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Il braccialetto di pizzo 1.1

…..come commento ti lascerò una mia “variante”……………….Simo
Si, forse non era quello che volevi, di certo io non lo volevo, non lo cercavo. Come avrei potuto ?
Eppure e’ successo, quasi che una forza estranea ci volesse usare come strumenti di un suo disegno per noi sconosciuto.
Non era il luogo, il tempo, perche’ succedesse e niente poteva farcelo immaginare. Ma e’ successo, inevitabilmente.
Un uomo, una donna, una piazza assolata della tua citta’ o almeno non della mia, il pomeriggio inoltrato di una giornata affannata e pesante nella quale mille pensieri mi affollavano la mente ed il mio cuore taceva, non era il suo tempo per parlare.
Non ti ho vista arrivare, forse ti ho guardata ma le immagini degli occhi non

Nebbia... nebbia....

Nebbia, nebbia, nebbia……….
Questa mattina da Linate non e’ ancora partito un volo e nessuno e’ riuscito ad atterrare. La faccenda comincia a diventare preoccupante dopo le dieci, il volo per Londra durera’ quasi due ore ed io ho la coincidenza per Los Angeles alle 14, ormai i tempi stanno diventando stretti. Nella sala d’attesa c’e’ un sacco di gente, quasi tutti con destinazione Nord Europa e dalle valigette si capisce che non vanno in vacanza, come me del resto.
Finalmente arriva l’annuncio che il volo partira’ da Orio al Serio, tutti a bordo del pullman.
All’arrivo la situazione non e’ migliore, una coltre bianca e soffice avvolge l’aeroporto bergamasco, scendiamo e comunque ci fanno imbarcare sull’aereo, chissa’. Ormai la coincidenza e’ persa ma ci sono altri voli da Londra per la California quindi mantengo la calma. Seduto a bordo aspetto con fiducia ma dopo piu’ di un’ora siamo ancora fermi, i passeggeri cominciano a innervosirsi ed io anche. Sono in un sedile centrale e dall’altra parte del corridoio e’ seduta una donna asiatica, piccoletta, sembra giovane ma e’ difficile valutarne l’eta’. Non capisce nulla di italiano e  quindi mi chiede ogni volta cosa dice il pilota, lei ha la coincidenza a Londra per Hong Kong ancora prima della mia per la California. Le spiego che ormai non ce la facciamo ad arrivare in tempo e lei sembra molto sconfortata.

Fare l'Amore....

Fare l’amore, fare sesso, scopare, fottere, sbattere …… chiavare……..
Mio Dio che volgarità….. . Sei un porco Gabriele….. come ti permetti ?
Mi sembra di vederti, indignata, inorridita e decisa a cancellarmi dalla tua presenza, ma come mi permetto di trattarti così ? Tu, una signora perbene, ma chi credo che tu sia ?
Ed invece lo faccio e lo rifaccio, do un nome, un significato ai tuoi pensieri e questo ti disturba, anzi ti turba. Mi piace, mi eccita farlo, voglio far saltare quella tua faccetta perbene, quel tuo sguardo da madonnina ipocrita ed entrarti dentro prima nella mente.
Si chiavare…chiavare….. si quella cosa che fanno un uomo ed una donna quando sono soli ed hanno voglia di farlo, tanto e bene. Fottere, farsi fottere….. come lo devo dire ?
E tu ne hai voglia. Altrimenti non saresti qui con me, lo sai che io lo faccio, si io scopo con le donne e non dire che non lo sapevi dopo avermi letto tanto…..dai.
Dopo avermi contattato fingendo innocente curiosità letteraria…ma dai.

