E’ mattino, e sono appena tornata a casa.
Ho appena passato la notte più importante della mia vita.
Ieri mi chiama un amico, che si trova qui a Madrid per un breve viaggio di lavoro. Chiamiamolo Alessio.
Mi chiede se voglio uscire a cena con lui, e accetto.
Mi sento strana, stranissima. Alessio è una persona unica, per me, una persona che rappresenta un sogno impossibile, un ideale, un romanzo.
Ieri mi chiama un amico, che si trova qui a Madrid per un breve viaggio di lavoro. Chiamiamolo Alessio.
Mi chiede se voglio uscire a cena con lui, e accetto.
Mi sento strana, stranissima. Alessio è una persona unica, per me, una persona che rappresenta un sogno impossibile, un ideale, un romanzo.
Conosco Alessio da oltre dieci anni, e da quando lo conosco ha sempre esercitato in me un grande fascino.
E’ la persona più intelligente che conosco. E’ attraente, ma la sua bellezza è ordinaria. Diventa straordinaria quando la unisci alla profondità del suo carattere. E’ così intelligente che si trova a disagio con molte persone, e ha vissuto molti anni poco felici perchè non ha trovato una compagna alla sua altezza.
E’ la persona più intelligente che conosco. E’ attraente, ma la sua bellezza è ordinaria. Diventa straordinaria quando la unisci alla profondità del suo carattere. E’ così intelligente che si trova a disagio con molte persone, e ha vissuto molti anni poco felici perchè non ha trovato una compagna alla sua altezza.
E’ in gamba. Dopo la laurea, ha lavorato per qualche anno nel nord italia, facendo una carriera brillantissima, poi ha deciso di tornare a casa e lavorare nell’azienda di famiglia, dove è diventato una specie di vice presidente. Si, è facoltoso, ma non in maniera evidente: è molto umile, e non dà troppa importanza al denaro. E’ anche uno difficile, uno con cui se ci parli, non è detto che riesci a stabilire facilmente un rapporto.
Da quando conosco Alessio, ho sempre avuto un debole per lui. Anche quando ero fidanzata e innamorata di altri, ogni volta che incontravo Alessio mi si scioglieva il cuore. Lui rappresentava per me l’ideale di uomo: intelligente, attraente, affascinante.
Un giorno decisi di farmi avanti, e lo invitai ad uscire con me. Non fu una grande idea. Alessio era uscito da una storia importante, e non se la sentiva di voler bene a nessun’altra. Io ero un’altra persona, allora: molto negativa, molto pesante, sempre in cerca di definirmi, di affermarmi come persona, soprattutto di fronte ai miei amici. Adesso sono molto diversa. In breve, non gli piacevo. Mi trovava carina, sì, forse attraente: ma finiva lì.
E sapeva benissimo che io non cercavo una avventura sessuale. Dopo un po’ di tempo, Alessio sapeva quello che provavo per lui, e gli amici comuni anche. Alcuni tifavano per me, ma Alessio non si scomponeva. Quando lo incontravo mi sentivo quasi a disagio, non sapevamo di cosa parlare, pensavamo sempre a quello che c’era dietro i nostri sguardi, al debole che provavo per lui, e questo ci frenava. Tutto questo ci impediva di conoscerci, di diventare amici.
Un giorno decisi di farmi avanti, e lo invitai ad uscire con me. Non fu una grande idea. Alessio era uscito da una storia importante, e non se la sentiva di voler bene a nessun’altra. Io ero un’altra persona, allora: molto negativa, molto pesante, sempre in cerca di definirmi, di affermarmi come persona, soprattutto di fronte ai miei amici. Adesso sono molto diversa. In breve, non gli piacevo. Mi trovava carina, sì, forse attraente: ma finiva lì.
E sapeva benissimo che io non cercavo una avventura sessuale. Dopo un po’ di tempo, Alessio sapeva quello che provavo per lui, e gli amici comuni anche. Alcuni tifavano per me, ma Alessio non si scomponeva. Quando lo incontravo mi sentivo quasi a disagio, non sapevamo di cosa parlare, pensavamo sempre a quello che c’era dietro i nostri sguardi, al debole che provavo per lui, e questo ci frenava. Tutto questo ci impediva di conoscerci, di diventare amici.
