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Barbara 1


Un uragano, un’ondata di Tsunami, questo e’ stata Barbara. Sono quasi le venti e guido piano lungo la via Emilia, mi rendo conto di non essere perfettamente attento alla strada, mi sento svuotato, spompato, rilassato e frastornato. Ma sto bene, come non mi succede spesso.
Si, questa e’ Barbara, non potevo certo immaginarla cosi’. Certo, le sue e-mail erano molto esplicite, le telefonate sempre brevi ma intense, pero’ non avrei immaginato quale forza della natura c’era sotto la sua voce forte e decisa.
Per fortuna ho ancora soltanto pochi km, non potrei guidare piu’ a lungo. Mi ritornano le sensazioni di poco prima tra le gambe, la sua voce roca e sensuale mi risuona ancora nella testa. “Chiavami, chiavami Gabriele, sono la tua troia ! Riempimi col tuo cazzo, lo voglio sentire in fondo ! Sborra, dai, riempi la tua femmina, riempimi di sborra, allagami tutta….adesso ! Adesso !!!! Gabrieleeeeee” Il viso contratto dal piacere e gli occhi chiusi, una trasformazione impensabile solo pochi minuti prima.

Barbara 2

Forse mi ascolta, forse no perche’ si e’ dedicata di nuovo alla mia verga che reagisce ai baci ed alle carezze in modo molto vigoroso. Io cerco di aprirmi la strada per il suo ventre e esplorare tra le cosce ma Barbara non fa nulla per facilitarmi, anzi. “Scusa Gabriele ma con te voglio fare tutto io, me lo permetti ? Ne ho troppa voglia e l’ho immaginato troppe volte il nostro incontro, lasciati andare, permettimi di realizzare le mie fantasie”
Devo dire che la proposta e’ allettante viste le premesse e cosi’ rinuncio ad ogni iniziativa, nonostante le dimensioni del giocattolo devo riconoscere che si impegna a fondo, lingua, labbra mani…..insomma scelgo di abbandonarmi a Barbara.
Ma adesso e’ lei che si e’ infilata una mano tra le cosce che finalmente si spalancano, la sua mano si muove rapida e allargata sul clito e un dito percorre tutta la fessura sino a tuffarsi nella figa ed uscirne lucido e bagnato. La mia posizione non e’ delle piu’ comode ma cerco di distendermi e gustarmi le sue carezze e lo spettacolo.
“Cazzo, Gabriele, e’ una vita che non mi gusto il cazzo come piace a me. Mio marito e’ una persona stupenda, un compagno perfetto ma da questo punto di vista non e’ mai stato dotato. Da un paio d’anni ha anche difficolta’ ad eiaculare, lo fa difficilmente e la quantita’ e’ quasi inesistente. Il mio giardinetto ha bisogno di essere innaffiato altrimenti avvizzisce. Io mi bagno molto ma ho bisogno del seme maschile per sentirmi appagata”
Sembra che stia parlando a se stessa perche’ non aspetta la mia risposta e si tuffa di nuovo sulla mia verga che ormai e’ lucida e congestionata, vedere Barbara che si sditalina mi eccita ancora di piu’.
“Non venirmi in bocca Gabry, quando non ce la fai piu’ avvertimi, ti prego”

Barbara 3

“Conosco mio marito da quando eravamo studenti e l’intesa tra di noi e’ sempre stata perfetta, siamo davvero due corpi ed una anima sola da sempre. Anche adesso ci basta uno sguardo per capirci, se lo perdessi potrei morirne. Finita l’Universita’ ci siamo sistemati con il lavoro ed abbiamo deciso di sposarci cosi’ abbiamo cessato ogni precauzione, entrambi desideravamo un figlio, anzi piu’ di uno. Dopo piu’ di sei mesi non era ancora successo nulla, facevamo sesso spesso e senza alcun riguardo, anzi, ma regolarmente le mestruazioni arrivavano. Io cercavo di stimolarlo in ogni modo, non avevo altre esperienze ma leggevo e mi documentavo sulle riviste erotiche, abbiamo anche affittato filmini porno ma……niente”
“Forse Barbara c’era qualche problema di fertilita’”
“Abbiamo fatto le analisi e da parte mia tutto era perfetto, anzi, piu’ che perfetto. Per lui invece la fertilita’ era un po’ scarsa, la quantita’ di sperma piuttosto ridotta ma nulla che potesse escludere la fecondazione soprattutto facendo l’amore spesso e intensamente”
Barbara deve essersi accorta che il mio cazzo comincia a riprendere vigore cosi’ ben massaggiato dalle pareti vaginali e non escluderei anche a causa del suo racconto che non mi lascia indifferente.
“Abbiamo scelto al data delle nozze in modo da far coincidere il viaggio con il mio periodo di maggior fertilita’, insomma ci abbiamo messo tutto l’impegno.