In barca sul Gold Strike 3

Non faccio in tempo a mettere la scaletta che sono tutti a nuotare, approfitto anch’io allora. Siamo soli in rada ed il fatto di essere nudi non turba nessuno, nuotiamo, scherziamo, giochiamo come delfini, e’ una cosa meravigliosa.
Dopo un’oretta siamo tutti a bordo a scaldarci al sole della sera, non e’ forte ed e’ molto piacevole, siamo tutti molto felici. Al tramonto Sandro vara il tender ed accompagna le passeggere in paese, c’e’ un ristorante che conosciamo bene e che ci fornisce sempre di pesce fresco e dolci francesi ottimi. Io resto a bordo, la barca non puo’ mai essere abbandonata, ma passo il tempo a riposarmi ed a guardare il sole che si tuffa in mare, sto proprio bene.
Prima che faccia buio i miei compagni ritornano con le vettovaglie, la tavola e’ gia’ apparecchiata e mangiamo di gusto scolandoci qualche bottiglia di bianco secco, magari un po’ piu’ del necessario. Poi ci attardiamo fuori a ridere e scherzare, in cielo c’e’ un milione di stelle e stiamo distesi a goderci lo spettacolo, la rugiada non e’ spiacevole ma comincia a fare un po’ fresco dopo la mezzanotte. Decidiamo di andare a dormire, con Sandro controlliamo che tutto sia in ordine, l’ormeggio e’ ottimo, il tempo calmissimo, possiamo andare a dormire anche noi.
Prima pero’, senza nemmeno metterci d’accordo ci ritroviamo a prua dove si vede dentro alla cabina matrimoniale attraverso il passauomo, c’e’ accesa solo la luce piccola ma al buio si vede benissimo, Carla e Titti sono distese a fianco, entrambe nude con le gambe aperte, stanno parlando piano e si accarezzano reciprocamente i cespugli, chissa’ che cosa si stanno raccontando.
Ci guardiamo senza parlare ma le nostre aste si sono gia’ erette, abbiamo recuperato bene le energie. Scendiamo nella nostra cabina ma non siamo soddisfatti, allora ci dirigiamo verso prua, la porta e’ accostata ed entriamo in silenzio. Le amiche smettono le chiacchiere e ci guardano, siamo in piedi con le verghe dure che puntano verso di loro.
Io mi abbasso tra le gambe di Titti e comincio a leccarle il bottoncino, Sandro fa lo stesso a Carla, entrambe cominciano a dimenarsi ed a mugolare di piacere. La bionda ci sa fare perche’ trascina Sandro sul letto e si mette a sessantanove ingoiando la sua verga con gusto. Titti invece e’ passiva, gode il mio trattamento ma non prende iniziative, le scivolo sopra e mi metto a succhiarle i capezzoli, dai gemiti che le escono dalla gola direi che e’ al settimo cielo, Carla respira come una locomotiva a vapore.
Vedo Sandro che infila il suo notevole attrezzo dentro la passera bionda e comincia una cavalcata sfrenata, anch’io non resisto e mi infilo dentro la bella passerina mora che ho sotto, stupenda, calda e umida al punto giusto. Ci muoviamo all’unisono per un po’ e con Sandro ci scambiamo sorrisi d’intesa. Sento Titti venire ma io ho ancora molta resistenza visto l’allenamento della giornata e proseguo a pomparla quando mi sento prendere per le spalle, mi fermo di botto.
La presa e’ decisa e mi solleva quasi completamente. E’ Silvia che e’ entrata silenziosamente non so quando e che sta cercando di farmi uscire dalla grotta calda nella quale sono infilato, ho un motto di stizza, non mi va l’idea di smettere, ma lei insiste ed e’ piuttosto forte. Mi alzo arrabbiato e deciso a cacciare l’intrusa ma lei prende subito il mio posto sopra Titti, ma che intenzioni ha?
Adesso tocca a me cercare di cacciarla ma lei mi prende l’asta in mano e se la infila tra le natiche. Io sono inferocito.
— No, lasciami finire, io voglio venire dentro, capito ! Non mi va di tirarlo fuori, spostati !
Ho la voce decisa e cattiva ma Silvia mi risponde a tono.
— Infilamelo nel culo e vieni dentro fin che vuoi ! Ti devo insegnare tutto io accidenti !
Intanto mi prende l’attrezzo ancora tutto bagnato e se lo punta al buchino posteriore.
— Spingi e sborraci fin che vuoi, cazzo ! Li’ puoi fare quello che ti pare, lo capisci o no ! Spingi, dai !
Non me lo faccio ripetere e affondo senza pieta’, sento che entro a fatica e devo farle anche un dolore terribile ma non dice nulla. Mi conficco nel culo e spingo fino alla fine, poi riprendo il mio avanti indietro dentro quel buco stretto che mi fa impazzire. Se ero quasi pronto a eiaculare prima adesso non resisto, la vista di Silvia che bacia in bocca Titti mi fa andare fuori  di testa e sparo tutto il mio carico di sperma nel suo intestino. Lei si ferma di colpo e sembra colpita da quel fiume caldo che la sta inondando, poi piano si rilassa e restiamo tutti e tre avvinghiati sotto gli occhi di Sandro e Carla che non hanno perso un momento dello spettacolo.
Ho proprio goduto come dico io, brava Silvia, chi l’avrebbe detto, hai davvero avuto un’ottima idea.
Domenica 29 Luglio
Cullati dal movimento del Gold ieri sera ci siamo addormentati tutti e quando mi risveglio e’ ormai giorno fatto, Sandro e’ in cucina da dove arriva un magnifico profumo di caffe’, Silvia e’ scomparsa e le altre amiche stanno ancora dormendo avvinghiate, uno spettacolo davvero bello. Mi faccio forza ed esco a farmi una doccia in coperta, ho bisogno di svegliarmi del tutto. La giornata e’ limpida ed il paese di Centuri e’ ancora all’ombra, il sole sta sorgendo dietro i monti a est. Mi asciugo un po’ e scendo a fare colazione, con tutto quello che ho combinato ieri ho un appetito da lupo.
In cucina ci ritroviamo tutti dopo pochi minuti, siamo sempre nudi e la cosa ormai ci sembra naturale, eppure siamo partiti da poco piu’ di un giorno !
E’ domenica e questa sera dobbiamo arrivare ad Olbia costeggiando la costa occidentale della Corsica e attraverso le Bocche di Bonifacio che non sono mai tranquille anche in una giornata splendida come questa.
Con Sandro andiamo in coperta, accendiamo il motore al minimo e salpiamo l’ancora, nessun problema per fortuna. Usciamo dalla rada di Centuri e puntiamo a sud-ovest verso il parco della Girolata, il vento e’ debole e proseguiamo a motore sperando che migliori quando saremo piu’ al largo.
Invece il vento che ci ha portati fino qui non si fa vivo, il mare e’ splendido ma dobbiamo procedere a motore, il ronzio non e’ forte ma una barca a vela dovrebbe andare con le vele.
Superiamo al largo Calvi’ e dopo poco siamo in Girolata, un susseguirsi di cale e calette quasi sempre deserte e con un mare da favola. Visto che siamo a motore ci vuole poco ad accostare e gettiamo l’ancora verso le undici in una piccola baia riparata. Siamo a cento metri dalla spiaggia e il fondale e’ di sabbia bianchissima, non ho ancora spento il motore che gia’ sono tutti in acqua. Controllo l’ormeggio e mi tuffo anch’io, naturalmente siamo nudi e ci inseguiamo nell’acqua limpida giocando a rimpiattino. Il gioco non e’ sempre innocente ma l’acqua fresca mantiene la nostra eccitazione a livelli accettabili.
