Elenco blog personale

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Barbara 3

“Conosco mio marito da quando eravamo studenti e l’intesa tra di noi e’ sempre stata perfetta, siamo davvero due corpi ed una anima sola da sempre. Anche adesso ci basta uno sguardo per capirci, se lo perdessi potrei morirne. Finita l’Universita’ ci siamo sistemati con il lavoro ed abbiamo deciso di sposarci cosi’ abbiamo cessato ogni precauzione, entrambi desideravamo un figlio, anzi piu’ di uno. Dopo piu’ di sei mesi non era ancora successo nulla, facevamo sesso spesso e senza alcun riguardo, anzi, ma regolarmente le mestruazioni arrivavano. Io cercavo di stimolarlo in ogni modo, non avevo altre esperienze ma leggevo e mi documentavo sulle riviste erotiche, abbiamo anche affittato filmini porno ma……niente”
“Forse Barbara c’era qualche problema di fertilita’”
“Abbiamo fatto le analisi e da parte mia tutto era perfetto, anzi, piu’ che perfetto. Per lui invece la fertilita’ era un po’ scarsa, la quantita’ di sperma piuttosto ridotta ma nulla che potesse escludere la fecondazione soprattutto facendo l’amore spesso e intensamente”
Barbara deve essersi accorta che il mio cazzo comincia a riprendere vigore cosi’ ben massaggiato dalle pareti vaginali e non escluderei anche a causa del suo racconto che non mi lascia indifferente.
“Abbiamo scelto al data delle nozze in modo da far coincidere il viaggio con il mio periodo di maggior fertilita’, insomma ci abbiamo messo tutto l’impegno.

Barbara 4

“Non sarai tornata subito in albergo immagino”
“No, appena uscita sono rimasta distesa per un’oretta sulla spiaggia a scaldarmi al sole, non volevo che il seme mi scivolasse fuori, lo sentivo dentro come adesso ed era come un orgasmo continuo per me. Quando sono tornata da mio marito lui si stava svegliando, doccia e colazione ma secondo me deve aver avvertito il cambiamento nel mio umore, pero’ non ha detto nulla”
“Tutto qui ? Mi hai raccontato tutto ? Non credo”
“No, non e’ tutto ma volevo finirla alla svelta. In breve la mattina dopo e sino all’ultimo giorno scappavo appena mio marito si addormentava e andavo a passare la notte nel capanno del pescatore, non ho mai provato tanto piacere in vita mia. La posizione che preferiva era prendermi da dietro, mi chiamava la sua cavalla o mula, non capivo bene.
Tornavo dopo diverse ore grondante di sperma e completamente distrutta e appagata, sono sicura che mio marito avesse capito perfettamente la ragione del mio improvviso cambiamento di umore e di comportamento ma non ne ha mai fatto cenno. Anzi l’ultima sera si e’ inventato un malessere ed e’ andato dormire alle otto, sapeva che dovevamo partire presto il giorno dopo e sono certa che mi ha voluto offrire una intera notte con il il mio amante sconosciuto”
“Non mi piace che tu abbia abbreviato la storia nel momento piu’ bello ma ormai si sta facendo tardi”
“Si Gabry, il tempo vola. Pero’ voglio dirti che al ritorno dal viaggio di nozze ero incinta, lui, i parenti, tutti erano pazzi di gioia come me. Non ti dico quanto siamo impazziti scoprendo che avremmo avuto una bella coppia gemelli”

Nebbia... nebbia....

Nebbia, nebbia, nebbia……….
Questa mattina da Linate non e’ ancora partito un volo e nessuno e’ riuscito ad atterrare. La faccenda comincia a diventare preoccupante dopo le dieci, il volo per Londra durera’ quasi due ore ed io ho la coincidenza per Los Angeles alle 14, ormai i tempi stanno diventando stretti. Nella sala d’attesa c’e’ un sacco di gente, quasi tutti con destinazione Nord Europa e dalle valigette si capisce che non vanno in vacanza, come me del resto.
Finalmente arriva l’annuncio che il volo partira’ da Orio al Serio, tutti a bordo del pullman.
All’arrivo la situazione non e’ migliore, una coltre bianca e soffice avvolge l’aeroporto bergamasco, scendiamo e comunque ci fanno imbarcare sull’aereo, chissa’. Ormai la coincidenza e’ persa ma ci sono altri voli da Londra per la California quindi mantengo la calma. Seduto a bordo aspetto con fiducia ma dopo piu’ di un’ora siamo ancora fermi, i passeggeri cominciano a innervosirsi ed io anche. Sono in un sedile centrale e dall’altra parte del corridoio e’ seduta una donna asiatica, piccoletta, sembra giovane ma e’ difficile valutarne l’eta’. Non capisce nulla di italiano e  quindi mi chiede ogni volta cosa dice il pilota, lei ha la coincidenza a Londra per Hong Kong ancora prima della mia per la California. Le spiego che ormai non ce la facciamo ad arrivare in tempo e lei sembra molto sconfortata.