Barbara 4

“Non sarai tornata subito in albergo immagino”
“No, appena uscita sono rimasta distesa per un’oretta sulla spiaggia a scaldarmi al sole, non volevo che il seme mi scivolasse fuori, lo sentivo dentro come adesso ed era come un orgasmo continuo per me. Quando sono tornata da mio marito lui si stava svegliando, doccia e colazione ma secondo me deve aver avvertito il cambiamento nel mio umore, pero’ non ha detto nulla”
“Tutto qui ? Mi hai raccontato tutto ? Non credo”
“No, non e’ tutto ma volevo finirla alla svelta. In breve la mattina dopo e sino all’ultimo giorno scappavo appena mio marito si addormentava e andavo a passare la notte nel capanno del pescatore, non ho mai provato tanto piacere in vita mia. La posizione che preferiva era prendermi da dietro, mi chiamava la sua cavalla o mula, non capivo bene.
Tornavo dopo diverse ore grondante di sperma e completamente distrutta e appagata, sono sicura che mio marito avesse capito perfettamente la ragione del mio improvviso cambiamento di umore e di comportamento ma non ne ha mai fatto cenno. Anzi l’ultima sera si e’ inventato un malessere ed e’ andato dormire alle otto, sapeva che dovevamo partire presto il giorno dopo e sono certa che mi ha voluto offrire una intera notte con il il mio amante sconosciuto”
“Non mi piace che tu abbia abbreviato la storia nel momento piu’ bello ma ormai si sta facendo tardi”
“Si Gabry, il tempo vola. Pero’ voglio dirti che al ritorno dal viaggio di nozze ero incinta, lui, i parenti, tutti erano pazzi di gioia come me. Non ti dico quanto siamo impazziti scoprendo che avremmo avuto una bella coppia gemelli”