Ho avuto Alessio nel cuore, silenzioso, per anni. E’ sempre rimasto lì, a volte nascosto, il pensiero di lui e di quello che poteva diventare per me.
Ero arrivata a desiderare una famiglia, con lui.
Lui, che lo conoscevo appena, che forse ha un carattere poco compatibile col mio, lui che qui, lui che forse, lui che non so. Lui.
Ero arrivata a desiderare una famiglia, con lui.
Lui, che lo conoscevo appena, che forse ha un carattere poco compatibile col mio, lui che qui, lui che forse, lui che non so. Lui.
Credo che le persone siano fatte così: per quanto una cosa possa non avere senso, se è lì, nel cuore, non si può mandarla via, annientarla.
Tu la spingi sott’acqua e quella riemerge, più forte di prima. Te ne vai, non lo vedi per più di un anno, e quando scopri inaspettati i suoi occhi, il suo viso così dolce, torna tutto a ribollire di nuovo. Quando senti per caso di una sua storia, il tuo petto si gela. Pensi che prima o poi troverà una donna da sposare, che il tuo sogno si infrangerà contro la realtà. Passa il tempo, e tu ti porti dietro questa condanna.
Tu la spingi sott’acqua e quella riemerge, più forte di prima. Te ne vai, non lo vedi per più di un anno, e quando scopri inaspettati i suoi occhi, il suo viso così dolce, torna tutto a ribollire di nuovo. Quando senti per caso di una sua storia, il tuo petto si gela. Pensi che prima o poi troverà una donna da sposare, che il tuo sogno si infrangerà contro la realtà. Passa il tempo, e tu ti porti dietro questa condanna.
Che strano, provare tutto questo per una persona con cui non hai mai avuto una relazione. Una persona che in fondo non conosci così bene. Che hai idealizzato, probabilmente. Una fissa, qualcuno mi diceva. Hai una fissa, lascia perdere. E poi, quando la sensualità, il corteggiamento svaniscono, rimane quel senso di calma, di silenzio, che ti suggerisce quanto sia difficile che una fiamma rinasca. Se Alessio non è mai riuscito ad amarmi finora, perché dovrebbe adesso? Se la chimica non è riuscita a scaldare il suo cuore, anno dopo anno, perché dovrebbe riuscirci proprio ora?
Così, una volta lasciate le mie terre, ho provato a rassegnarmi: Alessio non sarebbe mai stato il mio amore. Il desiderio tornava, e io lo scacciavo. Sapevo di avere questa scheggia di metallo freddo vicino al cuore, e cercavo di farmene una ragione. A volte pensavo ad una mutilata: che prima o poi deve accettare di non avere più quell’arto, quel braccio, quella gamba. Deve accettarlo, e imparare a conviverci. Io stavo facendo questo.
Così, una volta lasciate le mie terre, ho provato a rassegnarmi: Alessio non sarebbe mai stato il mio amore. Il desiderio tornava, e io lo scacciavo. Sapevo di avere questa scheggia di metallo freddo vicino al cuore, e cercavo di farmene una ragione. A volte pensavo ad una mutilata: che prima o poi deve accettare di non avere più quell’arto, quel braccio, quella gamba. Deve accettarlo, e imparare a conviverci. Io stavo facendo questo.
Era strano, anni fa, innamorata di un altro ragazzo, riuscire al tempo stesso a desiderare Alessio. Se Alessio fosse venuto da me, e mi avesse chiesto di lasciare tutto per stare con lui, io avrei accettato senza battere ciglio. Eppure, amavo l’altro ragazzo: ne sono sicura, provavo amore. Ma quando vedevo Alessio, ogni volta mi chiedevo la stessa cosa, e mi rispondevo: si, andrei con lui senza battere ciglio, senza pensarci un attimo.