L’idea e’ di non fermarci a lungo ma stiamo troppo bene per pensare a ripartire, faremo l’ultimo tratto di notte se sara’ necessario. Carla e’ scatenata, ha  i seni grandi che si muovono nell’acqua e sembra completamente a suo agio, si e’ tuffata sott’acqua un paio di volte e mi ha preso in bocca l’arnese che per un attimo ha reagito al tepore, poi di nuovo al freddo si e’ calmato. Anche Sandro e’ soggetto alle attenzioni delle nostre amiche, nel complesso ci divertiamo come matti.
Quando mi avvicino a nuoto alla scaletta mi accorgo di avere Carla alle spalle che mi insegue con lunghe bracciate, appena arrivo mi sento le sue tette sulla schiena ed il suo corpo che aderisce completamente al mio, la sensazione e’ molto piacevole. Mi volto per guardarla in faccia ma mi trovo la sua lingua salata in bocca mentre con la mano impugna l’asta e se la porta davanti alla fessura. Io ho entrambe le mani attaccate alla scaletta e sorreggo anche lei nell’acqua limpida e profonda, Carla non esita un momento e infila la cappella nella sua passera calda, l’effetto e’ immediato, mi sento un’asta di acciaio tra le gambe.
Io resto fermo con le mani in alto sulla scala mentre lei si fa penetrare completamente trattenendomi con le gambe strette dietro il sedere, io non posso muovermi ma non e’ necessario, ci pensa lei. Carla si muove poco ma i suoi muscoli vaginali mi stanno massaggiando la verga conficcata dentro, ho la sua lingua in bocca e il seno che si strofina sul mio petto bagnato. Siamo immersi sino al collo ed io riesco a tenere entrambi a galla reggendomi alla scaletta mentre sento sensazioni stupende salirmi sino alla gola.
Mi sta mungendo con piccoli movimenti e mi sembra che stia venendo in continuazione, il contrasto del suo calore interno con l’acqua fresca sulle palle e’ indescrivibile. A volte mi da’ alcune spinte forti, vuole assicurarsi che io sia infilato del tutto e sentirsi l’utero schiacciato dalla mia cappella, e’ bravissima, poi di nuovo mi massaggia quasi da ferma. Mi accorgo che anche gli altri si sono avvicinati per risalire ma restano a guardarci ammirati, la scaletta non e’ disponibile e siamo sicuramente uno spettacolo eccitante.
Infatti Sandro parte di scatto e si appende alla schiena di Carla, con una mano vedo che le sta cercando il buco del culo e con un colpo di remi si infila. Il suo attrezzo e’ piu’ sottile del mio, non ha faticato ad entrare ma Carla si blocca, impalata davanti e dietro nello stesso tempo. Il mio amico invece pompa come un indemoniato ed io sento il suo membro strofinare il mio dall’interno, non avevo mai provato una sensazione simile, Carla sta ferma e mi stringe con tutta la forza che ha nelle gambe.
Ormai faccio fatica resistere piu’ a lungo anche perche’ sento i gemiti dei miei compagni e Carla continua a succhiarmi la lingua come un’ossessa. Fortunatamente il ritmo di Sandro diventa frenetico, si sta infilando senza pieta’ e capisco che anche lui sta per venire, quando si ferma sento che sta scaricandosi nel culo di Carla e anch’io mi lascio andare allagando di sperma tutta la sua vagina mentre lei non smette di mugolare e godere.
Dobbiamo essere uno spettacolo entusiasmante, io riapro gli occhi e vedo Silvia e Titti che hanno le dita dentro le loro fessure e ci guardano con occhio vitreo cercando pero’ di mantenersi a galla vicino a noi. Vedo anche che un’altra barca a vela sta ormeggiando a poca distanza, accidenti e’ arrivata in silenzio e non ce ne siamo proprio accorti ! Sara’ ad una quindicina di metri e non credo che a loro sia sfuggito quello che sta succedendo nell’acqua, infatti sono tutti in piedi sulla coperta e ci guardano sorridenti e con attenzione, non ho idea da quanto tempo siano arrivati.
Io faccio buon viso e lascio Carla salutando i nuovi arrivati con la mano, con sorpresa ci accorgiamo tutti di non essere soli. Restiamo un po’ in acqua poi uno alla volta risaliamo in coperta, anche sull’altra barca sono nudi, meno male, tre uomini e tre donne, la bandiera e’ francese. Con aria normale ci distendiamo ad asciugare e Sandro scende a preparare il pranzo, io lo seguo a ruota.
Appena soli ci guardiamo e scoppiamo in una risata sonora, e’ stata una bella esperienza anche per lui. Quando siamo pronti chiamiamo le ragazze e ci facciamo una doccia sotto gli occhi dei nostri vicini che nel frattempo stanno facendo il bagno vicino alla barca. Apparecchiamo nel pozzetto e pranziamo ridendo come se nulla fosse successo, gli altri pero’ non ci perdono di vista, devono aver gradito lo spettacolo, sono tutti di mezza eta’ e le donne non proprio attraenti, la nudita’ e’ spietata.
Quando arriviamo al brindisi finale li salutiamo con il bicchiere alzato e loro interpretano il gesto come un invito, immediatamente due coppie si tuffano per raggiungerci, non era la nostra intenzione ! Comunque li accogliamo con calore e li facciamo accomodare al nostro tavolo, le due donne non sono meglio viste da vicino, una ha il seno piu’ piccolo e abbastanza eretto mentre la seconda ha due palloni che le cadono lungo la pancia, aureole enormi, capezzoli grossi e rugosi che l’acqua fredda ha fatto indurire. Cerco di non prestare molta attenzione ma l’occhio delle nostre passeggere e’ calamitato dal membro di uno degli uomini, davvero lungo e grosso, gia’ afflosciato raggiunge quasi il ginocchio, rischia di mettere in ombra i nostri.
Abbiamo pero’ poco tempo, terminiamo i brindisi e poi dobbiamo ripartire, vedo un po’ di rimpianto negli occhi di Silvia quando i nostri ospiti ci lasciano. Riprendiamo il mare e dopo un’oretta di motore sentiamo arrivare il vento, issiamo la randa e poi il fiocco puntando a sud-est, un’andatura quasi di lasco che ci fa volare a otto nodi senza fatica. Alle sei entriamo nelle Bocche di Bonifacio, il vento si incunea nello stretto e rinforza, c’e’ un po’ di onda corta che lancia spruzzi sulla barca e fa un po’ freddo, cosi’ ci rivestiamo anche perche’ da queste parti il traffico di barche e’ notevole ed e’ meglio non dare scandalo.
Arriviamo in Sardegna che il sole sta tramontando, siamo un po’ bagnati ed infreddoliti ma non abbiamo tempo da perdere, costeggiamo la Costa Smeralda, uno spettacolo sempre entusiasmante, e puntiamo decisi su Olbia. Quando entriamo nel porto commerciale e’ gia’ notte e troviamo un ormeggio vicino alle gru di carico, non e’ un posto ideale, ma per una notte puo’ andare. Domani mattina chiamero’ un tassi’ per farmi portare all’aeroporto che dista una decina di minuti da dove ci troviamo.
Prepariamo la cena e devo dire che Sandro e’ proprio bravo in cucina, io so che cucina sempre le stesse cose ma fa una magnifica figura con i suoi ospiti. Diamo fondo con allegria al vino fresco e la compagnia e’ molto divertente, sembra che ci si conosca da una vita e non da due giorni soltanto, succede sempre a bordo, il tempo sembra dilatarsi all’infinito in mare.
