Mi sorprendo a fissare il lampadario spento, non so perche’ ma e’ la prima cosa che mi riporta alla realta’. Non ha niente di particolare, anzi direi che e’ usuale ma non riesco a staccare lo sguardo dal soffitto come quando ci si sveglia da un sogno intenso, coinvolgente e ci si attacca alla prima cosa reale che si ha davanti.
Nella stanza c’e’ un silenzio irreale, anche il tuo sospiro mi sembra leggero vicino al mio orecchio, il tuo peso e’ lieve, dolce, tiepido e mi sento le membra intorpidite. Continuo a fissare il lampadario, forse ho paura di tornare alla realta’ e scoprire che e’ stato un sogno.
Non ricordo come e’ iniziato, i sogni sono cosi’, irreali, a volte assurdi, ti coinvolgono completamente e poi…..poi ti svegli e ricordi solo i dettagli.
Adesso ti sei mossa leggermente, quasi un brivido ti ha attraversato la pelle, forse senti freddo, allungo una mano e ti copro con il lenzuolo, sei distesa sopra di me con il viso sulla mia spalla.. Con la coda dell’occhio vedo le tue labbra e gli occhi chiusi, sembri una bambina addormentata e mi sorprendo a pensarti con tenerezza, senza accorgermene ti accarezzo i capelli, lentamente, dolcemente.
Daniela, si ti chiami Daniela, anzi Dany. Mi hai detto di avere 21 anni ma il tuo corpo acerbo non li dimostra, per un attimo mi viene il dubbio che tu sia minorenne, no……non voglio pensarci… no… studi all’Universita’, quindi…….. Anche il tuo comportamento quando ci siamo incontrati dimostrava meno della eta’ che mi avevi detto, sinceramente mi sentivo a disagio nel locale dove ci eravamo dati appuntamento. Stupidamente avevo sperato che gli altri clienti ti avessero presa per mia figlia, continuavo a darmi dello stupido ma non potevo fare a meno di desiderarlo. I tuoi occhi sorridenti, timidi ma sfacciati mi hanno rapito subito, ho capito che il tuo cuore batteva all’impazzata di fronte a questo signore maturo che avevi voluto sedurre come una donna navigata ed esperta e che finalmente era davanti a te . Ed invece in quel momento ti sei sentita indifesa, ti ho rassicurata con un sorriso, temevo che saresti fuggita. Ma i tuoi occhi mi dicevano che volevi rimanere anche alla tua giovane eta’ sei ostinata e determinata, l’avevo capito subito da come hai cercato di sedurmi in linea. Come nei sogni a volte il particolare piu’ insignificante diventa importante.
Adesso ho visto che hai aperto gli occhi per un attimo e ti sei accomodata come una gattina sul mio petto, le tue labbra si sono aperte un attimo in un sorriso malizioso, sento il profumo fresco dei tuoi capelli e mi piace, non resisto e ti faccio una carezza sul viso. Ti sento sospirare e ti muovi leggermente, mi aderisci addosso ancora di piu’ stringendo le cosce.
Si Dany, sono ancora dentro di te, dopo la bufera dell’orgasmo siamo crollati come in catalessi, sento la tua femminita’ avvolgere la mia asta che non ne vuole sapere di afflosciarsi. Mi succede quasi sempre ma nella tua tana calda e stretta e’ rimasto praticamente eretto, devi essere bagnatissima, allagata, sono venuto come una cascata e non ne hai ancora fatto uscire una goccia.
Questo pensiero mi provoca un brivido di piacere, sento la punta indurirsi di nuovo, mi eccita da impazzire sapere che sei piena di me del mio seme. Istintivamente mi muovo impercettibilmente, e la punta si irrigidisce in uno spasimo di piacere.
Adesso Dany hai aperto gli occhi di nuovo e mi stai baciando l’orecchio, sento la tua lingua giocarci ed il sospiro leggero mi fa un solletico eccitante.
“Gabry, non cacciarmi via, ci sto troppo bene cosi’”
Non capisco cosa possa averti suggerito l’idea che io non ti voglia tenere cosi’ stretta a me, mi viene da sorridere anche perche’ la tua voce e’ cosi’ cristallina, da ragazzina.
Ti rassicuro accarezzandoti la schiena e ti sento fremere come una gattina, non solo non mi fai uscire dalla tua tana ma ti stai accomodando per tenermici sprofondato sempre piu’ in fondo, sento il tuo pube che spinge contro il mio. Eppure quando ti sono entrato mi hai detto che ero troppo grosso “Mi stai aprendo in due Gabry !” Eppure non avevo voluto infilarmi a fondo di colpo per non farti male. Invece adesso sembra che siamo fatti l’uno per l’altra, sono di nuovo rigido e al massimo dell’erezione eppure non ne vuoi lasciar uscire nemmeno un millimetro.