Che potere immeritato, Alessio. Un potere che io gli conferivo, una strana… malattia, forse, della mia mente. Questa voglia, questa insistenza di fronte ad un qualcosa che non potevo avere.
Mi sono chiesta mille volte il motivo di tutto questo. Ho cercato risposte ovunque, nella filosofia, nelle amiche, nella chimica, nei manuali, nei libri, nelle strade, nel vino, nel fumo, nella distanza, nel freddo, in Sicilia, sotto le coperte, nelle serie TV e nella paura. La risposta vera non c’era. Era il mio corpo, che in silenzio mi metteva di fronte al vero.
A volte pensavo di essere io, la malata. Di avere un serio problema. Di non riuscire ad amare gli altri perchè avevo fissato in me l’ideale, il sogno con Alessio. Altre volte, invece, l’opposto: credevo di essere sana, di vivere una sensazione fortissima, ma naturale, onesta, pura. E che forse certe cose succedono così, e non ci si può fare niente.
Che potere immeritato, Alessio. Un potere che io gli conferivo, una strana… malattia, forse, della mia mente. Questa voglia, questa insistenza di fronte ad un qualcosa che non potevo avere.
Mi sono chiesta mille volte il motivo di tutto questo. Ho cercato risposte ovunque, nella filosofia, nelle amiche, nella chimica, nei manuali, nei libri, nelle strade, nel vino, nel fumo, nella distanza, nel freddo, in Sicilia, sotto le coperte, nelle serie TV e nella paura. La risposta vera non c’era. Era il mio corpo, che in silenzio mi metteva di fronte al vero.
A volte pensavo di essere io, la malata. Di avere un serio problema. Di non riuscire ad amare gli altri perchè avevo fissato in me l’ideale, il sogno con Alessio. Altre volte, invece, l’opposto: credevo di essere sana, di vivere una sensazione fortissima, ma naturale, onesta, pura. E che forse certe cose succedono così, e non ci si può fare niente.
Torniamo al presente di ieri.
Esco a cena con Alessio. Mangiamo una fantastica paella al pesce, cucinata sublimamente. Parliamo di noi, del più e del meno.
Mi suona strano che Alessio abbia voluto incontrarmi, in verità. Mi faccio forza e glielo chiedo. Mi risponde pacato che non sa nemmeno lui perchè. Forse, dice, si sente un po’ solo, e aveva piacere di incontrarmi. Mi ha sempre stimato tanto, continua, ha sempre pensato che fossi una bella persona… Ma ha sempre sentito la barriera dei miei sentimenti per lui.
Lo capisco. Annuisco. Riprendiamo a parlare di noi, dei nostri progetti, delle nostre cose.
Beviamo del buon rosso portoghese, e ci rilassiamo un po’. Parliamo per ore, fino alle due di mattina. Non mi sembra vero, riuscire a stare con lui, parlare con lui, senza troppi pensieri, senza altre persone intorno che ci facciano pensare agli altri nostri incontri, impacciati, quasi fasulli, quasi sempre schivi e preoccupati.
Questa sera no, è diverso. Per la prima volta nella nostra vita, ci sentiamo entrambi a nostro agio. Ci sentiamo liberi di essere ciò che siamo, di esprimerci, di aprirci senza timore.
Esco a cena con Alessio. Mangiamo una fantastica paella al pesce, cucinata sublimamente. Parliamo di noi, del più e del meno.
Mi suona strano che Alessio abbia voluto incontrarmi, in verità. Mi faccio forza e glielo chiedo. Mi risponde pacato che non sa nemmeno lui perchè. Forse, dice, si sente un po’ solo, e aveva piacere di incontrarmi. Mi ha sempre stimato tanto, continua, ha sempre pensato che fossi una bella persona… Ma ha sempre sentito la barriera dei miei sentimenti per lui.
Lo capisco. Annuisco. Riprendiamo a parlare di noi, dei nostri progetti, delle nostre cose.