La serata e’ limpida ma piuttosto fresca, restiamo fuori a chiacchierare finche’ decidiamo di andare a dormire, la giornata e’ stata intensa e poi io dovrei alzarmi prima delle otto domani. Con Sandro controlliamo l’ormeggio e lasciamo entrambi i bagni liberi per le ospiti, poi scendiamo in cabina e ci corichiamo nella cabina di poppa, il Gold e’ immobile e silenzioso nella notte. Naturalmente commentiamo gli eventi della giornata, la navigazione e’ stata perfetta ma ovviamente ci soffermiamo sulla sosta in Girolata, solo a parlarne ci ritorna l’eccitazione. Carla veramente e’ una donna incredibile, tutto quanto e’ sesso sembra non avere segreti per lei, peccato che non abbia piu’ un fisico da ragazzina anche se l’esperienza lo rende incredibilmente appetibile. In breve ci ritroviamo entrambi con l’asta dura, nella penombra vedo che anche Sandro si sta accarezzando come me.
Dalle cabine non arriva nessun rumore, strano, possibile che stiano tutte dormendo come angioletti, strano. Ci alziamo e andiamo in cucina per farci un bicchiere di vino, non siamo in condizione di dormire, la porta della cabina centrale e’ aperta ma nel letto non c’e’ traccia di Silvia, dove si sara’ cacciata ? Mettiamo l’orecchio alla porta della cabina di prua ed in effetti si sente un certo movimento, ormai siamo incuriositi, apriamo lentamente e scopriamo le nostre passeggere tutte insieme sul letto matrimoniale.
Titti e’ coricata con sopra Silvia nuda che le lecca con passione il cespuglio tra le gambe, Carla le guarda e si accorge subito di noi. Ci fa cenno di entrare e non ci facciamo pregare, ci sfiliamo gli slip e mettiamo le aste dure in bella vista, la bionda mostra di gradire lo spettacolo. Sandro si mette dietro Silvia che non si e’ accorta di niente e le punta il buchino, lei si volta di scatto ma non c’e’ scampo, si ritrova con una bella mazza infilata nell’intestino. Quando inizia la montata lei continua a succhiare la moretta ma io mi faccio avanti e la sposto, Titti ha gli occhi chiusi e non reagisce minimamente, mi infilo di colpo nella sua passera bagnata e inizio a pompare con decisione, e’ proprio una fighetta stretta e calda, peccato che non partecipi, spingo sempre piu’ forte, la sbatto con violenza ma senza risultato. Invece la milanese ansima e strepita sotto i colpi di Sandro, lo incita a sfondarla sempre di piu’. Carla mi sta accarezzando la schiena ed io la guardo con aria interrogativa, lei sorride e mi fa cenno di lasciar perdere, la cosa mi dispiace un po’ perche’ dove sono infilato sto proprio bene ma scopare una donna immobile non mi piace. Lei si mette di schiena e mi fa coricare su di lei con l’asta verso l’alto e trascina Titti sopra di noi. La moretta sembra risvegliarsi, si impala su di me e comincia a baciare Carla con foga, adesso pompa con decisione e la bionda la incita.
— Dai, chiavami forte, sono il tuo uomo ! Senti che cazzo duro ti sta sfondando ! Ti riempio la figa se mi fai godere, dai !
Io sono nel mezzo e mi accorgo che stanno facendo l’amore tra loro usando il mio attrezzo, l’idea pero’ mi eccita molto. Sento il clitoride duro sfregarmi tra le chiappe, accidenti sembra un piccolo membro. Titti non bada a me e continua a pompare con foga, mi ignora completamente.
— Carla, hai un cazzo durissimo ! Lo voglio tutto, riempimi di sborra calda, godi con me, ti amo ! Sei il mio uomo e voglio essere tutta tua ! Dai, sto per venire con il tuo cazzo dentro !
Sento che le contrazioni mi stanno strizzando l’asta e anch’io sto per venire, quando Carla mi stringe le palle non resisto piu’ e godiamo tutti e tre insieme.
— Si, Carla, sento che mi stai riempiendo ! Sei calda ! Quanta ne hai ! Cosi’ mi riempi tutta ! Ti amo !
Poi si lascia cadere su di me e restiamo abbracciati tutti e tre ansimando forte. Non ho piu’ badato a Sandro e mi accorgo che anche lui si e’ gia’ svuotato nel culo di Silvia, non si e’ mosso ma mi sta guardando sorridente.
Titti rotola di lato ed io faccio lo stesso dall’altra parte di Carla che ci abbraccia entrambi con le braccia. Titti la bacia con passione, e’ davvero innamorata e vederle cosi’ mi fa tornare l’eccitazione. La bionda non lascia il mio membro che e’ ancora duro mentre ha due dita dentro la fessura della sua amica, li ritira e se le porta alla bocca succhiandole, sono coperte di sperma bianco. Anche Sandro e’ gia’ pronto e lascia Silvia bocconi sul letto, apre le gambe di Carla e si infila deciso, come solito non ha esitazioni, spinge e pompa come un ossesso. Intanto la bionda accarezza Titti tra le gambe e mi massaggia l’asta dura, mi sento di nuovo una voglia pazzesca tra le gambe.
Silvia e’ sempre bocconi con il culo che deve farle ancora molto male, io mi alzo, mi posiziono tra le sue gambe e la infilo nella passera alla pecorina, non credo che lei stia capendo bene quello che succede. Pero’ spinge e si agita, ha una grotta bella stretta e calda, una delizia, la sento venire ripetutamente ed io non mi risparmio, intanto mi incita, non l’avrei mai immaginata cosi’ scatenata.
— Si, chiavami bene ! Dai sfondami la figa, non fermarti, spingi in fondo ! Cazzo come godo, mi arrivi in fondo !
Non ho bisogno di essere incitato ma sentirla parlare cosi’ mi raddoppia la foga.
— Continua, non smettere, vienimi dentro ! Fammi sentire finalmente la sborra calda nell’utero, svuotati le palle in fondo ! Dai….voglio godere ! Mettimi il tuo seme dentro subito, ti prego, non trattenerti !
Sono poco lucido ma quello che ascolto mi raddoppia la voglia, vuole che le sborri dentro, e’ impazzita, cosi’ la metto incita ! Ma non resisto al pensiero e lei continua a chiedermelo. Quando sente il primo spruzzo caldo contro l’utero impazzisce.
— Si, si, adesso lo sento, finalmente una sborrata dentro ! Non me ne frega un cazzo di restare incinta, svuota i tuoi coglioni dentro di me,  adesso sono una donna vera ! Non tirarlo fuori, lasciati andare e riempimi !
Non me lo faccio ripetere, la allago di succo tutta la vagina e lei spinge per non perderne nemmeno una goccia. Venire in una passera calda e’ il massimo, non c’e’ che dire !
Anche Sandro e’ venuto e ci ritroviamo tutti coricati sul letto, siamo spompati ma felici. Silvia mi mordicchia un orecchio e mi sussurra piano.
— Sapessi come mi e piaciuto sentire il tuo seme caldo allagarmi completamente, erano anni che lo sognavo, non mi ricordavo come era bello ! Sono stata una stupida l’altro giorno.
— Hai ragione, anch’io ho goduto molto nel venirti dentro senza protezione ma davvero non ti importa se rimani incinta ?
— No, mi importa e molto ma non ho saputo resistere, e’ troppo bello ! Ho pensato che non dovrebbe succedere perche’ sono ormai alla fine del ciclo, spero che i calcoli funzionino. Pero’ me ne hai infilata troppa di roba calda, chi lo sa ! Volevo provare che cosa si prova e sono felice comunque.
Titti ormai sta dormendo, credo che sia ormai tardi, ci baciamo affettuosamente e con Sandro torniamo nella nostra cabina dopo una sosta in bagno. Riusciamo appena a coricarci che siamo gia’ addormentati, spero di sentire la sveglia, altrimenti…….
Lunedì 30 Luglio
Mi alzo alle sette e telefono per il taxi, ci facciamo una colazione insieme, e’ bello svegliarsi sul Gold Strike, poi scendo per andare all’aeroporto, il taxi mi sta aspettando.
E’ stata una bella crociera.
Gabriele Arcangeli

