Si Bruna, sono venuto a trovarti anche questa notte, lo so che mi aspettavi distesa nel tuo letto, morbida, calda, come ogni altra volta. Mi avevi pensato prima di coricarti, in bagno hai sentito la voglia arrivare ma non potevi soddisfarla….non volevi….ti sei imposta di conservarla tutta per me come sempre. E’ stato solo un flash, la mano che accarezzava il tuo nido lo ha sentito caldo, il respiro ha accelerato e quel languore che conosci bene si e’ allargato dal ventre alle gambe…al seno…sino alla testa.
Solo un attimo ma la mia Bruna era gia’ pronta all’amore, una femmina in calore al posto della signora seria e compita. Ormai quando sai che arrivo, ti basta un attimo e sei bagnata, pronta.
Ti sei affrettata a coricarti, temevi che io non trovandoti sarei fuggito ed invece tu avevi bisogno subito delle mie carezze e del mio membro duro che ti scatenasse il piacere. Quando sei in quello stato anche un minuto diventa un’eternita’, il bisogno di accogliermi dentro di te quasi un dolore, un languore da preda e predatrice.
Io c’ero gia’ ma ieri notte mi piaceva indugiare e guardarti, gustare il tuo desiderio e la frenesia che sapevo nel tuo sesso, inebriarmi del profumo di donna eccitata, ti guardavo e mi accarezzavo il membro duro….anch’io ero gia’ pronto a prenderti ma eri troppo bella ed eccitante….non riuscivo a smettere di guardarti, eri il sesso in persona. Ti sei mossa, le gambe si sono aperte un poco, hai alzato le ginocchia come fai quando vuoi essere penetrata, il seno teso ed i capezzoli duri, ti guardavo ipnotizzato massaggiandomi l’asta lentamente ma senza riuscire ad interrompere la magia del desiderio che vedevo crescere in te. Ti sei accarezzata con una mano, e’ scesa nel cespuglio, piu’ giu’ ad aprire la fessura, ti sei sentita bagnata, pronta…….Solo un attimo pero’, non volevi far esplodere l’orgasmo con le tue dita, la mano e’ salita a torturare il ventre ed i capezzoli duri.
Il clito era duro e teso, ti e’ venuto caldo…..quando hai voglia sei stupenda, la lingua ti accarezza le labbra….la tua pelle sprigiona desiderio che i maschi sanno riconoscere, che li eccita, li richiama al loro dovere. Ma io non ne avevo bisogno di tanto, non riuscivo a staccare gli occhi da quella femmina in calore che avevo davanti, non volevo interrompere la tua magia sensuale. Si dice che succeda quando la donna e’ fertile, in quei momenti ritorna ai suoi istinti ancestrali, ai misteri della natura che sa sempre cosa vuole. E tu volevi essere posseduta e allagata dal maschio, sentivi che era il momento giusto, la tua natura lo sapeva per te, entrambi ne eravamo vittime non artefici.
Vedevo il tuo richiamo sensuale cresceva sempre di piu’, ti saresti masturbata ma senza riuscire a spegnere il fuoco che ti stava divorando, ci voleva un uomo, la sua forza, la sua ferocia, il suo odore forte e potente. Niente piacere sterile, artificiale, volevi essere posseduta e riempita di seme che testimoniasse il tuo successo di donna, che onorasse la tua femminilita’, solo cosi’ potevi placare la tua sete di possesso, sentirti appagata e padrona di tutto e di tutti.
Ti guardavo come stregato, il sesso rigido in mano, incapace di staccare gli occhi dallo spettacolo sensuale del tuo corpo che mi implorava di prenderlo, scrutavo i tuoi brividi, il respiro ansimante e caldo, il bacino che si muoveva impercettibilmente mimando la penetrazione e invitandola. Un profumo che solo i maschi conoscono si spandeva per la stanza ed io ne aspiravo a pieni polmoni, il richiamo della femmina pronta all’accoppiamento, un fluido animale irresistibile.