In barca sul Gold Strike

Martedì 24 Luglio
Una mattinata come al solito piena di impegni, davvero non riesco a trovare un momento per restare solo con Paola, le chiedo se puo’ tornare nel pomeriggio alle cinque e lei mi sorride dicendo che l’aveva gia’ programmato. Sembra che mi legga negli occhi, la adoro.
Verso mezzogiorno mi chiama al telefono Sandro, finalmente una voce amica. Siamo amici da sempre e quasi coetanei, lui ha scelto di fare lo skipper professionista ed ha una stupenda barca a vela, il Gold Strike, sulla quale porta in giro i turisti, d’inverno ai Caraibi e d’estate nel Mediterraneo. Abbiamo iniziato insieme una ventina d’anni fa’ poi io ho scelto di continuare con l’Universita’, mi chiedo spesso chi tra noi due ha fatto la scelta giusta. Ha una voce allegra come sempre.
— Ciao vecchio marpione ! Smettila di far finta di lavorare e butta fuori tutte le donne che hai intorno ! Come ti va?
Sandro e’ una forza della natura, anche nei momenti piu’ difficili sia in mare che nella vita e’ pieno di energia. Cinque anni fa sua moglie se ne e’ andata anche se lui in famiglia ci passava solo pochi giorni all’anno, forse proprio per questo ed e’ rimasto con un figlio di diciotto anni e un mare di problemi. Come una burrasca in mare ha affrontato questa prova con forza e ottimismo, l’ho ammirato molto.
— Smettila, qui ci si fa’ il mazzo per tenere in piedi l’economia e guadagnare i soldi che tu sperperi in giro a divertirti. Dove sei adesso ?
— Sono a Bocca di Magra, devo sistemare il Gold per la Sardegna, niente di particolare ma un po’ di manutenzione ci vuole. Che fai nel fine settimana ? Mi accompagni in Sardegna ?
E’ sempre il solito, sparisce per mesi e poi improvvisamente ritorna come un ciclone e come se ci fossimo salutati ieri.
— Non so, non credo di avere cose particolari da fare, non pensavo pero’ di partire per le ferie questa settimana.
— Senti, io trasferisco il Gold a Olbia per imbarcare il resto dei turisti, ma non ho voglia di farmi la traversata da solo, non siamo piu’ ragazzini, lo sai ! Sarei piu’ tranquillo se ci fossi tu con me !
Mi era capitato già diverse volte di accompagnarlo, sono l’unico al quale affida il timone del sua barca, ma di andare e venire dalla Sardegna in un fine settimana non ho molta voglia. Sandro mi conosce bene, sa che l’idea mi tenta e mentre resto un attimo in silenzio riattacca con decisione.
— Piantala di fare il prezioso, ho bisogno di te lo sai e poi ho tre passeggeri a bordo che non sanno nemmeno che cosa e’ una cima. Dai vieni che ci divertiamo, ti ho gia’ prenotato il volo da Olbia per Bologna  Lunedì mattina, ormeggiamo vicino all’aeroporto e ci arrivi con un taxi. Dormiamo in barca venerdì sera e partiamo sabato mattina presto, come al solito, lo sai !
C’e’ poco da ribattere, mi ha convinto.
— Ok Sandro, venerdì prendo un volo da Bologna per Pisa, fatti trovare all’aeroporto e riempi la cambusa, non fare il pidocchio, sai i miei gusti.
Lo sento allegro anche se sono sicuro che non ha dubitato nemmeno un momento di riuscire a convincermi, ci salutiamo affettuosamente.
Eccomi imbarcato per il week end, piu’ ci penso e’ piu’ la prospettiva mi sorride, non vedo l’ora di togliermi dal lavoro almeno per un paio di giorni. Decisamente abbraccerei Sandro per avermi convinto a passare un paio di giorni tra cielo e mare.
Venerdì 27 Luglio
Paola mi lascia all’aeroporto di Bologna mezz’ora prima del volo per Pisa, mai che riesca ad arrivare in anticipo, la bacio e corro al check in. Per fortuna ha un po’ di ritardo e non ci sono problemi. Ci imbarchiamo e dopo pochissimo atterriamo a Pisa, la vista del mare dall’alto mi ripaga di tutte le corse fatte nella giornata.
