sorriso soddisfatto, radioso, devo aver dato la risposta esatta.
–Senta Dottore, io le piaccio e lei anche, non ho nessuna intenzione di fare la Escort o la puttana, diciamo che ho pensato di unire l’utile al dilettevole. E poi non sono esosa, non pretendo diamanti o gioielli, mi piace l’intimo elegante, qualche vestitino, perche’ no un paio di sandaletti…… insomma non se ne pentira’. E poi il nostro contratto puo’ essere annullato in qualunque momento da entrambe le parti.
Accidenti, Barbara riesce a farmi sorridere, sembra che stiamo parlando di affari ma io ho l’arnese duro tra le gambe e lei sta di fronte a me in modo terribilmente eccitante.
–Non avrei altre clausole da aggiungere e sottoscrivo l’accordo. Dobbiamo solo siglarlo e renderlo operativo. Sento una certa urgenza gia’ ora.
–Avevo pensato anche a questo, mi perdoni. Se vuole domani mattina dopo le 10 mio marito sara’ al lavoro e mia figlia a scuola. Potremmo siglare l’accordo se le e’ possibile.
Dal mio sorriso ha gia’ capito che io potro’, ma le piace recitare questo ruolo che me la rende ancora piu’ seducente.
–Certamente Barbara, una volta firmato un contratto non vedo l’ora che cominci a produrre i suoi benefici effetti. Mi lasci il suo numero di cellulare e la chiamerò domani mattina per organizzarci. Non vedo l’ora.
–Perfetto Dottore, ero certa che eravamo perfettamente in sintonia. E non si preoccupi per il superfluo, domani offro io per festeggiare l’accordo. Se tutto sara’ perfetto avremo tanto tempo dopo per occuparci del resto.
Barbara si alza con decisione e sigliamo il contratto con una stretta di mano, come nei bei tempi antichi.
Non vedo l’ora che sia domani, Barbara e’ una donna eccezionale, sono sicuro che realizzeremo grandi cose insieme.
Gabry