Jasmine 1

Il nick è tutto un programma.La trovo facendo una ricerca random fra le ragazze della mia città. Criterio della ricerca: non oltre i 25 anni.
Piccolo Angelo rispetta il criterio anche se la sua età non è evidente nella breve scheda che la descrive.
L’approccio è molto discreto. Circospetto. Volto sempre a capire innanzitutto chi c’è dall’altra parte.

Ciao! Come ti chiami? Jasmine.
Il nome è una sorpresa. Chiedo spiegazioni. Tua madre è orientale, filippina. Tuo padre è americano.
L’obiettivo, il mio obiettivo, non mi spinge ad approfondire altri aspetti della tua vita. E’ altro che voglio sapere. E’ altro che voglio da te.
Il sesso orale è qualcosa che ti piace. Non è la cosa che preferisci. Le esperienze che hai avuto, in tal senso, non ti hanno del tutto soddisfatto.
Jasmine, io potrei decisamente farti cambiare idea… Ridi?
I tuoi messaggi sono ricchi di abbreviazioni e di ‘k’ che sostituiscono le ‘c’ e ‘ch’. Quasi volessi ostentare la tua giovinezza. Tipico comportamento anche di chi, uomo, si diverte spacciandosi per ciò che non è.
Hai una tua foto? No. Però hai un breve video dove sei ripresa in primo piano. Mi piacerebbe vederti ma ti avverto che non potrò ricambiare. Non importa. Attraverso l’apposita funzionalità mi invii il file contenente il video.
Lo avvio.
Tu, in primo piano, ripresa da una webcam, mandi un bacio in direzione dell’obiettivo. O meglio, baci il palmo della tua mano. Poi soffi il bacio verso lo spettatore. Verso di me in questo caso.
Sei bellissima. Gli occhi orientaleggianti. I capelli lunghi, corvini. La carnagione ambrata. Denti bianchissimi.
Jasmine? Ma sei davvero tu? Certo. Certo.
Dovrei fidarmi. Forse. O forse no.
Dovrei farti una domanda. Dovrei. Rimando.
Hai un altro video? Sì. Non faccio neanche in tempo a chiedertelo che già lo hai inviato. Figura intera questa volta. Indossi jeans e maglietta nera. Rivolta verso la telecamera balli una musica che non posso sentire. Il video è privo di audio. Balli sinuosa, eccitante. Non sei molto alta. Snella. Un girovita da bambola. Così sembra.
La domanda non può essere rinviata. Quanti anni hai?
Le due cifre che compongono la tua età lampeggiano sul mio schermo.
Dovrei chiudere la finestra della chat.
Dovrei magari salutarti prima. Darti spiegazioni.
Non darti spiegazioni.
Chissenefrega. Chiudi questa cazzo di finestra. Ora.
Domani sarà tardi…per rimpiangere la realtà…è meglio viverla.
E’ meglio viverla.
Non chiudo la finestra.
Come se non ti avessi chiesto niente. Come se non avessi risposto.
Jasmine, sei davvero uno schianto. Dicevamo?
Le tue esperienze “orali” non son state fin qui soddisfacenti. Hai avuto anche altri tipi di esperienze quindi? Sì.
Le dita corrono sulla tastiera per circa mezzora. Una sequenza di domande, mie, e risposte, tue, che mi tolgono il fiato.
Parli di sesso con proprietà di linguaggio e di sensazioni. Parli di sesso come chi lo vive il sesso. Come chi lo vive da tanto tempo. Jasmine, mi dai il tuo numero di cellulare? Pochi secondi ed una sequenza di numeri, preceduti da uno 0, lampeggia sulla finestrella della chat.
Ti chiamo subito. La voce dimostra inequivocabilmente che sei stata sincera. Almeno su alcune delle cose che mi hai detto.
Il resto continua a turbarmi. Riprendiamo a parlare in chat. Ti sommergo di domande. Tu mi rispondi. Chiarisci. Dettagli.
Jasmine, vuoi che ti faccia cambiare idea o che almeno ci provi? Vuoi che ti dimostri che la bocca di un uomo può fare impazzire una ragazza? Certo che lo vuoi. Domani parti per gli Stati Uniti, in vacanza, starai via un mese. Ci sentiremo al tuo rientro.
La mia mente calcola rapidamente. Al tuo rientro io sarò molto lontano. In un posto dove le donne si nascondono. Non si vedono anche quando ci sono. E quando ci sono non vanno comunque guardate.
Teniamoci in contatto Jasmine.
Non mi illudo. Sarà molto difficile ritrovarti.
Invece ti ho ritrovata.