Appena esco mi corre incontro Sandro, e’ inconfondibile, abbronzato, capelli lunghi e argentati, abbigliamento da skipper, calzoni corti e maglietta a righe. Non lo vedo ormai da anni in una tenuta normale, secondo me non ha altro nell’armadio, posto che abbia un armadio. L’abbraccio e’ affettuosissimo, davvero siamo stati felici insieme tante volte, io ho ancora la giacca e la cravatta che pero’ mi tolgo subito in macchina. La sua vecchia Volvo famigliare e’ un ripostiglio di attrezzature marinare, c’e’ di tutto e nel disordine piu’ completo, quando invece si tratta della barca e’ di una pignoleria insospettabile.
Il porto di Bocca di Magra non e’ un porto ma una serie di ormeggi lungo la riva a circa un chilometro dal mare, il Gold Strike e’ attraccato lungo la banchina, bello e imponente come sempre. Quindici metri di lunghezza, due alberi possenti, murate alte, si vede che ha una decina d’anni, adesso le barche sono piu’ basse e filanti. Ma è una barca robusta e affidabile, l’ho vista affrontare mari incredibili e correre come una lepre davanti alle perturbazioni, trasmette un senso di potenza e sicurezza.
Salgo a bordo dopo essermi tolto le scarpe, Sandro e’ pignolo, e mi tuffo nel pozzetto dove c’e’ la cucine e la dinette, il soggiorno insomma. Lo skipper mi indica la cabina di poppa, i passeggeri staranno in quella matrimoniale a prua e nella piccola al centro. Mi sta bene, a poppa c’e’ un sacco di posto e si e’ fuori dalle scatole. Mentre mi sto cambiando Sandro riparte per la stazione di Sarzana a prendere i passeggeri, io rimango a gustarmi la barca, quanti ricordi. Grazie alle cure di Sandro e’ in perfette condizioni, niente da eccepire.
Quando ritornano io sono a prua che sto guardando il tramonto dall’altra parte del Magra, la corrente e’ lenta e sta alzandosi un po’ di foschia che rende la luce ancora piu’ dorata. Dalla macchina scendono tre donne, Sandro e’ sempre il solito, avrei dovuto chiederlo prima, non mi piace avere donne a bordo, non e’ una scaramanzia marinara. Troppe volte sono nati litigi e problemi con le passeggere, la barca e’ un luogo ristretto e la convivenza forzata puo’ facilmente creare antipatie e odi feroci.
Faccio buon viso e le aiuto a salire, caricandomi degli innumerevoli bagagli che si sono portate dietro, forse non hanno capito che questo non e’ un club vacanze e che non ci saranno gli animatori o il Karaoke serale ! Appena riesco trascino a prua Sandro e mi faccio spiegare chi sono gli ospiti.
— Quella da sola e’ un ingegnere di Milano, software o computer, roba del genere, eta’ indefinibile verso la quarantina, piuttosto grassottella e con l’aria poco cordiale. Le altre due sono di Parma. La bionda ha una quarantina d’anni, molto appariscente e possiede un laboratorio di pelletteria, la piu’ giovane invece, sulla trentina, moretta, gestisce il suo negozio di vendita. Questo passa il convento !
Sandro e’ sempre di un ottimismo inossidabile e anch’io mi faccio contagiare, in fondo che ci importa, noi le portiamo in Sardegna e basta cosi’. Il profumo di mare che sta entrando nel fiume mi mette di buon umore immediatamente. Le donne intanto stanno armeggiando sotto coperta, le due amiche occupano la cabina doppia a prua mentre la singola  si e’ piazzata in quella centrale con i letti a castello.
Intanto ha cominciato a rinfrescare e l’umidità’ entra nelle ossa, scendiamo in cucina e ci organizziamo per una spaghettata, pomodori, verdura e frutta sono il resto del menu’. Sandro non ha lesinato con i vini e le birre, bene, mi conosce, siccome siamo ancora collegati alla presa elettrica non risparmia nemmeno il frigorifero, ci facciamo uno splendido aperitivo fresco.
Nel frattempo dalle cabine emergono le nostre compagne, si capisce che sono a disagio in un posto cosi’ nuovo per loro, le accogliamo calorosamente ed il vino bianco e freddo fa subito effetto. Si stanno rilassando, meglio, tre donne isteriche in un posto cosi’ stretto non si possono sopportare.
Sara’ l’ambiente, gli spaghetti o il vino, non so, ma la compagnia diventa gradevole, con Sandro facciamo il solito show dei lupi di mare che hanno vissuto le avventure piu’ incredibili, funziona sempre.