Una notte insieme

Con gli occhi ancora semichiusi cerchi di distinguere le figure nella penombra della stanza. Sei sul letto disfatto, scomposta, sudata. ti siedi sul letto, non ci sono, non mi vedi. Un attimo di esitazione. Decidi di venirmi a cercare. Cammini scalza nel tentativo di rubare un po’ di frescura al pavimento, sei nuda. Sono stato io a chiederti di dormire nuda: siamo ancora nella fase delle sperimentazioni e dato che mi hai raccontato di non aver mai dormito senza nulla addosso, la mia richiesta è arrivata spontanea, quasi prevedibile. Ed è capitato che ti svegliassi nella posizione a te più congeniale, sdraiata sul fianco destro, con la gamba sinistra piegata, mentre io ero intento a guardare il tuo sesso semi celato e il culo esposto. E ancora non capisci dove sono. Provi in cucina, non c’è nessuno.
Vai verso il mio studio: è la stanza più fresca della casa, forse sarò lì.
Socchiudi la porta: eccomi, sono seduto sulla poltrona intento a leggere.
Sono concentrato, immerso nella lettura, mi vedi di profilo, i lineamenti del mio viso, la bocca leggermente socchiusa, la pelle già abbronzata sazia di sole e di baci. Ti domandi cosa mi rapisce tanto da non accorgermi nemmeno che sei entrata e che sei alle mie spalle.
Hai quasi il timore di disturbarmi, magari si tratta di un documento di lavoro. Sei dietro di me, ora mi vedi tutto. Sono nudo anch’io, rilassato, il bacino leggermente proteso in avanti, con la mano sinistra tengo in mano dei fogli e con la destra mi sto accarezzando il sesso.
Sorridi nel riconoscere in quei fogli l’ultimo racconto che hai scritto per me: sapevi che amo le tue parole ma non credevi che ancora mi emozionassero tanto.
Osservi la mia mano stringere il sesso turgido, eretto,che si muove lenta e familiare a scoprire e coprire il glande già violaceo.
“Cosa leggi?” mi domandi in un sussurro per non spaventarmi.
“Già sveglia?” balbetto abbandonando la presa “io… è il tuo ultimo racconto”.
Mi giri intorno, mi sei davanti, ti inginocchi fra le mie gambe aperte e mi guardi.
Sai che so leggere tutto ciò che passa in questi occhi “neri di bragia”.
“Che vuoi fare?” ti chiedo con la voce spezzata dalla sorpresa e dal desiderio.
“Riprendi a leggere e fallo ad alta voce” mi sussurri perentoria.
Mi guardi: il mio sesso è qui davanti a te che anela le tue cure. Prima di dedicartici però mi baci l’interno delle cosce e ti soffermi alla confluenza delle natiche a mordicchiarle piano.
Lecchi il perineo cercando la giusta pressione per darmi piacere, sollevando e palpeggiando i testicoli gonfi di seme. Ora li metti in bocca succhiandoli e tirandoli piano e finalmente ti impossessi del mio membro con le mani.
Sto cercando di leggere ma la voce si spezza e qualche gemito si mischia con quelli impressi sulla carta.
Mi stai massaggiando piano il sesso con la mano destra: su e giù, su e giù mentre con la sinistra continui a massaggiarmi i testicoli e ad aprirti un varco tra i miei glutei.
Poi ti fermi: lo tieni sul palmo della mano aperta e inizi a percorrerlo in tutta la sua lunghezza con la lingua. Dalla base fino al glande, lungo tutta l’asta finché non è lucido di saliva. Allora ti sollevi di più sulle ginocchia, appoggi le labbra sul glande e lo lambisci piano con la lingua, sul meato, là dove mi sto già bagnando.
Disegni spirali con la lingua via via sempre più ampie e mentre scendi avverto la bocca aprirsi, le labbra aderenti alla mia pelle, mi sento risucchiato in te. Ti fermi. Hai il mio cazzo in bocca.
Sono duro e teso e gonfio e grosso. Sollevi gli occhi e trovi i miei, non leggo più, tutta la mia concentrazione è per le tue labbra, sulle tue labbra, nelle tue labbra.
Scorgo un sorriso nei tuoi occhi e ricambio impacciato. Apri di scatto la bocca e il mio membro sussulta fra lingua e palato. Lo lecchi ancora e ancora lo succhi. Poi inizi ad andare su e giù e mentre sollevi il tuo sguardo su di me,io lascio cadere i fogli e metto la mano sulla tua testa a seguirne il ritmo e a cercare di imprimerne uno mio. Tu con la mano destra lo tieni stretto alla base mentre con la sinistra continui a palpeggiarmi lo scroto e intanto accelero il ritmo. Il mio pube è bagnato della tua saliva e ogni tanto la mano scivola veloce a dare il cambio alle labbra indolenzite.
Non c’è bisogno che ti chieda come voglio che tu mi faccia venire perché senti la mia mano che ti spinge la testa verso il mio sesso.
Sono teso e pronto: ti entro dentro e accompagno con impercettibili sussulti del bacino il tuo movimento e dopo pochi secondi con un ultimo spasmo ti riempio la bocca del mio seme caldo in un orgasmo violento e animalesco.
Mi tieni nella tua bocca finché senti le mie membra abbandonarsi, allora mi guardi, sudato, ancora un po’ ansimante, un sorriso incredulo e una carezza per i tuoi capelli abbandonati sul mio ventre.
So che ami le mie parole, come io amo la tua bocca…..”
By Sennar