Jasmine 3

Non fingo imbarazzo. Non riuscirei. Ok, Jasmine. Andiamo in bagno. Ho solo un problema. L’erezione. Non sarà semplice fare pipì. Devo distrarmi. Ridi. Già. Distrarmi.
In piedi, davanti alla tazza. Mi guardi. Sbottono i jeans. Li abbasso più del necessario. Molto di più di quanto farei se fossi solo. A parte il fatto che se fossi solo mi siederei. Non ora. Voglio tu veda. Anche tu vuoi vedere, immagino.
I boxer seguono i pantaloni. Il mio sesso punta verso l’alto. Duro. Lo guardi. Dici qualcosa. Qualcosa che mi piace. Poi resti in attesa. Distolgo lo sguardo da un corpo minuto, proporzionato, desiderato. Chiudo gli occhi. Non so a cosa penso. Non ricordo. Il sangue defluisce. Il muscolo si rilassa. La tua richiesta viene esaudita. La situazione ti diverte. Mi sciacquo velocemente. Torniamo sul letto. Tocca a me. Vinco io stavolta.
Era ora. Finalmente.
Mi osservi sospettosa. Non temi la mia scelta. Semplicemente aspetti.
Abbiamo tempo. Tutto il tempo che vogliamo. Non c’è fretta. Penso.
Jasmine, voglio che ti masturbi. No, non devi spogliarti. Infila la mano nei jeans. Dentro gli slip. E masturbati.
Non tentenni. Ti limiti a puntare i tuoi occhi, grandi, nei miei. Non c’è aria di sfida. Non c’è rimprovero. Ti sdrai sul fianco sinistro. La mano destra sbottona i tuoi jeans. La mano destra si infila fra le tue gambe. Il movimento è inequivocabile.
I miei boxer riprendono a pulsare. La mano si muove. Rotea. Le palpebre calano leggermente. Ad intervalli regolari un tremito attraversa il tuo corpo. Sospiri. Non sei più sul fianco. Inarchi la schiena. Spingi il bacino. Il movimento non è più circolare adesso. E’ lineare.
Avanti. Indietro.
Dentro, immagino. Fuori, immagino.
Non so per quanto tempo vai avanti.
Non so se raggiungi l’orgasmo. Fermati adesso. Ti fermi. Riabbottoni i jeans.
Un altro giro. Altri giri. Quanti? Non lo so.
Jasmine, hai vinto. Adesso vuoi che sia io a masturbarmi. Vuoi guardare. Non devi certo pregarmi. Mi adagio sul letto. sfilo definitivamente i jeans, perchè sia chiaro che non li indosserò nuovamente. Abbasso i boxer. La mia mano si stringe in un movimento più volte provato. Mi masturbo piano. I testicoli sono tesi. Procedo, lento. Vedi Jasmine? La punta è bagnata. Sono molto eccitato. Non lasciare che vada avanti per troppo tempo. Rischio di venire. Così. Da solo. Sarebbe un peccato, non trovi?
Adesso masturbati tu Jasmine. Sì, di nuovo. Senza pantaloni stavolta. Senza niente. I tuoi jeans sono minuscoli. La tua vita è stretta. Il perizoma, nero, è di una misura inimmaginabile.
Quel perizoma, per ragioni che conosciamo solo io e te, Jasmine, resterà a casa mia. Non avrò occasione di restituirtelo. Un giorno verrà individuato nella tasca di un mio vecchio giaccone, in un angolo dell’armadio, da una zelante fanciulla. Temporanea compagna di vita. Non potrò mai dimenticare la sua espressione di fronte al tuo perizoma. Di fronte alla misura del tuo perizoma. Di fronte alla circonferenza dell’elastico.
Sfili il perizoma. Il tuo pube è completamente depilato. Lo intuisco liscio. Appena rasato. Lo constaterò presto. Le labbra sono piccole, non sporgono. Ti sdrai. Le tue gambe si aprono verso il mio sguardo. Il nettare riluce alla fiamma delle candele. Vorrei assaggiarlo. Adesso.
C’è tempo. C’è tempo.
Cominci a toccarti. I movimenti sono uguali ai precedenti. Circolari, sul clitoride. Lineari, dentro la vagina. Piccola, apparentemente stretta da non poterci entrare. Le tue dita entrano, però. In coppia. Come se un solo dito potesse smarrirsi in quel misto di calore ed umido che, per ora, mi limito ad immaginare.
Ho vinto di nuovo io. Baciami. La bocca. Vediamo cosa sai fare. Bocca fresca, profumata. Lingua giovane e sfrontata. Salive che si mischiano. Senza sfiorarci. Solo le bocche incollate.
Suona il cellulare, il mio. E’ Monia.
Jasmine, hai problemi di orario? No. Bene, tanto più che ti accompagnerò io a casa o dovunque vorrai.
Monia? Per stasera non so ancora dirti se riesco a liberarmi, ci sentiamo più tardi.
E’ il tuo turno. Ti masturbo. Sei davvero stretta. Poco profonda. Mi gira la testa al pensiero di penetrarti. Adesso masturbami tu. Piano Jasmine. Piano.
Vinco di nuovo io. Ti chiedo qualcosa di particolare. Qualcosa che sapevi già avrei potuto chiederti. Qualcosa per la quale il tuo perizoma resterà con me. Sostituito da quello che hai nel tuo zaino. Lo fai. Lo facciamo. Mi piace. Ti diverte.
Adesso vuoi di nuovo la mia bocca. La vuoi tra le tue gambe. L’avrai, ma prima togli anche la maglietta. Non indossi il reggiseno. Il seno è piccolo. Tonico. Giovane. Il mio viso affonda fra le tue gambe. Il tempo si ferma. Per entrambi. Nessuno mi ha mai fatto venire così, solo baciandomi. Jasmine, rilassati. Vorrei proprio essere il primo. Almeno in questo. Lo penso ma non lo dico. Mi sdraio sulla schiena. Ti invito a cavalcare il mio viso. Appoggi le mani alla parete. Afferro i tuoi fianchi. La mia lingua riesce a penetrarti quasi interamente. Ti agiti. Così facendo il clitoride è sollecitato dal mio labbro superiore, dal naso. L’orgasmo arriva. Inaspettato. Spingi verso il mio viso. Sei leggera, non mi fai male. Bevo. Ogni goccia del tuo piacere. Sembri esausta. Il gioco prosegue.
Voglio sentire la tua bocca. Su di me. Prendilo in bocca.
Ti avvicini al mio membro. Scosti i capelli. Lo baci. Lo succhi.
Non t’ho insegnato io
quello che stai facendo adesso da dio…
mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare
La tua abilità, la partecipazione, la capacità di farmi godere mi stupisce.
Non è possibile. Dimostri un’esperienza che non puoi avere. Non puoi avere.
Ti fermo. Appena in tempo ma ti fermo.
Un altro giro di carte. Jasmine, voglio entrare dentro di te. Voglio fare l’amore con te. Voglio scoparti.
Come? Sdraiati. La sproporzione nelle dimensioni è evidente. Dovrei squarciarti. Dovrei farti male davvero. Dovrei tornare in me e fermarmi. Ma il tuo corpo è pronto come e più del mio. Non ti faccio male. Entro facilmente. In apnea. Entrambi siamo in apnea mentre varco la soglia del tuo corpo. Sollevo le tue gambe sulle mie spalle. Non ho bisogno di entrare del tutto per raggiungere le zone più profonde. Ti piace. Mi piace. Vieni ancora.
E verrai ancora quando sarai tu a cavalcarmi.
Non potrai venire, invece, quando ti prenderò da dietro. La vista delle mie mani sui tuoi fianchi stretti. La tua schiena piccola e perfetta. Le tue natiche sode e vergini. Perdo il controllo. Sono costretto a fermarmi prima che tu raggiunga l’apice del piacere.
Devo venire Jasmine. Devo. Non posso attendere oltre.
Vorrei sentire ancora la tua bocca. Voglio riempire la tua bocca. Mi hai già detto che ti piace ingoiare.
Non esistono ancora i blog ma se tu ne avessi uno potresti farti prestare un banner da una blogger che la pensa come te. E ingoia.
Jasmine riprende a succhiare. Mi rilasso. Non mi trattengo. Poche decine di secondi e il piacere sgorga, schizza fra le sue labbra. Grido, emetto versi incontrollati. Incontrollabili. Spingo, perdo il fiato. Jasmine non si ferma. Si muove, accarezza con la lingua. Rallenta ma non molla. Incrocia il mio sguardo, sorride, sempre tenendo il cazzo in bocca.
Poi lo lascia andare. Una goccia di sperma finora rimasta intrappolata nei cunicoli che dai testicoli risalgono al glande, decide di fuggire. La lingua di Jasmine se ne impossessa trasmettendomi un ulteriore brivido di piacere.
La tiro a me. Sul mio corpo. Bacio la sua bocca. Jasmine, sei semplicemente fantastica. Ride. Probabilmente non ti rendi conto. No. Credo proprio di no.
Il gioco prosegue. Ancora sentirò il tuo sapore. Ancora sentirai il mio. Monia può aspettare.