La milanese, Silvia, si sta scongelando, e’ una donna colta e lo fa pesare ma piuttosto chiusa, chi lo sa perche’ ha deciso di fare questa crociera da sola, guarda sempre il cellulare che resta muto per tutta la serata. Qualcuno non ha chiamato. Succede.
Carla, la quarantenne di Parma, e’ spiccia e sicura di se’, divorziata da una decina d’anni e’ fiera di essere un’imprenditrice e Titti, la sua collaboratrice, non insidia la sua posizione dominate. La moretta in effetti e’ la piu’ carina, anzi decisamente interessante, non alta ma con tutte le cose giuste al posto giusto, peccato che sia dominata da Carla, sorride ma parla poco, nel complesso pero’ l’atmosfera e’ allegra.
Finita la cena con Sandro sistemiamo la cucina, le passeggere si ritirano nelle cabine e noi usciamo per farci una birra in pace. Fa’ fresco, si e’ alzata la tramontanina dai monti e la foschia e’ scomparsa, ci sono un milione di stelle sopra di noi, coricati a prua ci godiamo lo spettacolo. Finalmente le nostre amiche hanno smesso di usare i bagni, ce ne sono due sul Gold, scendiamo anche noi a farci una doccia e poi con le felpe ritorniamo in coperta per rifare il pieno di acqua, e’ incredibile quanta ne usino le donne, meglio partire con il pieno.
Nel riporre la manichetta nel gavone di prua passo sopra al passauomo della cabina matrimoniale, e’ coperto da una tendina che pero’ non e’ completamente chiusa, dentro c’e’ poca luce ma ci vedo benissimo con gli occhi abituati all’oscurita’ della notte. Non ho intenzione di spiare ma quello che intravedo mi fa fermare di botto. Chiamo Sandro a gesti e insieme ci godiamo dall’alto lo spettacolo delle due parmigiane a letto.
Sono nude e questo e’ normale, in barca si vive con pochi vestiti addosso, ma quello che cattura il nostro interesse e’ il fatto che Titti sta leccando con grande impegno il cespuglio tra le gambe della sua amica.
Carla ha un corpo abbondante e i segni del tempo ci sono tutti, non proprio male pero’, Titti invece conferma le mie prime impressioni, seno sodo e chiappe rotonde, si muove come una furia ai piedi dell’amica, peccato che abbia gusti lesbici, meriterebbe le nostre attenzioni.
La bionda e’ distesa a gambe larghe, le tette le cascano un po’ di lato e si dimena tenendo la moretta per la testa, le sta allagando la faccia ma lei non demorde. Noi siamo in piedi al buio e da dentro non possono accorgersi di noi, comunque non sembrano molto preoccupate e continuano a dimenarsi. Carla allunga una mano e impugna un fallo di gomma, sara’ lungo almeno venti centimetri e largo in proporzione, ci scappa un gesto di approvazione.
Carla si solleva e fa distendere Titti, le apre le gambe e la lecca un po’, poi di colpo le infila l’attrezzo enorme nella fessura, sembra invasata perche’ comincia a pistonarla con violenza, sembra che riesca ad infilarle l’arnese quasi per tutta la sua lunghezza, deve essere abituata ai grossi calibri, bene. Titti si agita, apre la bocca, deve sentirsi impalata completamente e batte le braccia contro il letto, la smorfia sul suo viso denuncia un orgasmo travolgente.
Poi Carla estrae il membro di gomma dall’amica e si metta in posizione da sessantanove infilandoselo completamente dentro, la sua compagna le rende il servizio, accidenti sta entrando praticamente tutto, deve avere anche lei una passera profondissima. Intanto non smette di leccare il cespuglio nero con frenesia. Nel silenzio della notte riusciamo a sentire i loro gemiti anche se attutiti dalla cabina chiusa e ci ritroviamo entrambi con le aste dure sotto i calzoncini leggeri.
In pochi minuti le amiche si accasciano sul letto e senza una parola spengono la luce laterale e si addormentano, noi restiamo un po’ fuori poi, a malincuore decidiamo di andare a dormire anche noi.
Siamo entrambi piuttosto eccitati ma domani la partenza sara’ alle sei ed e’ meglio cercare di riposare, scendiamo a poppa e dopo aver commentato sottovoce quello che abbiamo visto, ci addormentiamo.