Beviamo del buon rosso portoghese, e ci rilassiamo un po’. Parliamo per ore, fino alle due di mattina. Non mi sembra vero, riuscire a stare con lui, parlare con lui, senza troppi pensieri, senza altre persone intorno che ci facciano pensare agli altri nostri incontri, impacciati, quasi fasulli, quasi sempre schivi e preoccupati.
Questa sera no, è diverso. Per la prima volta nella nostra vita, ci sentiamo entrambi a nostro agio. Ci sentiamo liberi di essere ciò che siamo, di esprimerci, di aprirci senza timore.
Siamo fuori dal bar, a fumare una sigaretta, al freddo. Le guance rossastre, entrambi con un cappello di lana dolcissimo. Imprigionati nei nostri cappotti, vicini l’uno all’altra.
Alessio, gli dico, so che non capiteranno altre occasioni come questa. Io stasera voglio fare l’amore con te, e domani dirti addio e voltare pagina.
Sei l’uomo più sexy che io abbia mai conosciuto, sei il mio ideale, il mio sogno. Io so che non potrà mai esserci una storia, ma stasera voglio che tu sia mio, e voglio che io sia tua.
Alessio, gli dico, so che non capiteranno altre occasioni come questa. Io stasera voglio fare l’amore con te, e domani dirti addio e voltare pagina.
Sei l’uomo più sexy che io abbia mai conosciuto, sei il mio ideale, il mio sogno. Io so che non potrà mai esserci una storia, ma stasera voglio che tu sia mio, e voglio che io sia tua.
Alessio, mi guarda. Si commuove, piange. Si toglie un guanto, io tolgo il mio e lui mi stringe la mano, scaricando su di me un brivido di paura e tenerezza. Di amore, quasi.
Mi avvicino a pochi istanti dal suo viso, lo guardo negli occhi, chiari alla luce del lampione. Ci guardiamo per anni.
Mi lascio baciare, infinita ed estasiata. Sento il mio corpo prendere fuoco, bruciare come una fiamma rossa e potente.
Mi avvicino a pochi istanti dal suo viso, lo guardo negli occhi, chiari alla luce del lampione. Ci guardiamo per anni.
Mi lascio baciare, infinita ed estasiata. Sento il mio corpo prendere fuoco, bruciare come una fiamma rossa e potente.
Passano dei minuti e ci troviamo nella sua camera d’albergo. Una piccola luce accesa, il resto nella penombra.
Le nostre labbra si cercano, si baciano, si inseguono, si mordono. So che sarà solo questa notte, so che durerà un solo istante, ma voglio perdermi e donarmi a lui, ogni goccia e ogni petalo del mio corpo.
Ci spogliamo l’un l’altra, ci abbracciamo. Sussurro lamenti erotici, fantasie primordiali. Ho voglia di essere penetrata, ho voglia di succhiartelo, ho voglia che mi entri dentro, che spingi, che mi prendi, che mi conquisti, che mi sbatti, che mi sculacci. Voglio essere tua, voglio essere la tua preda, la tua fragola. Mi lecca i seni, scende, e mi lecca tra le gambe. Sto morendo di piacere, e ho quasi le allucinazioni. Sono in estasi. Mi dimeno, e in un attimo sono sopra di lui. Mi accovaccio sulle gambe, e glielo prendo in bocca, bagnandolo copiosamente con la mia saliva.
Le nostre labbra si cercano, si baciano, si inseguono, si mordono. So che sarà solo questa notte, so che durerà un solo istante, ma voglio perdermi e donarmi a lui, ogni goccia e ogni petalo del mio corpo.
Ci spogliamo l’un l’altra, ci abbracciamo. Sussurro lamenti erotici, fantasie primordiali. Ho voglia di essere penetrata, ho voglia di succhiartelo, ho voglia che mi entri dentro, che spingi, che mi prendi, che mi conquisti, che mi sbatti, che mi sculacci. Voglio essere tua, voglio essere la tua preda, la tua fragola. Mi lecca i seni, scende, e mi lecca tra le gambe. Sto morendo di piacere, e ho quasi le allucinazioni. Sono in estasi. Mi dimeno, e in un attimo sono sopra di lui. Mi accovaccio sulle gambe, e glielo prendo in bocca, bagnandolo copiosamente con la mia saliva.