Dentro di te

Entrare dentro di te, piano, sentire la punta grossa e rigida scivolare a fatica all’ingresso del tuo tunnel caldo e bagnato, mi piace gustare la  penetrazione, assaporarla come una conquista.
Di colpo pero’ la voglia esplode, il bisogno di sfondare, l’istinto del maschio che vuole violare la femmina, schiacciarsi contro il collo dell’utero, trafiggerti senza remissione, infilzarti senza pieta’.
Mi piace rimanere piantato a fondo, capire che ti posseggo finalmente, accorgermi che il tuo respiro si e’ fermato, vedere la tua bocca spalancata, le tue labbra umide, i tuoi occhi sbarrati di stupore nel sentire cosa significa appartenere completamente ad un uomo, essere la sua donna.Mi piace, spingerei ancora sino ad entrare completamente dentro di te e fare di noi una sola cosa, mi accorgo che anche tu lo vuoi, le tue gambe spalancate mi invitano, hai bisogno di ingoiare la mia lancia e sentire che e’ tutta tua, lunga, dura, piena di voglia e di seme. Adesso respiri forte, le tue anche ondeggiano e la tua guaina mi massaggia la spada  immobile dentro di te, anche tu senti l’istinto animale della donna che vuole far godere il suo uomo, sentire la sua voglia diventare incontenibile e farlo esplodere di piacere caldo e denso nella tua intimita’ piu’ segreta e profonda, dove c’e’ il senso ed il miracolo della vita. Si, lo sento ed io non posso sottrarmi alle tue arti.
Si mi vuoi anche tu come ti voglio io, il mondo non esiste piu’ intorno a noi, solo la voglia ancestrale guida i nostri corpi, niente e nessuno ci potrebbe impedire ormai di compiere l’atto per il quale ci siamo accoppiati. Ti guardo i seni che si alzano ritmicamente, sono turgidi, i capezzoli duri e lunghi sembrano esplodere, scuoti la testa a destra ed a sinistra mordendoti le labbra, sei in calore come piace a me, sei un sesso che vuole godere e far godere, niente altro desidero in questo momento e tu lo assapori come una vittoria.
Ma io resto fermo conficcato nel corpo della mia preda, voglio vedere come si agita, come cerca di sfuggire al suo destino ma so che non e’ vero, tu lo vuoi come e piu’ di me, io ti ho presa ma tu mi possiedi dentro di te e mi ingoi, siamo un solo corpo.
— Ti prego, pompami, sbattimi, non fermarti piu’. Ho il tuo cazzo dentro e non avevo nemmeno immaginato come fosse forte e dolce. Chiavami amore, montami, fammi sentire che sono l’unica femmina al mondo per te e che mi vuoi piu’ di tutto.
Le parole sono un sussurro che mi accarezza l’orecchio, mi viene da sorridere dei tuoi dubbi e dei tuoi ripensamenti anche solo un’ora fa, era davvero tutto cosi’ facile, bastava togliere le catene alla nostra natura e lasciare che facesse il suo corso, lei sa cosa e’ giusto ed ingiusto. Questa e’ la cosa giusta, il resto non conta piu’.
Lentamente mi ritraggo, mi sembra che ci voglia una eternita’ per uscire dalla tua tana calda e tu mi stringi, mi abbracci, non vuoi che il tuo maschio ti lasci senza averti dimostrato la sua potenza ed il suo possesso, senza averti segnata per sempre con il suo seme ed il suo odore forte, lo sento da come mi stringi, da come il tuo sesso non vuole lasciarmi fuggire.
Diventi violenta man mano che ti senti  svuotata, ma e’ un attimo, con violenza mi lascio cadere sopra di te e affondo senza riguardo il bastone lungo nella fessura spalancata. Di nuovo ti manca il respiro ma io adesso non mi fermo, arretro lentamente e spingo me stesso dentro di te con l’energia delle mie reni, hai capito che questo e’ il ritmo dell’amore, la smorfia che hai sul viso e’ stupenda, sai che cosa ti aspetta e lo vuoi, lo desideri sopra ogni cosa, lo pretendi dal tuo uomo come un diritto di donna .
— Ah ah ah ah si cosi’ sfondami. Non smettere, spingi il tuo cazzo piu’ dentro che puoi, fammi male, usami come ti piace. Sei un porco a montarmi cosi come una vacca, a spingere come un indemoniato ma mi piace, non mi e’ mai piaciuto cosi’ tanto. Fottimi tutta sino in fondo, sono qui per questo e sono felice.
Le mammelle ballonzolano di lato, le tue braccia mi afferrano quasi ad impedirmi ogni movimento, il tuo bacino mi impone il ritmo, vuoi essere penetrata forte, impalata senza riguardo ed e’ quello che voglio fare e faccio senza ritegno. Tu mi cerchi, lo so che vuoi farmi perdere la testa ed impedirmi di pensare, vuoi che scarichi la mia voglia contro il tuo utero, che lo allaghi di seme forte e caldo, questo vuole una femmina in calore, essere impregnata dal suo maschio, sentirlo potente ma preda, essere in quel momento davvero sua, capire che lui le appartiene completamente.
Anch’io non posso pensare ad altro, le mie reni si muovono secondo l’istinto, spingo, spingo sempre piu’ forte e tu mi inciti, senti le mie palle sbatterti contro e sai che in quel preciso momento siamo uniti completamente, lo vuoi, lo desideri, ne hai bisogno piu’ dell’aria che respiri. Ed io anche non potrei piu’ fermare la voglia che mi hai scatenata, voglia di possesso, urgenza di possedere e di essere posseduto.
Mi abbandono su di te, sento i tuoi seni schiacciati contro il mio petto e le tue braccia che mi stringono forte, mi inebria il tuo calore e l’odore di femmina che mi circonda, hai le labbra morbide e bagnate, ti cerco la lingua e mi riempie la bocca. Poi mi sollevo e ti guardo, i capelli ti segnano il viso ed i tuoi occhi sono come carboni ardenti.
— Dimmi che sono la tua femmina, dimmelo, dimmi che sono la tua figa. Dimmi che non hai mai gustato una figa piu’ dolce, dimmi che non ne vorrai altre per godere, che nessuna riuscira’ a farti felice come me. Dimmi che sei mio, adesso e per sempre. Dimmelo !