Tenerife 6

Credo che sia stata la piu’ bella vacanza della mia vita, nemmeno durante il viaggio di nozze con Claudia avevo fatto tanto sesso e provato delle sensazioni cosi’ eccitanti.
Sonia era ogni giorno piu’ sensuale, riusciva a farmi rizzare il cazzo anche quando mi credevo sazio, una vera femmina in calore, temo che sara’ difficile incontrarne un’altra. Mi ha dato tutta di se stessa, le tette morbide, la bocca vogliosa, il culetto stretto ma sempre a condizione che il finale fosse nella sua fighetta calda e assetata.
Con Stefano i rapporti sono sempre stati piu’ che amichevoli, lui sosteneva di essere sempre in caccia di femmine ma non credo che abbia combinato qualche cosa, io invece dicevo di avere bisogno di riposo e passavo molto tempo in camera, sappiamo come.
Sono convinto che sapeva tutto anche lui, anzi tutto si svolgeva sotto la sua attenta regia, comunque l’argomento Sonia non e’ mai stato nemmeno sfiorato tra di noi.
Sua moglie mi ha raccontato che la sua sterilita’ derivava da un incidente accaduto durante l’attivita’ sportiva in gioventu’. Stefano ha sempre sofferto molto di questa menomazione reagendo all’esterno con esuberanza ma non riuscendo mai ad avere rapporti sessuali completi. Sonia lo ama moltissimo ma anche per lei la situazione stava diventando ossessionante, il suo bisogno di maternita’ insopportabile. Meno male che esistono le vacanze e gli amici.
All’aeroporto di Bologna, dopo il ritiro dei bagagli io devo recuperare la macchina nel parcheggio e Stefano insiste perche’ Sonia venga insieme a me a prendere anche la loro auto, sostenendo che dopo il volo preferisce non guidare e che ci avrebbe aspettato sulla pensilina con i bagagli. Molto volentieri.
Saliamo al terzo piano del parking coperto ed io ritrovo subito il mio mezzo, lo apro per controllare che ci sia tutto e Sonia sale subito al mio fianco.
— Adesso ti porto alla tua, lasciami mettere in moto e speriamo che questo aggeggio funzioni ancora dopo tanta sosta.
Mi guarda seria ed ha uno sguardo che ormai conosco bene, le sorrido con aria complice.
— A me interessa solo che funzioni tu. Che ne dici ?
Si alza la gonna e mi mostra che e’ senza slip, la sua figa nuda risalta sul sedile. Quel pelo nero e folto continua ad ipnotizzarmi anche dopo due settimane continue di sesso, mi sembra di non averne mai abbastanza.
— Me li sono tolti in aereo e li ho messi in borsetta. Mi facevano caldo !
Allunga le mani sui miei calzoni, li apre ed estrae il mio bastone gia’ in tiro e con la cappella paonazza. La vicinanza di Sonia continua a eccitarmi come il primo giorno.
— Fammelo salutare a modo mio. Per un po’ non ci vedremo e voglio essere educata.
Se lo infila subito in gola e comincia a succhiarlo come sa fare lei, in pochi secondi perdo la testa.
— Ti prego, potrebbe arrivare qualcuno, guarda che io non resisto ! Mi stai risucchiando i coglioni ! Sonia mi fai impazzire.
— E’ quello che desidero, dammi ancora una dose della tua medicina, ormai avra’ fatto il suo effetto ma non si sa mai. Per un po’ dovro’ solo sognarti e voglio approfittare fino in fondo. Riempimi ancora una volta, ti prego, ne ho voglia da quando siamo partiti.
Mi abbasso il sedile e lei mi viene sopra a cavalcioni. Ormai sa come fare e si infila il cazzo dentro in un sol colpo. E’ bagnata e calda, sento la cappella schiacciarsi contro l’utero teso.
— Stai attenta a non far muovere la macchina, se passa un guardiano si accorge di noi e ci arresta ! Guarda che non ci mettono nella stessa cella !
Ma Sonia sa come fare, con la verga piantata dentro comincia il suo delizioso massaggio aspirante, a quel punto non mi importa piu’ di nulla, solo di venire ancora una volta in quella figa bollente che non aspetta altro. Avvicina la sua bocca al mio orecchio e mi sussurra.
— Dai, stallone, spara il tuo seme nella mia fighetta assetata. Bagnami tutta, fammi vedere come mi hai messa incinta. Ne voglio ancora tanta e calda !Scarica il tuo seme nella mia pancia, non aspetto altro.
E’ gia’ fuori di testa, la sento venire in continuazione, la figa si contrae e mi succhia la verga, sta facendo di tutto per procurarsi ancora una razione abbondante di sborra nell’utero assetato. Con gli occhi chiusi mi morde l’orecchio. Anch’io non riesco piu’ a controllarmi.
— Si, voglio che ti ricordi quanta te ne ho infilata dentro, voglio venire dove c’e’ gia’ il nostro bambino !
E’ difficile resistere e cosi’ dopo poco le sparo una decina di fiotti di sperma in fondo alla figa mentre lei si contorce tutta aprendo la bocca come se la deglutisse tutta.
Quando il flusso termina rimaniamo immobili, sono sempre dentro di lei ed e’ una sensazione stupenda sentire il suo calore.
Ci vogliono alcuni minuti per ritornare su questa terra, Sonia e’ ancora sconvolta ed io pure. Si stacca da me ed in lampo spinge le gambe in alto infilandosi gli slip.
— Devo tamponare la cascata e poi voglio che conservare il tuo seme dentro di me il piu’ a lungo possibile.
— Accidenti ma Stefano ci sta aspettando.
— Non ti preoccupare, e’ stato lui a mandarmi qui con te, sara’ felice di aspettare. A Tenerife mi leccava la passerina dopo che io ero stata con te. Con la scusa di accarezzarmi sono sicura che controllava se tu mi avevi riempita per bene.
— Se desiderava questo credo che non abbia avuto di che lamentarsi, hai sempre avuto la figa piena del mio seme ! Comunque non esageriamo, non possiamo lasciare tuo marito sulla pensilina per tutta la vita.
Avvio la macchina e raggiungiamo l’altra al primo piano.
— Sonia, ci rivedremo ?
— Secondo me non ce ne sara’ bisogno, ma nel caso verro’ a cercarti. Ho gia’ alcuni giorni di ritardo sul ciclo. La prossima settimana faro’ il test di gravidanza anche se e’ ancora un po’ presto ma sono sicura che mi hai messa incinta.
— A me comunque farebbe piacere rivederti, magari come amico anche se non so se riusciro’ a resistere senza le tue carezze. Mi mancherai molto.
— Adesso fammi fare nostro figlio, sai che durante la gravidanza non posso rimanere incinta e quindi mi interessa meno fare l’amore, bastera’ Stefano a farmi felice. L’anno prossimo gli daremo un fratellino. Ti va l’idea ?
Deve aver visto il mio stupore e la mia gioia, con un sorriso scende e salta sull’altra macchina. Torniamo da Stefano che se ne sta tranquillo ad aspettarci sulla banchina.
— Scusa ma non trovavo piu’ l’auto, sai in questi parcheggi enormi.
— Non c’e’ problema, qui passano un sacco di belle ragazze e non mi sono annoiato.
Sonia e’ come solito silenziosa e discreta, carichiamo i bagagli e ci salutiamo affettuosamente. All’anno prossimo !