La testa cominciava a girarmi, lo scroto contratto, il membro dritto con la punta lucida e congestionata, il tuo richiamo era irresistibile, tutti i miei ormoni erano sconvolti dai tuoi, mi sentivo un animale in agguato e pronto a scattare come una belva affamata e senza ragione.
Nella penombra ho visto un movimento al tuo fianco, preso come ero da te avevo dimenticato il tuo uomo addormentato nel letto. Un gemito leggero, una mano che ti tocca il braccio, accarezza il seno e scende rapida sul tuo ventre contratto e caldo. Non mi muovevo, ipnotizzato da quello che stava succedendo, un misto di stupore e di rabbia mi prendeva alla gola. Il mio rivale, anche lui aveva sentito il tuo richiamo, la tua magia chimica lo stava svegliando dal sonno, anche lui accorreva al richiamo della tua carne in calore, lo avrebbero fatto tutti in un miglio di distanza.
Ti guardavo senza muovermi, speravo che tu lo respingessi, che gli facessi capire la mia precedenza, che era da me che volevi essere posseduta e saziata, che il tuo sesso era pronto per il mio, che solo il mio piacere poteva scatenare e placare la tua voglia. Invece ti ho sentita ansimare piu’ forte, le tue gambe aprire la strada alla mano clandestina, l’ho vista indugiare stupita nel calore e nell’umido che c’era in mezzo. Volevo intervenire, cacciare l’intruso, dirgli che ero io quello che Bruna desiderava, l’uomo al quale lei era pronta a donarsi, il maschio che aveva innescato e scatenato la sua voglia. Invece Bruna lui si e’ mosso rapidamente, si e’ girato verso di te, ha denudato il sesso che tu hai afferrato prontamente, l’ho visto un attimo, era duro con la punta rossa scoperta, i miei occhi abituati alla penombra non mi facevano perdere un particolare e mi mancava il respiro. Ti sei sollevata e lo hai baciato spalancando la bocca come per divorarlo, ti vedevo accarezzare quel membro estraneo, fargli ruotare la schiena sino a coprirti completamente. No, Bruna, caccialo ! Non puoi accettare un maschio diverso da me, ti sei accorta che non sono io ? Ma lo spettacolo era affascinante nella sua forza primordiale, vedere come lo hai attirato sopra di te, te ne sei impossessata, un maschio ubriacato dal tuo desiderio, uno strumento in mano alla femmina famelica e onnipotente.
Spalancando le cosce lo hai fatto scivolare nel mezzo, ho visto la tua mano guidare l’asta all’ingresso della tana spalancata e spingerlo dentro con decisione e possesso. Lo hai abbracciato e sempre succhiandogli il respiro con la bocca spalancata ho visto iniziare la danza dei tuoi fianchi. La sua schiena era contratta, le chiappe tese, lui era quasi immobile mentre tu lo mungevi con l’onda dei fianchi. Le tue mani sono scese in fondo alla sua schiena per conficcarlo in fondo ed impedirgli di uscire dalla trappola mortale, hai sollevato le gambe per farlo impalare senza tregua, hai contratto le gambe per imprigionarlo nella trappola. Adesso avevi la bocca aperta, ansimavi e lo incitavi mordendogli l’orecchio, non capivo cosa gli dicevi ma l’effetto era travolgente, anche lui ansimava e respirava forte. Si e’ divincolato liberandosi dalla tua stretta ed a iniziato a pomparti, forte, senza ritegno, qualche volta il membro usciva del tutto e si conficcava di colpo sino alla radice. Sotto di lui, a gambe spalancate e con le braccia abbandonate ti facevi montare senza ritegno. Glielo dicevi, si, gli dicevi che avevi voglia di cazzo, che non smettesse di sbatterti forte, che lo volevi sempre di piu’ e sempre piu’ in fondo. Lo incitavi a non fermarsi, a farti godere, gli dicevi quanto ti piaceva il suo membro che ti frugava e si schiacciava in fondo dove la voglia e’ piu’ calda.