Vorrei sorridere ma credo che anche sul mio viso ci sia solo una smorfia di lussuria, mi sento munto, risucchiato dentro di te, vorrei dirti che e’ vero quello che mi chiedi, in questo momento sei l’unica donna al mondo per me, e’ vero. Ma tu vuoi sentirlo dire, ne hai bisogno.
— Cazzo, brutto porco ! Dimmi che una figa come la mia non l’hai mai provata, dimmi che non ne hai mai sentita un’altra che ti sappia far godere come faccio io. Adesso ti succhiero’ tutta la sborra che hai e sara’ solo mia, nessuna altra potra’ farsi riempire da te, mai piu’ ! Ah, ah, ah, senti come ti voglio ? Senti come sono tua ? Riempimi di te.
Si, e’ vero, non comando piu’ il mio corpo, lo sento agitarsi sopra di te, mi sento il piacere nascere sotto lo scroto e sei tu che lo comandi. Anch’io ansimo, con le mani ti ho spalancato le cosce e guardo il mio cazzo entrare ed uscire dalla tua fessura fradicia, lo spettacolo mi ipnotizza e vorrei che vedessi anche tu come scivolo facilmente nel tuo buco bagnato, mi sembra di non aver fatto altro tutta la vita che entrare ed uscire dalla tua tana, mi sento realizzato e felice.
Pero’ vorrei fermarmi, far durare di piu’ questo momento magico ma non posso e tu me lo impediresti, hai capito che sto per venire ed e’ cio’ che desideri dal primo momento come omaggio estremo alla tua femminita’ prorompente. Mi lascio andare e non controllo piu’ la mia bestialita’, anch’io ho bisogno di scaricare tutto il mio piacere dentro di, adesso, subito.
— Si, cosi, non fermarti, lasciati andare dentro di me, riempimi il ventre, non trattenerti, ti sto aspettando per godere con te, non tardare. Quando sentiro’ i tuoi getti bollenti contro l’utero godro’ anch’io e lo spalancherò per accoglierti, sono tua completamente.
Non farmi aspettare, riempimi, ti prego.
Non c’è’ bisogno di chiedermelo, ormai sento il piacere ribollire alla base e salire lungo l’asta, l’istinto bestiale di impregnare non puo’ essere controllato ed io mi ci abbandono. Il primo spasimo di piacere mi sorprende sempre e mi toglie la ragione, mi blocco immobile conficcato a fondo e trattengo il respiro. Il primo schizzo si infrange contro la tua intimità profonda e sento che lei si contrae, voglio guardarti negli occhi nel momento in cui sei davvero totalmente mia.
Ma le tue pupille sono opache, sei persa nel piacere, incapace di percepire altro del mondo che i miei getti di lava bianca che ti stanno allagando. Sei bella, sei la cosa piu’ bella del mondo, sei infinitamente femmina, sei mia. Mi aspiri, mi bevi, accompagni ogni mio spasimo con un sospiro di gioia, di vittoria.
Io resto immobile e continuo ad iniettarmi dentro di te, il tempo non esiste, solo io e te ed anche tu sei immobile, mi stai ricevendo e soltanto i tuoi muscoli vaginali si contraggono per mungermi completamente, non potrei piu’ fermarmi in ogni caso ma continuo a donarti il meglio di me senza limiti.
— Dio come sei caldo ! Vieni, vieni dentro di me non fermarti. Ti sento caldo e dolce, hai il cazzo che freme quando schizza, sto impazzendo di piacere. Ma quanta ne hai ? La voglio tutta !
Lo capisco da come ti allarghi per farmi entrare sempre di piu’ da come il tuo corpo freme e dalle goccioline di sudore che ti imperlano il mento, il tuo odore di femmina in calore mi manda fuori di testa. Io continuo a sborrare ma adesso senza violenza, quasi dolcemente mi scarico in fondo alla tua figa, ho voglia di baciarti e dirti che sei la mia donna, in questi momenti si puo’ solo essere sinceri. Ma non ci riesco perche’ il tuo bacio non vuole finire piu’, siamo stretti e fusi come un solo corpo, perduti uno dentro all’altro. Ma le parole non contano e non servono in questi momenti.
Mi abbandono su di te, sento il calore che mi avvolge il cazzo che si sta afflosciando lentamente dopo aver compiuto il suo dovere di iniettare il seme nell’utero della donna, mi piace rimanerti vicino e lasciare che i nostri corpi si scambino gli odori ed i sapori.
Sento che la tua bocca cerca il mio orecchio, il tuo respiro e’ caldo e dolce, mi provoca brividi lungo tutta la schiena, sono felice, le tue parole sono un sussurro che fatico ad ascoltare ed a capire, il piacere mi impedisce di essere lucido.
— Gabriele, volevo dirti che ti ho mentito, non e’ vero che prendo la pillola, anzi sono nel momento piu’ fertile del ciclo. Perdonami ma non ho potuto fare a meno di concedermi questo piacere, volevo essere sicura che mi avresti messa  incinta. Te lo giuro, sono stata io a volermi sentire veramente e totalmente femmina. Mi gira la testa solo a pensarci ma sono la donna piu’ felice ed appagata dell’universo.
Fatico a mettere a fuoco quello che mi hai detto, mi sollevo e vedo che tu sorridi anche se nei tuoi occhi c’e’ un’ombra di timore, sembri una bimba che ha rubato la marmellata. Mi sento un groppo al petto e vorrei coprirti di baci e di carezze ma resto immobile e ti guardo con tenerezza e gioia.
Dopo un attimo mi accorgo che il mio cazzo dentro di te sta ritornando duro, anzi credo che non lo sia mai stato cosi’ tanto e tu mi sorridi rinfrancata, hai capito che anch’io lo volevo e lo voglio ancora. Lentamente ricomincio a muovermi e tu mi stringi da dietro, mi vuoi di nuovo in fondo a te ed io non posso essere altrove.
Mentre sto per perdere di nuovo la ragione mi viene da sorridere, sono sicuro che e’ stato un tuo gioco per eccitarmi e sentirti femmina come non mai. Si, sono convinto che la pillola l’hai presa ma mentre mi trascini di nuovo negli abissi del piacere entrambi scacciamo questa certezza e lasciamo che il sogno ci porti oltre ogni limite.
Poi il mondo scompare e restiamo solo io e te, di nuovo e per sempre uniti.
Gabriele Arcangeli   gabryarcangeli@gmail.com 

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