Jasmine 3

Non fingo imbarazzo. Non riuscirei. Ok, Jasmine. Andiamo in bagno. Ho solo un problema. L’erezione. Non sarà semplice fare pipì. Devo distrarmi. Ridi. Già. Distrarmi.
In piedi, davanti alla tazza. Mi guardi. Sbottono i jeans. Li abbasso più del necessario. Molto di più di quanto farei se fossi solo. A parte il fatto che se fossi solo mi siederei. Non ora. Voglio tu veda. Anche tu vuoi vedere, immagino.
I boxer seguono i pantaloni. Il mio sesso punta verso l’alto. Duro. Lo guardi. Dici qualcosa. Qualcosa che mi piace. Poi resti in attesa. Distolgo lo sguardo da un corpo minuto, proporzionato, desiderato. Chiudo gli occhi. Non so a cosa penso. Non ricordo. Il sangue defluisce. Il muscolo si rilassa. La tua richiesta viene esaudita. La situazione ti diverte. Mi sciacquo velocemente. Torniamo sul letto. Tocca a me. Vinco io stavolta.
Era ora. Finalmente.
Mi osservi sospettosa. Non temi la mia scelta. Semplicemente aspetti.
Abbiamo tempo. Tutto il tempo che vogliamo. Non c’è fretta. Penso.
Jasmine, voglio che ti masturbi. No, non devi spogliarti. Infila la mano nei jeans. Dentro gli slip. E masturbati.
Non tentenni. Ti limiti a puntare i tuoi occhi, grandi, nei miei. Non c’è aria di sfida. Non c’è rimprovero. Ti sdrai sul fianco sinistro. La mano destra sbottona i tuoi jeans. La mano destra si infila fra le tue gambe. Il movimento è inequivocabile.
I miei boxer riprendono a pulsare. La mano si muove. Rotea. Le palpebre calano leggermente. Ad intervalli regolari un tremito attraversa il tuo corpo. Sospiri. Non sei più sul fianco. Inarchi la schiena. Spingi il bacino. Il movimento non è più circolare adesso. E’ lineare.
Avanti. Indietro.
Dentro, immagino. Fuori, immagino.
Non so per quanto tempo vai avanti.
Non so se raggiungi l’orgasmo. Fermati adesso. Ti fermi. Riabbottoni i jeans.
Un altro giro. Altri giri. Quanti? Non lo so.
Jasmine, hai vinto. Adesso vuoi che sia io a masturbarmi. Vuoi guardare. Non devi certo pregarmi. Mi adagio sul letto. sfilo definitivamente i jeans, perchè sia chiaro che non li indosserò nuovamente. Abbasso i boxer. La mia mano si stringe in un movimento più volte provato. Mi masturbo piano. I testicoli sono tesi. Procedo, lento. Vedi Jasmine? La punta è bagnata. Sono molto eccitato. Non lasciare che vada avanti per troppo tempo. Rischio di venire. Così. Da solo. Sarebbe un peccato, non trovi?
Adesso masturbati tu Jasmine. Sì, di nuovo. Senza pantaloni stavolta. Senza niente. I tuoi jeans sono minuscoli. La tua vita è stretta. Il perizoma, nero, è di una misura inimmaginabile.
Quel perizoma, per ragioni che conosciamo solo io e te, Jasmine, resterà a casa mia. Non avrò occasione di restituirtelo. Un giorno verrà individuato nella tasca di un mio vecchio giaccone, in un angolo dell’armadio, da una zelante fanciulla. Temporanea compagna di vita. Non potrò mai dimenticare la sua espressione di fronte al tuo perizoma. Di fronte alla misura del tuo perizoma. Di fronte alla circonferenza dell’elastico.
Sfili il perizoma. Il tuo pube è completamente depilato. Lo intuisco liscio. Appena rasato. Lo constaterò presto. Le labbra sono piccole, non sporgono. Ti sdrai. Le tue gambe si aprono verso il mio sguardo. Il nettare riluce alla fiamma delle candele. Vorrei assaggiarlo. Adesso.
C’è tempo. C’è tempo.
Cominci a toccarti. I movimenti sono uguali ai precedenti. Circolari, sul clitoride. Lineari, dentro la vagina. Piccola, apparentemente stretta da non poterci entrare. Le tue dita entrano, però. In coppia. Come se un solo dito potesse smarrirsi in quel misto di calore ed umido che, per ora, mi limito ad immaginare.
Ho vinto di nuovo io. Baciami. La bocca. Vediamo cosa sai fare. Bocca fresca, profumata. Lingua giovane e sfrontata. Salive che si mischiano. Senza sfiorarci. Solo le bocche incollate.
Suona il cellulare, il mio. E’ Monia.