Ti accarezzo le spalle e sposto il lenzuolo per scendere con la mano lungo la tua schiena sino alle reni, sento che la carezza ti piace da come aderisci al mio corpo e quasi mi inviti a scendere piu’ in basso. Anche se non ti muovi sento il tuo respiro che accelera, ho la tua bocca accanto al mio orecchio e non mi sfugge nulla.
Continuo a fissare quello stupido lampadario, e’ una palla di carta cinese, tipico delle stanze studentesche, ne avevo uno anch’io quasi uguale tanti anni fa, almeno credo.
Devo esserti sembrato un po’ impacciato nel bar dove ci siamo incontrati ma davvero Dany, eri riuscita a sorprendermi, ti guardavo con un’aria un po’ stordita mentre tu non smettevi un attimo di parlare e scherzare per nascondere la timidezza. Eppure avevo letto le tue e-mail, visto le foto che ti eri fatta con il cellulare, ma vederti comparire davanti a me e’ stata una sorpresa. Piccola, sottile, biondina, niente trucco, jeans bassi e maglietta alta, se davvero hai vent’anni ne dimostri sedici, concedimi di essere sorpreso.
Immerso come ero nei miei pensieri quasi mi sfuggiva la tua domanda “Gabry, vieni a vedere la mia cameretta ? Divido l’appartamento con altre due compagne di Universita’ ma adesso non ci sono” Poi maliziosamente hai aggiunto “Almeno spero perche’ non ti voglio dividere con nessuno”. Sono riuscito solo a sorriderti, ci siamo alzati e abbiamo camminato fianco a fianco per una decina di minuti sino al portone di un palazzo del centro. Non eri cosi’ piccola, almeno rispetto a me, ma sottile e flessuosa si, seno piccolo, culetto sodo fasciato dalla stoffa ruvida del jeans, dietro ti spuntava il filo del tanga, eri riuscita a farmi sorridere di nuovo mentre ti seguivo nell’androne.
“L’ascensore non funziona ma ci sono solo due piani” Mi hai preso per mano e guidato per le scale un po’ buie, poi la porta di legno scuro e a destra la tua cameretta. Adesso ero io a sentirmi fuori luogo, qui eri nel tuo ambiente, circondata dalle tue cose, dai tuoi libri. C’era un letto singolo nell’angolo ed a fianco una scrivania ingombra di libri e dispense, fogli di appunti. Ho indugiato un attimo a guardarmi intorno ma quando mi sono girato a cercarti tu eri seduta sul letto con le mani sulle gambe e gli occhi bassi.
“Ti piace la mia cameretta ? Non sono tanto ordinata ma sai, sto preparando un esame e non ho tempo per mettere tutto a posto”
“Scusa Dany, non voglio giudicarti, ma mi piace familiarizzare con il tuo mondo. Non credere che quando studiavo fossi piu’ ordinato di te, anzi ero un disastro !”
Ho continuato a guardarti dall’alto, non eravamo a nostro agio, me ne rendevo conto subito. Una stanza di motel, anonima e asettica non porta il segno di una persona, e’ piu’ facile ignorarla e concentrarsi su altro. Invece qui ci vedevo Dany e mi incuriosiva. E mi piaceva cio’ che sentivo.
Mi sono avvicinato al letto, ricordi ? Ti ho preso la testa tra le mani e me la sono appoggiata al ventre mentre anche tu mi abbracciavi i calzoni, credo che per entrambi l’imarazzo fosse al massimo livello. Poi mi hai guardato dal basso, avevi gli occhi brillanti, decisi, curiosi, quasi una scarica elettrica mi ha colpito.
Ho slacciato la cintura ma le tue mani mi hanno preceduto nell’aprire i calzoni, frenetica, scatenata, finche’ non l’hai visto, nudo tra le mie cosce. Era proprio all’altezza della tua bocca e ti sei allontanata per osservarlo, Dany, sembravi una bambina che aveva appena aperto il pacco di un dono tanto desiderato.
Non era ancora completamente rigido, certo gia’ grosso ma l’erezione non era completa.
“Gabry, quanto e’ grosso !” L’avevi sussurrato a te stessa non a me.
“Non temere Dany, e’ bravo e non morde. Basta non farlo arrabbiare.”
Le tue carezze pero’ stavano facendo rapidamente effetto, l’hai preso con entrambe le mani e hai scoperto la sua punta completamente, poi l’hai richiusa, con le mani sei scesa sotto ed hai soppesato i testicoli, li hai stretti dolcemente come per valutarne il volume. Non so se te ne rendevi conto ma avevi la lingua che spuntava dalle tue labbra semiaperte.