Ti ho sentito venire come un uragano, lo hai stretto e tenuto dentro alla tua figa spalancata sino a che le contrazioni non ti hanno restituito il respiro. Lui si era divincolato, non voleva fermare la sua furia, voleva sbatterti senza tregua. Invece lo hai fermato sino a che l’urlo del tuo orgasmo si e’ affievolito in un gemito.
Poi di nuovo con le mani gli hai imposto il ritmo e lui si adeguava ai tuoi ordini, obbediente strumento del piacere. Ma ti sei accorta che ormai i suoi movimenti erano convulsi, sono certo che sentivi la sua asta ingrossarsi dentro di te, sempre piu’ dura e gonfia di seme bollente pronto ad esplodere.
L’avevo capito anch’io, una rabbia sorda mi stringeva la gola, no, Bruna e’ mia, e’ il mio sperma che la deve saziare. Ti guardavo squassata sotto i suoi colpi senza rendermi conto che la mia eccitazione cresceva con la tua, avevo i pugni contratti, il respiro corto, il membro quasi dolorante dalla voglia.
Devi esserti accorta di me per un attimo, hai spalancato gli occhi e mi hai guardato, ma il tuo sguardo era vuoto, perso nel nulla e annegato nel piacere. Ti piaceva quel maschio che ti possedeva al posto mio, vero ? Che importa che lui fosse il tuo uomo, era me che volevi per dissetare la tua voglia incontenibile, che importa che lui fosse arrivato per primo. E di nuovo rabbia, ormai si capiva che lui non resisteva piu’, spingeva e spingeva mentre tu ti allargavi sempre di piu’, ho avuto l’impressione che ti piacesse mostrarmi l’effetto che sapevi fare sugli uomini, come impazzissero pur di svuotarsi nel tuo ventre capace.
Dovevi averlo letto nel mio sguardo, forse hai temuto che facessi una pazzia e lo hai fermato. Ti sei sottratta e con forza lo hai obbligato ad uscire da te, ci deve essere voluta una forza sovrumana per fermare quell’uragano. Ti ha urlato di no, ti ha chiamata per nome, ti ha implorata di non farlo smettere, vedevo il suo membro umido e lucido del tuo umore puntare verso la tua natura spalancata. Si, mi sono avvicinato e ho visto le grandi labbra aperte ed il buco dilatato invitare il sesso dell’uomo. Ho risposto di si alla tua domanda disperata e lo hai lasciato entrare di nuovo, tutto, sino in fondo e senza limiti. Non e’ riuscito nemmeno a muoversi, il fuoco del tuo ventre lo ha mandato in paradiso immediatamente.
Non vedevo i getti di sperma che ti stava iniettando ma li avrei potuti contare dalle tue contrazioni e dai sospiri a bocca aperta che facevi. Ti ha riempita come un toro , sbuffando e mugolando come se fosse lo scopo della sua vita. Si, eri una mantide che stava prosciugando il maschio, succhiandogli anche le ultime gocce di vita per il tuo piacere supremo.
Bruna, come eri bella mentre il tuo uomo ti premiava con il suo seme bollente, non ho resistito e ti ho accarezzato la fronte rovente, tu mi hai succhiato di scatto un dito e lo poppavi senza ritegno. Bruna, credo di non averti amata mai come in quel momento, eri il simbolo della sensualita’ e della femminilita’ che sfugge all’artefice del tuo piacere, troppo sconvolto dall’orgasmo. Invece finalmente ti vedevo in quel momento magico ed eri donna come non dimentichero’ mai.
Lui ha ripreso ad ansimare crollandoti addosso, svuotato e sazio. Lentamente lo hai spostato al tuo fianco come un fantoccio di pezza, deve essere passato dall’orgasmo al sonno in un attimo, forse lo ricordera’ come un sogno, un orgasmo onirico.