Mi sento strana, è tutto così diverso. Mi viene in mente il mio lavoro, i miei clienti, e mi sembra quasi che quello che sto facendo non l’abbia mai fatto a nessuno. La bocca, la lingua sono le stesse. La mano che afferra il suo pene e lo muove come uno stantuffo, o l’altra che stringe e gioca con i suoi testicoli, sono sempre le stesse. Eppure dentro di me sento che tutto questo non l’ho mai fatto a nessuno. Suona ipocrita, forse, ingenuo. Ma io sento questo.
Si eccita da morire, e ansima come un toro.
Mi drizzo seduta, e ci baciamo di nuovo. Il suo collo, i suoi capezzoli, le sue spalle forti. Mi stringe, e mi sdraia di fronte a se. Pénetrami, entrami dentro, dico. Mi loda, mi dice quanto gli piace, quanto si sente coinvolto. Mi seduce con le dita, poi si china su di me, scivola in avanti col suo corpo, e all’improvviso sento il suo membro, caldo e bagnato, entrare dentro di me. Dapprima leggero, quasi in punta di piedi, dolce, docile ma ferreo. Poi ad ogni movimento acquista vigore, velocità, momento. Spinge più in fondo, e il suo corpo ne segue i movimenti. Io lo assecondo, lo tiro, lo prendo per i fianchi e lo spingo verso di me. Sono persa. Felice come mai una donna possa essere.
I nostri corpi caldi iniziano a sudare, e si sfregano l’uno con l’altro, mentre lui si muove dentro di me con sempre più forza. Sento un’onda gigantesca montare dentro di me. Sta arrivando, dico. Sto venendo.
Si eccita da morire, e ansima come un toro.
Mi drizzo seduta, e ci baciamo di nuovo. Il suo collo, i suoi capezzoli, le sue spalle forti. Mi stringe, e mi sdraia di fronte a se. Pénetrami, entrami dentro, dico. Mi loda, mi dice quanto gli piace, quanto si sente coinvolto. Mi seduce con le dita, poi si china su di me, scivola in avanti col suo corpo, e all’improvviso sento il suo membro, caldo e bagnato, entrare dentro di me. Dapprima leggero, quasi in punta di piedi, dolce, docile ma ferreo. Poi ad ogni movimento acquista vigore, velocità, momento. Spinge più in fondo, e il suo corpo ne segue i movimenti. Io lo assecondo, lo tiro, lo prendo per i fianchi e lo spingo verso di me. Sono persa. Felice come mai una donna possa essere.
I nostri corpi caldi iniziano a sudare, e si sfregano l’uno con l’altro, mentre lui si muove dentro di me con sempre più forza. Sento un’onda gigantesca montare dentro di me. Sta arrivando, dico. Sto venendo.
Lui accelera, raggiunge un ritmo frenetico, pazzo, come un treno in corsa, e dalla sua gola emergono brividi di piacere bendati. Con forza e brutalità, con dolcezza e potenza, alza la testa, la spinge indietro e urla al cielo il suo godimento insieme a me, che riesco solo ad aprire la bocca e mugolare l’estasi del momento. Dura millenni, universi e galassie. Lui dentro di me, che mi riempie copiosamente del suo sperma, bollente.
L’attimo dura ancora, e il mio corpo si scioglie, molle, sfinito. Lui rallenta, rallenta, fino a fermarsi, poi si toglie da dentro di me, ci baciamo, e si mette al mio fianco, ansimando come un animale. Sento il suo cuore martellare di gioia.
Mi abbraccia.
L’attimo dura ancora, e il mio corpo si scioglie, molle, sfinito. Lui rallenta, rallenta, fino a fermarsi, poi si toglie da dentro di me, ci baciamo, e si mette al mio fianco, ansimando come un animale. Sento il suo cuore martellare di gioia.
Mi abbraccia.
Riapro gli occhi, e capisco di aver dormito. Forse pochi minuti, ma so di aver perso conoscenza. Chiama il mio nome e io apro gli occhi e lo fisso, sorridendo.