Jasmine, hai problemi di orario? No. Bene, tanto più che ti accompagnerò io a casa o dovunque vorrai.
Monia? Per stasera non so ancora dirti se riesco a liberarmi, ci sentiamo più tardi.
E’ il tuo turno. Ti masturbo. Sei davvero stretta. Poco profonda. Mi gira la testa al pensiero di penetrarti. Adesso masturbami tu. Piano Jasmine. Piano.
Vinco di nuovo io. Ti chiedo qualcosa di particolare. Qualcosa che sapevi già avrei potuto chiederti. Qualcosa per la quale il tuo perizoma resterà con me. Sostituito da quello che hai nel tuo zaino. Lo fai. Lo facciamo. Mi piace. Ti diverte.
Adesso vuoi di nuovo la mia bocca. La vuoi tra le tue gambe. L’avrai, ma prima togli anche la maglietta. Non indossi il reggiseno. Il seno è piccolo. Tonico. Giovane. Il mio viso affonda fra le tue gambe. Il tempo si ferma. Per entrambi. Nessuno mi ha mai fatto venire così, solo baciandomi. Jasmine, rilassati. Vorrei proprio essere il primo. Almeno in questo. Lo penso ma non lo dico. Mi sdraio sulla schiena. Ti invito a cavalcare il mio viso. Appoggi le mani alla parete. Afferro i tuoi fianchi. La mia lingua riesce a penetrarti quasi interamente. Ti agiti. Così facendo il clitoride è sollecitato dal mio labbro superiore, dal naso. L’orgasmo arriva. Inaspettato. Spingi verso il mio viso. Sei leggera, non mi fai male. Bevo. Ogni goccia del tuo piacere. Sembri esausta. Il gioco prosegue.
Voglio sentire la tua bocca. Su di me. Prendilo in bocca.
Ti avvicini al mio membro. Scosti i capelli. Lo baci. Lo succhi.
Non t’ho insegnato io
quello che stai facendo adesso da dio…
mi fai tremare il cuore, mi fai smettere di respirare
La tua abilità, la partecipazione, la capacità di farmi godere mi stupisce.
Non è possibile. Dimostri un’esperienza che non puoi avere. Non puoi avere.
Ti fermo. Appena in tempo ma ti fermo.
Un altro giro di carte. Jasmine, voglio entrare dentro di te. Voglio fare l’amore con te. Voglio scoparti.
Come? Sdraiati. La sproporzione nelle dimensioni è evidente. Dovrei squarciarti. Dovrei farti male davvero. Dovrei tornare in me e fermarmi. Ma il tuo corpo è pronto come e più del mio. Non ti faccio male. Entro facilmente. In apnea. Entrambi siamo in apnea mentre varco la soglia del tuo corpo. Sollevo le tue gambe sulle mie spalle. Non ho bisogno di entrare del tutto per raggiungere le zone più profonde. Ti piace. Mi piace. Vieni ancora.
E verrai ancora quando sarai tu a cavalcarmi.
Non potrai venire, invece, quando ti prenderò da dietro. La vista delle mie mani sui tuoi fianchi stretti. La tua schiena piccola e perfetta. Le tue natiche sode e vergini. Perdo il controllo. Sono costretto a fermarmi prima che tu raggiunga l’apice del piacere.
Devo venire Jasmine. Devo. Non posso attendere oltre.
Vorrei sentire ancora la tua bocca. Voglio riempire la tua bocca. Mi hai già detto che ti piace ingoiare.
Non esistono ancora i blog ma se tu ne avessi uno potresti farti prestare un banner da una blogger che la pensa come te. E ingoia.
Jasmine riprende a succhiare. Mi rilasso. Non mi trattengo. Poche decine di secondi e il piacere sgorga, schizza fra le sue labbra. Grido, emetto versi incontrollati. Incontrollabili. Spingo, perdo il fiato. Jasmine non si ferma. Si muove, accarezza con la lingua. Rallenta ma non molla. Incrocia il mio sguardo, sorride, sempre tenendo il cazzo in bocca.
Poi lo lascia andare. Una goccia di sperma finora rimasta intrappolata nei cunicoli che dai testicoli risalgono al glande, decide di fuggire. La lingua di Jasmine se ne impossessa trasmettendomi un ulteriore brivido di piacere.
La tiro a me. Sul mio corpo. Bacio la sua bocca. Jasmine, sei semplicemente fantastica. Ride. Probabilmente non ti rendi conto. No. Credo proprio di no.
Il gioco prosegue. Ancora sentirò il tuo sapore. Ancora sentirai il mio. Monia può aspettare.