Spiaggia 1

Siamo in una spiaggia, stiamo camminando sul bagnasciuga, l’acqua che
ci accarezza i piedi è calda, la sera è già scesa, il buio ci circonda.
Io cammino poco più avanti rispetto a te, mi piace la sensazione di averti
dietro, che mi segui, che guardi come mi muovo, che guardi come cammino,
magari ti soffermi sul movimento delle mie anche.. I miei capelli sono
sciolti e ondeggiano mossi dalla brezza che si alza dal mare, e quasi ti sfiorano quando ti avvicini come per afferrarmi, ma non lo vuoi proprio,
vuoi giocare anche tu con me.
Ad un certo punto mi fermo, come per ascoltare qualcosa, e tu ti fermi vicinissimo a me, sento il calore del tuo corpo, sento il tuo respiro sulla nuca, rimango ferma a respirare l’aria e il tuo odore, non mi muovo ma vorrei che tu lo facessi, vorrei che tu mi abbracciassi, so che stai aspettando un segnale, ma questa sensazione di attesa mi sta eccitando. Non riesco più ad aspettare e allungo le mani senza girarmi verso di te, a prendere le tue (lo sai che adoro le tue mani su di me.), le appoggio alla vita, tengo le mie sopra, ho paura che tu le ritragga, ho paura che il loro tocco mi abbandoni.
Ma non è così, sento le dita che si allargano, come a voler toccare più pelle possibile, sento che vogliono muoversi, le mie allentano la presa, ora sono sicura che non le ritrarrai. Sento che ti avvicini, e mi appoggio a te, tutto intorno è silenzio, ci sono delle luci lontane, ma io sono in un altro posto con
te e le tue mani che mi stanno regalando delle sensazioni bellissime. Sento la tua bocca che mi bacia il collo, mi abbandono alle emozioni e alle tue attenzioni. Le tue mani sono sul mio torace, sulle mie spalle, sulla mia testa, mi accarezzano il capo, mi spostano i capelli da un lato per dare libero accesso alla tua bocca sul mio collo, sulle mie spalle, scendono, si posano sui miei seni, li stingono, li accarezzano, vorrei potermi togliere il vestito per sentire le tue mani sui miei seni, senza alcuna stoffa di mezzo, ma non è ancora il momento e il luogo giusto, in qualsiasi momento potremmo essere interrotti, e non lo vogliamo, questo è solo un preludio.
Le tue mani scendono, ora sono sui miei fianchi, e mi prendi con fermezza
facendomi sentire tutta la tua eccitazione. Volto un po’ la testa ti guardo
e la tua bocca incontra la mia, è un bacio profondo che imita ciò che succederà poi, e ne segue un altro ed un altro ancora, sono ingorda, ed anche tu, il tuo sapore è buonissimo. Mi sciolgo dal tuo abbraccio, mi volto, voglio assaporarti ancora, voglio ancora baci, ti guardo, mi alzo sulla punta dei piedi ad incontrare la tua bocca mentre le mie mani vagano sul tuo torace, e contemporaneamente le tue mi accarezzano la schiena, i fianchi, le natiche, le stringi e mi avvicini a te, a contatto con il tuo bacino i miei fianchi non riescono a rimanere fermi, ondeggiano, accarezzano la tua durezza, la mia bocca scende sulla tua mascella, faccio un passo indietro, tu mi guardi, non capisci, ci scambiamo un altro bacio, mi sciolgo dall’abbraccio, e mi metto dietro di te, voglio essere io a coccolarti un po’ ora…
Me lo permetterai Gabriele? Ho tanta voglia di coccolarti, l’acqua che lambisce i nostri piedi e il fruscio delle onde del mare accentuano le mie sensazioni… le mie mani accarezzano la tua schiena,iniziano dal collo, accarezzano le tue spalle, scendono, ti voglio sentire tutto, le mie mani sono sui tuoi fianchi, sono sulle tue natiche, sulle tue cosce, risalgono e ti accarezzano le braccia, ah….che bello accarezzarti, mi piace immensamente,….uhm. scendono, accarezzano le tue mani le tue dita, uno per volta, poi passano sui tuoi fianchi, sul tuo inguine a lati della tua durezza, risalgono, sono sotto l’ombelico, sul tuo stomaco, sui tuoi pettorali, accarezzano e sfiorano passando sento i tuoi capezzoli, li premo, li pizzico, salgo ancora e sento la pelle lasciata scoperta dalla camicia aperta sul collo, la ma bocca sta baciando il tuo collo, mentre le mie mani stanno aprendo la tua camicia, non la aprono del tutto, ma quanto basta per intrufolarsi sotto ed accarezzare la tua pelle, ah…che meraviglia, piace anche a te Gabriele…dimmi cosa vuoi e io ti farò tutto quello che vuoi, il tuo piacere è il mio.
Mentre le mie mani ti accarezzano il mio corpo si strofina sul tuo, i miei seni premono la tua schiena, sono tesi, i capezzoli sono duri, sono eccitatissima, sento che sono bagnata, ah…vorrei essere in un luogo più appartato per poter dar sfogo a tutta questa eccitazione e forse per te è lo stesso perché ad un certo punto fermi le mie mani, ti giri, mi baci, un bacio profondo, i tuoi fianchi si modellano ai miei simulando la danza, che fanno due corpi uniti,ah…. che bello, vorrei che questo bacio non avesse più fine, ma allo stesso tempo vorrei poterti avere dentro di me, forse per te è lo stesso, mi prendi per mano e ci avviamo forse in un posto più appartato, forse in camera, non mi rendo conto di dove siamo diretti, so solo che ti voglio, voglio sentirti dentro.

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