Invece Bruna, noi sappiamo che e’ stato reale, anche troppo per me che sono vicino e sopra di te. Tu hai ripreso la posa di prima, le gambe divaricate, il seno duro e la bocca aperta. Potevo anche immaginare che non fosse successo niente e che mi fossi sognato il tuo amplesso con lui, che tu stessi ancora aspettando il mio assalto. No Bruna, lo vedevo bene il tuo sesso ancora spalancato,le labbra divaricate ed un sottile filo di sperma bianco che colava a fiotti dal buco violato dall’altro. Vedevo le tue contrazioni lente ed il tuo ventre ondulare come se l’orgasmo non fosse ancora finito, come se ancora sentissi dentro quel membro impazzito che ti ha scaricato il suo seme dentro senza ritegno. Aspiravo senza accorgermene il tuo odore che adesso era diverso, piu’ acre, il rivale aveva segnato il tuo corpo, non eri ormai solo mia ma una femmina violata, avrei dovuto odiarti, rifiutarti, ma ero affascinato, se possibile mi piacevi e mi eccitavi come non era mai successo.
Nel tuo sguardo non ci leggevo vergogna o pentimento, eri sicuro di te, quasi sfrontata, ne avevi ancora voglia, come e forse piu’ di prima, vero ? Ma come facevi Bruna ? Ti eri concessa all’altro, lo avevi posseduto e violentato davanti a me e poi che facevi ? Ne avevi ancora voglia, lo capivo benissimo. Voglia di me o di quali altri maschi ? Quanti dovranno svuotare dentro di te la loro voglia bestiale per saziarti ? Avrei voluto odiarti, essere spaventato dalla tua femminilita’ dirompente. Invece non riuscivo a distogliere i miei occhi dai tuoi, stregato dalla tua immobilita’ sicura, eri donna, cento volte donna, mille volte femmina e non potevo sottrarmi al tuo potere.
La tua mano mi ha sorpreso eppure dovevo immaginarlo, con naturalezza mi ha avvolto il membro, calda e morbida. Non ci avevo badato ma l’erezione era ancora potente, la mia voglia non era scemata e non ti era sfuggita, ero in piedi a fianco del letto, vicinissimo a te. Mi hai esplorato con sicurezza come una tua proprieta’, hai scoperto la punta dura, l’hai accarezzata con tenerezza e poi sei scesa a soppesare lo scroto contratto pieno della palle gonfie e bollenti, lo hai avvolto con la mano, spremuto per valutarne la consistenza. No, Bruna, sai di un altro uomo, non voglio mischiarmi con lui, lo sai che non lo sopporto. Ma non mi muovevo, restavo immobile ed incapace di obbedire ai miei pensieri ed alla mia ira. Mi tenevi stretto come in tuo potere, l’altra mano e’ scesa tra le tue gambe a raccogliere il succo che colava e me lo hai spalmato sulla punta. D’istinto ho cercato sottrarmi, no, non dovevi cercare di umiliarmi cosi’, il tuo seme mischiato a quello del tuo uomo, no, non lo posso sopportare.
Ma ti ho vista sorridere, ho sentito un brivido percorrermi la schiena e fermarsi nello scroto, la sensualita’ del tuo sguardo mi inchiodava vicino a te. Avevo voglia, non capivo perche’ ma impazzivo dalla voglia e tu lo sapevi, ne eri certa fin dall’inizio. Hai continuato a spalmarmi il membro con l’umore del tuo sesso poi lo hai trascinato davanti alla bocca e accarezzato con la lingua. Un vulcano di sensazioni mi ha attraversato il corpo e la mente, eri riuscita a farmi dimenticare tutto tranne Bruna ed il suo sesso caldo ed accogliente.
Mi sono abbassato a baciarti i seni, larghi ed a morderti i capezzoli duri, una voglia bestiale mi stava crescendo dentro e tu la guidavi sapientemente. La tua bocca e’ arrivata al mio orecchio “Chiavami adesso Gabri, sborrami dentro la tua voglia”. Un barlume di lucidita’ mi diceva di negare la resa, di chiamarti troia, di dirti che l’altro ti aveva profanata e sporcata, che non mi avresti avuto mai piu’. Ma ero troppo frastornato e le parole che mi sussurravi all’orecchio erano troppo invitanti per ascoltare la ragione. “Ho voglia di te, ne ho avuto sempre voglia, mettimi il cazzo dentro e pompami come sai fare solo tu. Fammi godere Gabri, solo tu riesci a farlo completamente” Falsa, lo sapevo che lo diceva per farmi cedere, l’avevo vista travolta dall’orgasmo con l’altra verga dentro e mungerla sino all’ultima goccia. Bruna, non ti riconoscevo, cosa ti era successo ?