Dentro di te

Entrare dentro di te, piano, sentire la punta grossa e rigida scivolare a fatica all’ingresso del tuo tunnel caldo e bagnato, mi piace gustare la  penetrazione, assaporarla come una conquista.
Di colpo pero’ la voglia esplode, il bisogno di sfondare, l’istinto del maschio che vuole violare la femmina, schiacciarsi contro il collo dell’utero, trafiggerti senza remissione, infilzarti senza pieta’.
Mi piace rimanere piantato a fondo, capire che ti posseggo finalmente, accorgermi che il tuo respiro si e’ fermato, vedere la tua bocca spalancata, le tue labbra umide, i tuoi occhi sbarrati di stupore nel sentire cosa significa appartenere completamente ad un uomo, essere la sua donna.Mi piace, spingerei ancora sino ad entrare completamente dentro di te e fare di noi una sola cosa, mi accorgo che anche tu lo vuoi, le tue gambe spalancate mi invitano, hai bisogno di ingoiare la mia lancia e sentire che e’ tutta tua, lunga, dura, piena di voglia e di seme. Adesso respiri forte, le tue anche ondeggiano e la tua guaina mi massaggia la spada  immobile dentro di te, anche tu senti l’istinto animale della donna che vuole far godere il suo uomo, sentire la sua voglia diventare incontenibile e farlo esplodere di piacere caldo e denso nella tua intimita’ piu’ segreta e profonda, dove c’e’ il senso ed il miracolo della vita. Si, lo sento ed io non posso sottrarmi alle tue arti.
Si mi vuoi anche tu come ti voglio io, il mondo non esiste piu’ intorno a noi, solo la voglia ancestrale guida i nostri corpi, niente e nessuno ci potrebbe impedire ormai di compiere l’atto per il quale ci siamo accoppiati. Ti guardo i seni che si alzano ritmicamente, sono turgidi, i capezzoli duri e lunghi sembrano esplodere, scuoti la testa a destra ed a sinistra mordendoti le labbra, sei in calore come piace a me, sei un sesso che vuole godere e far godere, niente altro desidero in questo momento e tu lo assapori come una vittoria.
Ma io resto fermo conficcato nel corpo della mia preda, voglio vedere come si agita, come cerca di sfuggire al suo destino ma so che non e’ vero, tu lo vuoi come e piu’ di me, io ti ho presa ma tu mi possiedi dentro di te e mi ingoi, siamo un solo corpo.
— Ti prego, pompami, sbattimi, non fermarti piu’. Ho il tuo cazzo dentro e non avevo nemmeno immaginato come fosse forte e dolce. Chiavami amore, montami, fammi sentire che sono l’unica femmina al mondo per te e che mi vuoi piu’ di tutto.
Le parole sono un sussurro che mi accarezza l’orecchio, mi viene da sorridere dei tuoi dubbi e dei tuoi ripensamenti anche solo un’ora fa, era davvero tutto cosi’ facile, bastava togliere le catene alla nostra natura e lasciare che facesse il suo corso, lei sa cosa e’ giusto ed ingiusto. Questa e’ la cosa giusta, il resto non conta piu’.
Lentamente mi ritraggo, mi sembra che ci voglia una eternita’ per uscire dalla tua tana calda e tu mi stringi, mi abbracci, non vuoi che il tuo maschio ti lasci senza averti dimostrato la sua potenza ed il suo possesso, senza averti segnata per sempre con il suo seme ed il suo odore forte, lo sento da come mi stringi, da come il tuo sesso non vuole lasciarmi fuggire.
Diventi violenta man mano che ti senti  svuotata, ma e’ un attimo, con violenza mi lascio cadere sopra di te e affondo senza riguardo il bastone lungo nella fessura spalancata. Di nuovo ti manca il respiro ma io adesso non mi fermo, arretro lentamente e spingo me stesso dentro di te con l’energia delle mie reni, hai capito che questo e’ il ritmo dell’amore, la smorfia che hai sul viso e’ stupenda, sai che cosa ti aspetta e lo vuoi, lo desideri sopra ogni cosa, lo pretendi dal tuo uomo come un diritto di donna .
— Ah ah ah ah si cosi’ sfondami. Non smettere, spingi il tuo cazzo piu’ dentro che puoi, fammi male, usami come ti piace. Sei un porco a montarmi cosi come una vacca, a spingere come un indemoniato ma mi piace, non mi e’ mai piaciuto cosi’ tanto. Fottimi tutta sino in fondo, sono qui per questo e sono felice.
Le mammelle ballonzolano di lato, le tue braccia mi afferrano quasi ad impedirmi ogni movimento, il tuo bacino mi impone il ritmo, vuoi essere penetrata forte, impalata senza riguardo ed e’ quello che voglio fare e faccio senza ritegno. Tu mi cerchi, lo so che vuoi farmi perdere la testa ed impedirmi di pensare, vuoi che scarichi la mia voglia contro il tuo utero, che lo allaghi di seme forte e caldo, questo vuole una femmina in calore, essere impregnata dal suo maschio, sentirlo potente ma preda, essere in quel momento davvero sua, capire che lui le appartiene completamente.
Anch’io non posso pensare ad altro, le mie reni si muovono secondo l’istinto, spingo, spingo sempre piu’ forte e tu mi inciti, senti le mie palle sbatterti contro e sai che in quel preciso momento siamo uniti completamente, lo vuoi, lo desideri, ne hai bisogno piu’ dell’aria che respiri. Ed io anche non potrei piu’ fermare la voglia che mi hai scatenata, voglia di possesso, urgenza di possedere e di essere posseduto.
Mi abbandono su di te, sento i tuoi seni schiacciati contro il mio petto e le tue braccia che mi stringono forte, mi inebria il tuo calore e l’odore di femmina che mi circonda, hai le labbra morbide e bagnate, ti cerco la lingua e mi riempie la bocca. Poi mi sollevo e ti guardo, i capelli ti segnano il viso ed i tuoi occhi sono come carboni ardenti.
— Dimmi che sono la tua femmina, dimmelo, dimmi che sono la tua figa. Dimmi che non hai mai gustato una figa piu’ dolce, dimmi che non ne vorrai altre per godere, che nessuna riuscira’ a farti felice come me. Dimmi che sei mio, adesso e per sempre. Dimmelo !