Dice, credevo che stessi dormendo.
Si, rispondo, Credo anche io. Ero in paradiso. Sorride.
Ci baciamo di nuovo, per lunghi e piacevoli minuti.
Poi entrambi ci addormentiamo.
Dice, credevo che stessi dormendo.
Si, rispondo, Credo anche io. Ero in paradiso. Sorride.
Ci baciamo di nuovo, per lunghi e piacevoli minuti.
Poi entrambi ci addormentiamo.
Mi chiama nel sonno, e mi sveglio di nuovo. Guardo l’ora, sono quasi le sei del mattino. Credo di aver dormito un paio d’ore. Voglio parlare, dice.
Dimmi, dico.
Non è stata una cosa come le altre, mi dice. Si sente diverso. Sente un tremore dentro, un calore.
Anche io, rispondo. Tutto quello che ho represso per anni è tornato, forte più di prima.
Credo di amarti.
Dimmi, dico.
Non è stata una cosa come le altre, mi dice. Si sente diverso. Sente un tremore dentro, un calore.
Anche io, rispondo. Tutto quello che ho represso per anni è tornato, forte più di prima.
Credo di amarti.
Mi guarda in silenzio, senza rispondere. Quasi sorride impercettibile.
Poi si appoggia al cuscino, sguardo al soffitto. Un’ombra lo abbraccia.
Poi si appoggia al cuscino, sguardo al soffitto. Un’ombra lo abbraccia.
Lo so, dico io: ora stai pensando a tutto il resto, e hai paura.
Pensi alle conseguenze, alla vita pratica, a… Alla tua ragazza, o comunque a quella tipa che frequenti.
Ti è piaciuto tutto, si, ma non sai se è solo perchè questa è una notte speciale. Hai paura.
Sai che se andiamo avanti, potresti scoprire di sbagliarti.
Pensi alle conseguenze, alla vita pratica, a… Alla tua ragazza, o comunque a quella tipa che frequenti.
Ti è piaciuto tutto, si, ma non sai se è solo perchè questa è una notte speciale. Hai paura.
Sai che se andiamo avanti, potresti scoprire di sbagliarti.
Annuisce.
Allora, dico io, non facciamoci illusioni. E’ stato tutto bellissimo, indimenticabile, e lasciamolo qui. Chiudiamolo qui.
Non pensiamo al futuro, non progettiamo nulla.
Nemmeno io so se dopo questa notte cambierà qualcosa, in me. Non so se dopo tutti questi anni, e questi sogni, alla fine mi placherò e scoprirò che era una mia fissa, o che in realtà non ti desidero per sempre.
Lasciamo correre un po’ di tempo. Si vedrà.
Annuisce. mi bacia. Grazie, dice. Sei unica.
Allora, dico io, non facciamoci illusioni. E’ stato tutto bellissimo, indimenticabile, e lasciamolo qui. Chiudiamolo qui.
Non pensiamo al futuro, non progettiamo nulla.
Nemmeno io so se dopo questa notte cambierà qualcosa, in me. Non so se dopo tutti questi anni, e questi sogni, alla fine mi placherò e scoprirò che era una mia fissa, o che in realtà non ti desidero per sempre.
Lasciamo correre un po’ di tempo. Si vedrà.
Annuisce. mi bacia. Grazie, dice. Sei unica.
Oggi sono passate quasi tre settimane, da quel momento. Non so perchè, ho deciso di prendere queste righe e pubblicarle. Le ho scritte quella mattina, dopo averlo salutato e un buon caffè italiano.
Non ci siamo più sentiti.
Credo sia finita qui.
Non ci siamo più sentiti.
Credo sia finita qui.
Non sono esattamente triste.
Semmai, sento un grande vuoto. Sento come se ora sia il momento di ricominciare tutto.
Semmai, sento un grande vuoto. Sento come se ora sia il momento di ricominciare tutto.
Come una nuova vita.
Questo è il mio 2017.
Questo è il mio 2017.
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