Ormai era rigido, puntava dritto al tuo viso, io non mi rendevo conto di essere ancora in piedi con i calzoni e gli slip alle caviglie, mi sembrava completamente normale. Dall’alto vedevo l’attaccatura del tuo seno, piccolo, sodo, con i capezzoli induriti che spingevano la maglietta stretta.
Non ho resistito oltre, ti ho preso il viso e ho toccato con la punta dell’asta le tue labbra che si sono aperte immediatamente, ho sentito un brivido lungo tutta la schiena quando la tua lingua ha toccato la sua punta dura e tesa. Avevo una voglia pazzesca di spingere a fondo e penetrarti in bocca ma mi sono trattenuto appena in tempo, ti avrei soffocata, forse. Ci avevi provato subito ad infilartelo tutto in bocca ma ci hai rinunciato.
Ho buttato lontano la giacca, mi sono sfilato la camicia in un attimo, ormai stavo perdendo la testa e tu continuavi ad osservare con attenzione il tuo nuovo giocattolo. Accidenti alle scarpe, e’ sempre un casino toglierle, le ho buttate nell’angolo della stanza e finalmente ero nudo davanti a te.
Ma volevo vederti, Dany, volevo scoprire il tuo corpo acerbo ma tu ci stavi prendendo gusto con la lingua, accidenti, davvero. Mi mordevo le labbra, la voglia cresceva a dismisura, ero nudo davanti a te ancora vestita e seduta composta sul tuo lettino. Come in sogno ti ho vista distesa, sola, nuda sul tuo letto mentre ti masturbavi leggendo la mia posta, e’ stato un’istantanea ma lucida, reale.
Non ce l’ho fatta a resistere e la mia reazione ti ha spaventata, l’ho capito dal tuo viso. ti ho sollevata e messa in in piedi sulle coperte, i tuoi jeans sono volati non so dove mentre tu ti sfilavi la maglietta dall’alto, tutto in un secondo, almeno cosi’ mi e’ sembrato.
Ti ho fatto aprire le gambe ma faticavi a mantenere l’equilibrio in piedi sul materasso morbido, ti ho afferrato le chiappe ed ho affondato la bocca nel tuo cespuglio. La peluria rada non nascondeva il clito, piccolo, duro, rosa, l’ho aspirato tra le labbra e si e’ allungato, con la punta della lingua lo massaggiavo freneticamente, avevi un sapore di femmina inebriante. Era difficile tenerti ferma, il tuo bacino sembrava impazzito, mi piaceva farti perdere ogni controllo.
“Gabry, Gabry, fammi godere ! Infilami ! Ho voglia, ti prego !!!!!!”
Adesso ero io che giocavo con te, con il tuo corpo, con le tue sensazioni, la fessura era chiusa come se fossi vergine. Ma lo sapevo che non la eri, non eri una ragazzina totalmente inesperta e me lo avevi scritto.
Ricordo che mi avevi anche parlato delle tue prime esperienze con il cuginetto ai tempi della scuola elementare, la curiosita’ e la scoperta del sesso maschile poi il fidanzatino e la masturbazione. Si Dany, avevi inziato presto a fantasticare, ad accarezzarti i seni che stavano crescendo e tra le gambe la fessurina ancora senza peluria. E mi avevi raccontato della prima volta che avevi fatto godere il tuo fidanzatino, lo stupore di veder uscire dal pene un liquido caldo e denso, l’avevi voluto assaggiare subito. Si Dany, sei sempre stata curiosa, fin da piccola.
“Gabry vengo, si vengo ! Non smettere ti prego…… infilami un dito dentro, ti prego ! “
Con le tue parole mi avevi riportato alla realta’, adesso spingevi il clito in avanti quasi per farmelo ingoiare e con le mani mi stavi stringendo forte la testa, non volevi che smettessi nemmeno un attimo di succhiarti e leccarti. Con un dito ho aperto la fessura e ti ho penetrata, eri calda, bagnata ed un profumo di sesso mi ha avvolto le narici. Dany, Dany, stavi godendo ma non eri tu a darti il piacere, ero io, un uomo tanto piu’ grande di te.
Muovevo il dito dentro di te accarezzando le pareti della vagina, massaggiavo i muscoli interni e sentivo le tue contrazioni di piacere. Mi eccitava averti in mia balia, scatenare il tuo piacere e sentirti finalmente abbandonata e senza pudore..
Non e’ stato un orgasmo lungo, so benissimo che la masturbazione non ne provoca, magari un piacere intenso ma mai profondo e stordente come quello che puo’ dare un uomo con il membro dentro di te.
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