Possibile che la voglia ti annullasse il carattere e la sincerita’ ? Intanto continuavi a chiamarmi, ad incitarmi con le parole che sapevi essere irresistibili per me, volevi me o un altro maschio infoiato ? “Ho la figa aperta, entraci, godi, ti prego. Lo so che ne hai voglia, e’ calda, riempila con il tuo cazzo forte e grosso, godi come ti pare, sono la tua femmina assetata” No Bruna, non ti credevo capace di tanto, una sirena alla quale e’ impossibile resistere. Ma forse eri solo una femmina che desiderava un uomo ed eri capace di tutto pur di averlo, forse in quel momento eri davvero Bruna, non quella che avevo conosciuto sino ad allora.
La mia resistenza ormai era esaurita, l’ultimo pensiero e’ stato che forse era proprio cio’ che desideravo, che avevo sempre solo sognato una femmina come Bruna.
Sono salito sul letto inginocchiandomi ai tuoi piedi, il tuo uomo dormiva tranquillo ad un palmo da me ma tutto mi sembrava naturale e normale. Tra le tue cosce spalancate lo spacco era aperto, in alto il clito duro e sotto la vagina semiaperta e dalla quale ancora scivolava fuori il succo biancastro, ma mi sono accorto che il vederlo mi eccitava invece di disturbarmi, avevo anch’io una voglia bestiale di accoppiarmi con te.
Mi sono disteso sul tuo corpo morbido, ho sentito i seni schiacciarsi contro il mio petto, le braccia avvolgermi ed il sesso scivolare nella fessura umida e bollente. La tua bocca mi ha divorato, la lingua impazzita eccitava la mia sino a farmi cedere e non farmi pensare a null’altro che a te, Bruna. Le tue mani mi accarezzavano la schiena fino in fondo, schiacciandomi e avvolgendomi tra le tue gambe, forse mi sentivi ancora resistere ma non era vero, godevo le sensazioni che mi dava la tua pelle morbida e calda. “Ho voglia Gabri, mi hai fatto impazzire dal desiderio, accontentami adesso, ti prego. Ho voglia” Le tue parole mi facevano girare la testa, non so perche’ ma non avevo fretta di soddisfarmi, forse sapevo di avere troppa voglia, sentivo che avrei resistito poco al richiamo della tua tana fradicia. “Bruna, sei una troia, ma come hai potuto farti scopare da lui ?” E’ stata la mia ultima resistenza prima di cedere completamente. Ti ho sentito ridere con un singhiozzo smorzato “Era con te che facevo l’amore, lui e’ stato solo lo strumento, tu aspettavi troppo, ma era con te che ho goduto e ne ho ancora piu’ voglia”. Nel momento in cui ti ho penetrata ho sorriso, si, davvero sei abile, falsa, sensuale, ti adoro !
La punta e’ entrata da sola, guidata dai tuoi movimenti, eri scivolosa, morbida, dolce, in genere trovo maggior resistenza ed invece ti ho penetrata sino in fondo in un attimo. Ti eri accorta che in quel momento il tuo compagno si e’ girato ? Ha fatto un sospiro profondo, ho temuto un attimo che si svegliasse. Forse istintivamente ha sentito che stavo possedendo la sua donna. No, tu eri gia’ partita, le anche si muovevano ritmicamente, le gambe mi hanno allacciato dietro e il tuo respiro si e’ fatto affannoso. Lui si e’ girato ancora, per un momento ho temuto che ci cogliesse ma devo confessarti che non me ne importava.