Vorrei sorridere ma credo che anche sul mio viso ci sia solo una smorfia di lussuria, mi sento munto, risucchiato dentro di te, vorrei dirti che e’ vero quello che mi chiedi, in questo momento sei l’unica donna al mondo per me, e’ vero. Ma tu vuoi sentirlo dire, ne hai bisogno.
— Cazzo, brutto porco ! Dimmi che una figa come la mia non l’hai mai provata, dimmi che non ne hai mai sentita un’altra che ti sappia far godere come faccio io. Adesso ti succhiero’ tutta la sborra che hai e sara’ solo mia, nessuna altra potra’ farsi riempire da te, mai piu’ ! Ah, ah, ah, senti come ti voglio ? Senti come sono tua ? Riempimi di te.
Si, e’ vero, non comando piu’ il mio corpo, lo sento agitarsi sopra di te, mi sento il piacere nascere sotto lo scroto e sei tu che lo comandi. Anch’io ansimo, con le mani ti ho spalancato le cosce e guardo il mio cazzo entrare ed uscire dalla tua fessura fradicia, lo spettacolo mi ipnotizza e vorrei che vedessi anche tu come scivolo facilmente nel tuo buco bagnato, mi sembra di non aver fatto altro tutta la vita che entrare ed uscire dalla tua tana, mi sento realizzato e felice.
Pero’ vorrei fermarmi, far durare di piu’ questo momento magico ma non posso e tu me lo impediresti, hai capito che sto per venire ed e’ cio’ che desideri dal primo momento come omaggio estremo alla tua femminita’ prorompente. Mi lascio andare e non controllo piu’ la mia bestialita’, anch’io ho bisogno di scaricare tutto il mio piacere dentro di, adesso, subito.
— Si, cosi, non fermarti, lasciati andare dentro di me, riempimi il ventre, non trattenerti, ti sto aspettando per godere con te, non tardare. Quando sentiro’ i tuoi getti bollenti contro l’utero godro’ anch’io e lo spalancherò per accoglierti, sono tua completamente.
Non farmi aspettare, riempimi, ti prego.
Non c’è’ bisogno di chiedermelo, ormai sento il piacere ribollire alla base e salire lungo l’asta, l’istinto bestiale di impregnare non puo’ essere controllato ed io mi ci abbandono. Il primo spasimo di piacere mi sorprende sempre e mi toglie la ragione, mi blocco immobile conficcato a fondo e trattengo il respiro. Il primo schizzo si infrange contro la tua intimità profonda e sento che lei si contrae, voglio guardarti negli occhi nel momento in cui sei davvero totalmente mia.
Ma le tue pupille sono opache, sei persa nel piacere, incapace di percepire altro del mondo che i miei getti di lava bianca che ti stanno allagando. Sei bella, sei la cosa piu’ bella del mondo, sei infinitamente femmina, sei mia. Mi aspiri, mi bevi, accompagni ogni mio spasimo con un sospiro di gioia, di vittoria.
Io resto immobile e continuo ad iniettarmi dentro di te, il tempo non esiste, solo io e te ed anche tu sei immobile, mi stai ricevendo e soltanto i tuoi muscoli vaginali si contraggono per mungermi completamente, non potrei piu’ fermarmi in ogni caso ma continuo a donarti il meglio di me senza limiti.
— Dio come sei caldo ! Vieni, vieni dentro di me non fermarti. Ti sento caldo e dolce, hai il cazzo che freme quando schizza, sto impazzendo di piacere. Ma quanta ne hai ? La voglio tutta !
Lo capisco da come ti allarghi per farmi entrare sempre di piu’ da come il tuo corpo freme e dalle goccioline di sudore che ti imperlano il mento, il tuo odore di femmina in calore mi manda fuori di testa. Io continuo a sborrare ma adesso senza violenza, quasi dolcemente mi scarico in fondo alla tua figa, ho voglia di baciarti e dirti che sei la mia donna, in questi momenti si puo’ solo essere sinceri. Ma non ci riesco perche’ il tuo bacio non vuole finire piu’, siamo stretti e fusi come un solo corpo, perduti uno dentro all’altro. Ma le parole non contano e non servono in questi momenti.
Mi abbandono su di te, sento il calore che mi avvolge il cazzo che si sta afflosciando lentamente dopo aver compiuto il suo dovere di iniettare il seme nell’utero della donna, mi piace rimanerti vicino e lasciare che i nostri corpi si scambino gli odori ed i sapori.
Sento che la tua bocca cerca il mio orecchio, il tuo respiro e’ caldo e dolce, mi provoca brividi lungo tutta la schiena, sono felice, le tue parole sono un sussurro che fatico ad ascoltare ed a capire, il piacere mi impedisce di essere lucido.
— Gabriele, volevo dirti che ti ho mentito, non e’ vero che prendo la pillola, anzi sono nel momento piu’ fertile del ciclo. Perdonami ma non ho potuto fare a meno di concedermi questo piacere, volevo essere sicura che mi avresti messa  incinta. Te lo giuro, sono stata io a volermi sentire veramente e totalmente femmina. Mi gira la testa solo a pensarci ma sono la donna piu’ felice ed appagata dell’universo.
Fatico a mettere a fuoco quello che mi hai detto, mi sollevo e vedo che tu sorridi anche se nei tuoi occhi c’e’ un’ombra di timore, sembri una bimba che ha rubato la marmellata. Mi sento un groppo al petto e vorrei coprirti di baci e di carezze ma resto immobile e ti guardo con tenerezza e gioia.
Dopo un attimo mi accorgo che il mio cazzo dentro di te sta ritornando duro, anzi credo che non lo sia mai stato cosi’ tanto e tu mi sorridi rinfrancata, hai capito che anch’io lo volevo e lo voglio ancora. Lentamente ricomincio a muovermi e tu mi stringi da dietro, mi vuoi di nuovo in fondo a te ed io non posso essere altrove.
Mentre sto per perdere di nuovo la ragione mi viene da sorridere, sono sicuro che e’ stato un tuo gioco per eccitarmi e sentirti femmina come non mai. Si, sono convinto che la pillola l’hai presa ma mentre mi trascini di nuovo negli abissi del piacere entrambi scacciamo questa certezza e lasciamo che il sogno ci porti oltre ogni limite.
Poi il mondo scompare e restiamo solo io e te, di nuovo e per sempre uniti.
Gabriele Arcangeli   gabryarcangeli@gmail.com 