EPILOGO

Sono ormai in ufficio da qualche settimana e devo dire che i mille impegni mi aiutano a non pensare continuamente a Sonia, al suo corpo stupendo ed alla sua tana bollente. Stefano l’ho rivisto un paio di volte, sempre di sfuggita, lui e’ come al solito allegro e amicone, io mi comporto nello stesso modo.
Oggi e’ arrivato con aria trionfante e una bottiglia di Champagne in mano.
— Ciao, oggi e’ una grande giornata e voglio festeggiarla insieme a te.
Lo guardo con curiosità e lui aggiunge tutto d’un fiato.
— Sonia ha fatto un altro test ieri sera ed ha avuto la conferma che e’ incinta ! E’ successo durante la vacanza a Tenerife e devo ringraziarti perché ci hai portato proprio fortuna dopo tanti anni di attesa.
— Davvero ? Sono molto felice perché so che lo desideravate tanto. Mi avevi detto tu che Tenerife e’ un’isola magica e come vedi il vostro sogno si e’ avverato.
Stefano e’ fuori di testa dalla gioia e coinvolge anche altri colleghi che si uniscono alla festa. Davanti a tutti mi dice.
— Mi piacerebbe che tu fossi il padrino di mio figlio, anche Sonia ci tiene molto. Possiamo contarci ?
Supero la sorpresa in un attimo e lo rassicuro.
— Per me sara’ un grande onore, ho portato fortuna a voi e la porterò anche a lui. Grazie Stefano.
Lui non sa che l’anno prossimo ci sara’ un’altra festa come questa, io non vedo l’ora.
Gabriele Arcangeli

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