Lentamente ho cominciato a muovermi, a far scivolare la verga nel tuo tunnel viscido, mi sembrava di sentire lo sperma dell’altro lubrificare il movimento ma ormai tutto mi dava piacere ed eccitazione. Era terribile non poterti sbattere come avrei voluto ma il tuo compagno aveva il sonno leggero e gia’ non capivo perche’ continuasse a dormire. Uscivo e rientravo piano affondando sino alla base e mi lasciavo massaggiare dai movimenti del tuo ventre, temevo che i tuoi sospiri fossero troppo rumorosi e ti ho chiuso la bocca con la mia ma senza risultato, sei venuta di colpo tremando e stringendomi senza ritegno. Ho sentito le contrazioni della vagina farsi forti e poi stringermi l’asta in un abbraccio fatale, eri bella mentre godevi con gli occhi spalancati ma senza sguardo.
Ti sei ripresa e mi hai baciato. “Vieni anche tu Gabri, ho voglia di sentirti dentro mentre godi. Da sola non mi piace, godiamo insieme, dai” Mi sono avvicinato all’orecchio e ti ho sussurrato “ Non posso muovermi molto, non voglio svegliarlo. Fammi venire tu” Mi sono conficcato a fondo ed ho iniziato a muovere solo il bacino, tu facevi lo stesso seguendo il mio ritmo, io dovevo reprimere la voglia di pomparti come mi piace ma eri brava, sapevi darmi tutto il piacere che desideravo.
“Gabri, sto per venire ancora, sborra anche tu, ti prego, riempimi mentre godo. Non lasciarmi sola, ho voglia di sentirti” Non ho dovuto sforzarmi, ormai sentivo lo sperma premere alla base dell’asta, avevo solo una voglia bestiale di pompare di sfondare che dovevo reprimere, dovevo restare immobile o quasi.
“Adesso, ti prego, riempimi adesso, subito !” Ti sei irrigidita e di nuovo le contrazioni mi hanno munto la verga conficcata a fondo, anch’io ho cominciato ad eiaculare, prima piano, poi con getti sempre piu’ forti e frequenti. Mi hai sentito ed ho dovuto impedirti di urlare chiudendoti la bocca con la mia ma tu non volevi.
Avevi bisogno di dirmi tutto il piacere che provavi, di scaricare la tensione sessuale facendomene partecipe. “Si, cosi’, sei tu adesso, conosco la tua sborrata calda e immensa. Mi fai impazzire quando godi dentro di me, non smettere, dammela tutta ! La voglio tutta dentro ! Godo, sono tua Gabri, solo tua finalmente”
Poi le parole si sono confuse in un sussurro, le tue gambe mi imprigionavano dentro di te con una forza incredibile, io sentivo esaurirsi il mio orgasmo affondato in un lago bollente. Non ho capito quando hai smesso di venire, siamo stati immobili allacciati per molti minuti, tu tremavi di piacere e non mi lasciavi andare, io continuavo provare un piacere dolce e tenero che mi impediva di ammosciarmi completamente.
“Rimani dentro di me, dormiamo cosi’, ti prego” Mi era venuto da sorridere, dovevi aver dimenticato il tuo uomo addormentato al nostro fianco ma anch’io non volevo uscire dal tuo sesso, finalmente mio, solo mio.
Non so se fingevi ma mi e’ sembrato che ti addormentassi davvero, ti eri rilassata ma senza liberarmi dall’abbraccio. Ti confesso che avevo ancora voglia di te, il calore del tuo sesso mi stava facendo tornare l’erezione, pero’ solo ora vedevo l’assurdita’ di questa situazione, la realta’ stava vincendo prepotente sul sogno.
Lentamente mi sono sciolto e con tenerezza sono scivolato fuori dal tuo sesso, un fiotto di sperma e’ colato sul lenzuolo tra le tue gambe. Avevo ancora voglia di te, sai ? Ma e’ meglio che vada.
Verro’ anche domani notte e quella successiva, Bruna, voglio fare l’amore con te ogni giorno, ogni notte. Se vuoi puoi chiamarlo amore ma le parole non contano tra di noi.
Buona Notte Bruna.
Gabriele Arcangeli
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