Angela 7

Scendiamo e prendo la macchina in garage, non ho voglia di pranzare in citta’, magari rapidamente, ho voglia di prendermi un momento di relax con Paola. Prendo la tangenziale ed il traffico non e’ intenso cosi’ in poco tempo arrivo ad un ristorantino in campagna che conosco bene, molto tranquillo e adatto per un pranzetto intimo senza il rischio di incontrare amici o clienti scocciatori.
Paola e’ radiosa, non finisce di stupirmi come si senta a suo agio con me ed io con lei, sembriamo una coppia affiatata, non amanti clandestini.
Durante il pranzo approfitto del vino e dell’atmosfera allegra per chiederle di suo fratello, quello che mi ha rivelato Angela mi incuriosisce ma Paola non sembra dar molto peso all’argomento, forse ho dato credito alle fantasie di una ragazzina e non insisto. Al termine del pranzo siamo entrambi rilassati e l’idea di tornare in ufficio non mi entusiasma per nulla, oggi sono felice e anche un po’ sfaticato.

Angela 5

“Scusa Angela, ti ho chiamata come una ragazza che ho conosciuto nei giorni scorsi e devo dire che me la ricordi molto, dovreste avere la stessa eta’ e anche lei e’ molto carina. Se vuoi non mi sbaglio piu’ ma credimi che e’ un complimento che ti ho fatto”
Non alza gli occhi e vedo che si stropiccia le mani, ha capito che io ho capito e non sa prevedere la mia reazione, sta aspettando di vedere dove andro’ a parare.
“Angela non credevo di metterti cosi’ a disagio, ti chiedo scusa. Pero’ posso dirti che Angy e’ una cara ragazza e anche una amante molto sensuale e calda. E’ giovane ma sa benissimo come far impazzire di desiderio e di piacere un uomo, il sesso le piace molto. Mi piacerebbe chiamarti con il suo nome, Angy, mi fa tornare alla mente ricordi molto belli. Ti dispiace se lo faccio ?”
Lei rimane in silenzio con gli occhi bassi respirando con la bocca aperta poi sbotta tutto d’un fiato.
“Se le fa piacere Dottore, mi chiami pure Angy, anche mio zio lo faceva e mi piaceva molto”

Angela 1

Nell’invitarmi a cena da lei questa sera Paola mi aveva parlato di una sorpresa, lo sa benissimo che la mia curiosita’ e’ patologica e che non avrei resistito ad accettare.
Arrivo un po’ tardi, sono ormai a tavola, nell’aprirmi la porta mi bacia, ma un po’ di nascosto, non e’ per caso che il marito e’ diventato geloso ? Mi viene da ridere, l’ipotesi non e’ da prendere sul serio .
Sono tutti a tavola ed in effetti una novità si nota subito, una ragazzina dal viso sorridente, direi che non ha sedici anni, che mi guarda con curiosità. Paola da buona padrona di casa si affretta a fare le presentazioni. “Angela, questo signore e’ Il dott. Gabriele, il mio capo, te ne avevo parlato vero ? Dottore le presento Angela, la figlia di mia sorella che vive a Roma. E’ a Bologna per uno stage sulle tecnologie alimentari e sarà ospite da me per un mesetto. Non la trova carina e simpatica ?”
Non fatico ad annuire, ha un’aria cosi’ fresca e giovane da mettere allegria, quando si alza per darmi la mano non posso fare a meno di notare la gonna corta ed l’ombelico scoperto vicino al quale spicca un piccolo tatuaggio, non capisco cosa rappresenti ma attrae l’attenzione e penso che sia questo il risultato voluto

l'Inglese a Tenerife

Arrivo tardi per la colazione e Stefano e’ gia’ al tavolo.
— Dormito bene ? Ti avevo detto che a Tenerife si sta proprio bene !
— Certo e ti ringrazio. Ma ho tanta fatica e stress arretrati che passerei la vacanza a letto. Sonia e’ ancora a letto ?
— No, e’ uscita presto per la sua passeggiata mattutina, il suo medico dice che fa molto bene all’organismo ed alla linea, sai come sono le donne. Dovrebbe essere di ritorno presto.
Iniziamo la colazione e nel tavolo al nostro fianco ci sono tre donne sulla trentina, inglesi, che davvero non sono male. Ridono, scherzano e ci guardano spesso, secondo me sono interessate alla nostra compagnia.
Stefano ha gia’ capito tutto e le ricambia con sorrisi e attenzioni. Se solo mi rimanesse una goccia di sborra nei coglioni la offrirei volentieri alle nostre vicine. Comunque tengo mano al corteggiamento del mio amico.
Basta qualche battuta e amicizia e’ fatta. Sono un po’ secche per i mei gusti ma una ha un culo degno di nota, il ricordo di Sonia mi ha lasciato un po’ di appetito in quel senso, l’oggetto mi attira, non posso negarlo.
Le inglesi sono gia’ da una settimana nell’Hotel e non hanno l’aria di essersi poi divertite tanto, si capisce che per loro non c’e’ stata abbondanza di uomini a Tenerife, quasi tutti ragazzini o sposati con pancetta e consorte.
Continuiamo a scherzare ma io e Stefano ci accorgiamo che le nostre amiche non hanno poi tanta voglia di giocare. Quella che preferisco fa di tutto per mettere in mostra le chiappe, davvero notevoli. Si capisce che gradirebbero approfondire la conoscenza alla svelta, l’appetito le rende molto intraprendenti.
Sul piu’ bello pero’ arriva Sonia e capisce al volo la situazione. Fa buon viso a cattivo gioco ma si capisce subito che la presenza delle rivali non le va giu’, ormai la conosco bene anch’io. Ci racconta della lunga passeggiata e insiste per andare subito al mare tutti insieme.
Salutiamo le vicine che ricambiano un po’ deluse e andiamo a cambiarci per la spiaggia. Poi usciamo dal residence e raggiungiamo una spiaggetta tra gli scogli. .
Sonia e’ sempre molto quieta, a volte sembra quasi non esistere, ma la sua presenza mi turba non poco. Si toglie il reggiseno e stende al sole le sue tette stupende, poi si gira e scalda le chiappe al sole, uno spettacolo da far impallidire le altre donne intorno.
Il ricordo poi di quello che e’ successo un’oretta fa mi fa rizzare di nuovo la verga, se continua cosi’ devo acquistarmi un costume piu’ ampio. Mi stendo sulla sabbia per nascondere l’erezione ma non credo che sia sfuggita a Sonia poco distante da me.
Stefano si mostra molto allegro e fa continui commenti sugli spettacoli che abbiamo intorno, io fingo di stare al gioco anche perche’ Sonia, fingendo di dormire, mi tiene sotto stretto controllo. Devo dire che la situazione, invece che disturbarmi, mi eccita in modo incredibile.
Anche le nostre amiche arrivano e si piazzano poco lontane, la spiaggia e’ molto stretta, tette al vento e una addirittura si mette nuda del tutto. Devo dire che lo spettacolo non e’ male, se non avessi Sonia vicino a me non resisterei alla tentazione di abbordarle.
L’inglese nuda mi sorride e si distende in modo da mettermi il suo pube nudo proprio davanti agli occhi. Da dove mi trovo ho sotto il naso uno spettacolo fantastico a meno di un paio di metri. Una bella passera rossa con il pelo ben curato e sottile, si vedono perfettamente le labbra turgide leggermente aperte e il buchino del culo appena sotto. Quando si muove vedo chiaramente l’interno rosa della figa umida.
Ormai ho il cazzo duro schiacciato contro la sabbia calda e non oso muovermi, sento che l’eccitazione mi sta crescendo dentro ad ondate. Cerco di distrarmi ma proprio non ci riesco.
So che Sonia mi sta tenendo sotto controllo in modo discreto ma attento allora decido di togliermi dall’imbarazzo e tornare in albergo, ho appetito e sento anche il bisogno di riposarmi un po’.
— Per me sta facendo gia’ troppo caldo, credo che andro’ a fare uno spuntino e a riposarmi un po’ sotto le palme. Magari ritorno fra un’oretta.
— Ok, noi restiamo per farci un bagno, ci trovi ancora qui per un paio d’ore. Vero Sonia ?
Lei sembra svegliarsi dal sonno e conferma. So benissimo che vuole tenere d’occhio le rivali, il fatto che io me ne vada non la tranquillizza del tutto.
Nascondo la mia erezione con l’asciugamano legato ai fianchi e mi avvio dopo aver pero’ dato una ultima intensa occhiata alla inglese nuda che mi sorride un po’ disorientata. Ha capito che lo show ha fatto effetto e la ragione dell’asciugamano sui miei fianchi, mi lancia un sorriso complice che io ricambio.
Risalgo gli scogli ma l’idea di tornare in albergo da solo non mi sembra piu’ cosi’ brillante, sono in piena erezione e Sonia restera’ con Stefano almeno sino al tardo pomeriggio. Nonostante faccia sesso come non mai da quando ho messo piede su quest’isola mi sento addosso sempre piu’ voglia. Stefano deve aver ragione, Tenerife e’ un’isola magica.
Dall’alto riesco a vedere una parte della spiaggetta e mi sposto in modo da osservare ancora le inglesi distese ma al riparo dalla vista dei miei amici. La rossa adesso si e’ seduta piu’ composta, aveva fatto lo spettacolo proprio per me allora. Mi interessa sempre di piu’ la biricchina.
Anche lei si accorge di me e mi guarda dal basso, io accenno un saluto con la mano e non mi muovo. Deve essere molto furba perche’ non risponde al saluto, si alza con fare indifferente, si infila gli slip e si dirige verso l’acqua.
Dopo un bel tuffo inizia a nuotare verso il largo sempre sotto il mio sguardo, poi devia verso destra quando e’ sicura di non essere visibile dalla spiaggia. Io dall’alto non perdo nulla e la vedo dirigersi verso un gruppo di scogli a qualche centinaio di metri dalla spiaggetta. Altre zone di sabbia non ce ne sono o sono tutte affollate di bagnanti. Mi piace sempre di piu’ la fanciulla.
Arriva agli scogli e sale uno basso e liscio a pelo dell’acqua, si toglie di nuovo lo slip e si distende supina. Io mi sono gia’ avvicinato a lei e mentre scendo con cautela mi godo lo spettacolo del suo culo che si sta asciugando al sole. Lei non si muove, non alza nemmeno la testa, sembra dormire.
Quando arrivo sullo scoglio vedo che siamo ben nascosti alla vista, solo dal mare o dalla cima della scogliera qualcuno potrebbe vederci. Nessuno pero’ sembra in vista. Lei rimane sempre ferma ma si e’ sicuramente accorta della mia presenza.
Appena comincio ad accarezzarle le chiappebianche allarga le gambe e mi mostra il ciuffo rosso e le labbra succose della figa che avevo gia’ gustato. Continuo il massaggio, poi le infilo un dito nella passera, e’ bagnata fradicia. Lei cerca di fare l’indifferente ma sento che sta ansimando, muove il culo e spalanca sempre di piu’ le gambe per facilitare il mio ingresso.
Mi tolgo il costume in un attimo e mi ritrovo con una verga durissima tra le gambe, per me adesso esiste solo quella figa rossa e quel culo da sfondare. Lei continua a rimanere distesa e non mi ha degnato di un’occhiata, questo atteggiamento mi eccita ancora di piu.
Mi abbasso e quasi sommerso dall’acqua comincio a leccarle la figa ed il buchino, adesso fa fatica a stare ferma, si agita, mugola parole in inglese, sta andando in calore come una troia. Forse dalle sue parti non sanno leccare le passere come da noi, comunque ormai sta perdendo la sua indifferenza, salta come una puledra.
A questo punto anche per me diventa difficile resistere, mi rialzo e le punto la cappella tra le labbra pelose. Anche vista la posizione le farei volentieri il culo ma il sale che ci ricopre non lubrifica l’entrata, anzi rischia di bruciare non poco. Ma e’ lei che mi toglie dal dubbio, alza le braccia e con un colpo secco mi fa entrare nella figa sino in fondo. Resto un attimo fermo per gustarmi il calore della vagina poi comincio a pomparla come un pazzo. La roccia deve essere dura ma lei sembra non preoccuparsi, risponde colpo su colpo e sento i suoi orgasmi avvolgermi la verga in successione. Aveva proprio urgenza di una bella pistonata, eccola servita.
Spero che non ci sia nessuno ad osservarci perche’ vado avanti forte e duro per almeno venti minuti, lei continua a spingere, a incitarmi e a godere come una vacca. Sara’ che sono meta’ immerso nell’acqua fredda ma sento ancora la sborrata lontana e continuo con dei colpi da aprire in due questa figa inglese.
Deve essere venuta una decina di volte quando sembra recuperare un po’ di ragione. Sempre sotto i colpi si volta verso di me mi implora di non venire, e’ stravolta dal godimento ma ha un’aria davvero spaventata. Si divincola, cerca di farmi uscire ma io continuo imperterrito. E’ una situazione incredibile, ho una figa infilata sul cazzo che gode e mi implora di uscire. No, cara mia, anch’io devo venire, non se ne parla nemmeno.
Poi capisco, mi sta implorando di non venirle dentro, magari non ha protezione e rischia di rimanere incinta. Confesso che l’idea mi fa eccitare ancora di piu’ per un momento ma cerco di essere ragionevole. Mi fermo un attimo sempre piantato contro il suo utero e lei sembra calmarsi. Estraggo piano il cazzo fradicio dei suoi umori e lo punto sul suo buco del culo. Tenta un po di divincolarsi ma io non cedo, se non posso venirti nella figa mi devi dare il culo. Elementare !
Spingo sempre piu’ forte e la punta comincia ad entrare, un colpo secco e sono nel suo retto. La lubrificazione ha fatto effetto, riprendo a pompare come un matto. Deve farle male subito perche’ si lamenta ma sempre piu’ debolmente, le infilo due dita nella passera fradicia e lei riprende a godere come prima.
Un culetto stretto e’ micidiale per me, dopo qualche minuto mi sento ribollire i coglioni, sono pronto a scaricarmi. Lei se ne accorge perche’ mi muovo sempre piu’ convulsamente e mi segue rispondendo ai colpi. Mi fermo di botto e le scarico nell’intestino una quantita’ incredibile di sborra bollente. Sento con le dita che la sua figa si contrae continuamente, sta venendo anche lei sentendo i fiotti di sperma che le sparo nel culo.
Resto un po’ fermo piantato dentro e alzo lo sguardo per vedere se siamo osservati, per fortuna nessuno sembra averci notati, forse. Ormai me ne importa poco.
Esco e mi lascio cadere nell’acqua fresca. Lei non si nuove, ansima distesa e ha il culo dilatato dal quale esce la sborra bianca. Vedo anche la figa con le labbra ancora spalancate che cola umori sul sasso. Deve aver goduto come non mai in vita sua, e’ piu’ mezz’ora che si fa sfondare da un cazzo duro, davanti e dietro.
Lentamente si lascia scivolare in acqua anche lei, mi lancia solo uno sguardo sorridente, prende gli slip e inizia a nuotare verso il largo. Io resto ancora un po’ a prendere fiato, mi rivesto e finalmente il mio attrezzo mi entra nel costume. Risalgo e vedo che l’inglese sta ritornando alla spiaggia dalle amiche.
Io ritorno in albergo, mi faccio una doccia ed uno spuntino poi ritorno alla spiaggia. Stefano e Sonia ci sono ancora e anche le tre inglesi. Saluto tutti e decido di farmi una nuotata prima di rientrare tutti insieme in albergo. La rossa e’ ancora distesa al sole come se niente fosse ma adesso ha gli slip, io so il perche’.
Ma non e’ finita cosi’ !!!!!

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