Continuo a premere e sento i suoi denti che si allentano, ha una bocca piccola e riesco ad introdurre solo la punta della cappella, non forzo ma sono sicuro che la sto’ gia’ soffocando.
— Succhia, puttana, leccalo con la lingua, datti da fare ! Se mi fai incazzare te lo infilo nel culo, capito !
Obbedisce ma e’ troppo impacciata, decisamente non ci sa fare con la bocca, quasi mi fa’ compassione ma so benissimo che e’ cosi’ che vuole essere tratta, con forza e autorita’..
— Sei una troia da niente, ma possibile che tu non sappia nemmeno succhiare un cazzo ! Cosa posso fare con una come te !
— Non so, e troppo grande, non ho mai visto un cosa cosi’, non mi entra, ti prego non farmi male. Mi piace pero’ ma non ci riesco.
— Ma che cazzo ha tuo marito tra le gambe ? Uno stuzzicadenti ? Vuoi farmi godere si o no?
— Si Gabriele, si, voglio che tu mi usi per godere ma non l’ho mai fatto, non so che cosa fare, perdonami. Non pensavo che una cosa cosi’ potesse succedere a me, ho tanta voglia ma sono confusa. Aiutami, ti prego ! Dimmi che cosa ti piace.
Si decisamente mi sta impietosendo ma so benissimo che questo e’ il gioco che le piace e non voglio deluderla.
— Spero che tu sappia usare almeno la figa, guarda che sono esigente e ti devi impegnare altrimenti sai che cosa faro’ per punirti. Quel frocio di tuo marito ti avra’ almeno chiavata, non negarlo, ti ha anche messa incinta un paio di volte. Mettitelo dentro e fatti sbattere !
Mi siedo sul tavolo e la sollevo facendola sedere a gambe aperte sulle mie cosce, il cazzo tra di noi sembra enorme, mi lascio andare con la schiena all’indietro.
— Adesso montami sopra e impalati sul cazzo, fammi vedere come sai pompare con la figa. Sbrigati perche’ ne ho voglia e dimostrami che sei brava almeno cosi’ ! Voglio riempirti fino al fondo dell’utero, chiaro !
La osservo mentre si solleva con i piedi sul tavolo, ha la gonna arricciata sui fianchi, le mutande strappate, gli occhi lucidi e le labbra contratte, la tigre Giorgia e’ proprio irriconoscibile. Si solleva di piu’ ed impugna l’asta posizionandola all’ingresso della sua tana bagnata, lentamente si abbassa ma appena e’ entrata la cappella si ferma ansimando.
— Non posso, non ci entra, e’ troppo grosso. Io ho provato solo quello di mio marito e mi sembrava gia’ grande ! Scusami ma di piu’ non ci riesco. Mi fai male, mi rompi cosi’.
Pero’ non si arrende, sento l’entrata della sua tana strettissima che si contrae, e’ caldissima e bagnata ma incredibilmente stretta.
— Smettila di frignare, tu pretenderesti di farmi godere senza infilare il cazzo in fondo alla tua figa ? Ma che troia sei, ingoialo tutto subito o mi incazzo ! Fatti sfondare, puttana, vedrai che dopo ti piacera’ !
Con entrambe le mani le afferro i fianchi e spingo verso il basso con forza, sento la cappella che entra a fatica ma non lascio la presa, Giorgia si irrigidisce, ha la bocca spalancata e trattiene il respiro.
— Ma vuoi ingoiare tutto il cazzo o no ! Allarga bene le gambe, pero’ sei proprio stretta come piace a me, fammi entrare tutto. Senti come ti riempio adesso ? hai un cazzo vero dentro di te, capisci che cosa significa !
Sono sicuro che si sta sentendo aperta in due ma non si ribella piu’, anzi sembra metterci il massimo impegno a farsi impalare dal mio cazzo, rapidamente sento di essere arrivato contro l’utero, ma ancora me ne avanza fuori. Cazzo, questa mini tigre non solo ha una figa stretta ma anche corta, l’effetto che mi fa e’ stupendo, mi sento la verga strizzata in una tana bollente.
Mi accontento e le prendo le chiappe con le mani, la tengo impalata su di me ferma, piano piano sento che la tensione si allenta, le infilo la lingua in bocca e con un dito le accarezzo il buchino. Non mi muovo per non farle male e Giorgia sta singhiozzando di piacere.
— Si Gabriele, non ho mai sentito un cazzo che mi riempie cosi’, mi sembra di morire ma mi piace, non ho mai provato tanto piacere. Credevo che mio marito fosse ben dotato ma con te mi sento davvero donna. Ah……..mi piace, non lasciarmi !
Poi le sue parole diventano incomprensibili ed io mi sento il cazzo avvolto e massaggiato dalla sua guaina calda, Giorgia sta venendo, fatico a tenerla ferma, mi morde le labbra e poi mi cade sul petto afflosciata.
— Ho goduto come non mi era mai successo, Gabriele, ma che cosa mi stai facendo ? Ho voglia di sentire anche te godere, ti voglio dentro di me, non farmi aspettare.
— No, Giorgia, decidero’ io quando riempirti di sborra, adesso voglio gustarmi un po’ la tua fighetta stretta, comando io qui !
Comincio a sollevarla ritmicamente per poi farla ricadere con forza, il tunnel e’ ben lubrificato ed ogni volta avanzo un poco di piu’. Non so come ma dopo poco sento il suo culo appoggiarsi sulle mie palle, finalmente l’ho impalata completamente. Ho la verga strizzata e davvero e’ una sensazione piacevole, Giorgia ormai si muove da sola e mi pompa con ritmo, ha gia’ smesso di lamentarsi e sembra gustarsi il bastone duro che le ha sfondato la pancia.
— Si, si, Gabriele, adesso mi piace, non credevo che potesse entrare tutto, mi sento tutta piena…….godo ancora….godo…ah ah ah……vieni anche tu, fammi sentire il calore del tuo seme nel mio ventre. Mio marito lo fa’ subito, non farmi aspettare troppo !
Mentre viene aumenta la pressione, si e’ abituata alla svelta, bene. Io mi godo il massaggio al cazzo, proprio una bella fighetta stretta e calda. Appena si riprende continua a montarmi con foga sempre maggiore, dopo poco si blocca nuovamente e sento distintamente i suoi muscoli vaginali contrarsi in un altro orgasmo, anche per me si sta’ avvicinando il piacere ma non ho fretta.
— Non ho mai goduto tanto, Gabriele, non credevo che fosse possibile, stai diventando sempre piu’ duro e grosso, e’ possibile ? Stai per scaricarti ? Non trattenerti, ti prego !
Mi blocco completamente conficcato dentro di lei, Giorgia ha la bocca aperta e trattiene il respiro, ha gli occhi sbarrati dal piacere.
— Ho detto che ti riempio quando voglio io, chiaro ! Tu devi impegnarti per guadagnarti la mia sborra, muovi il culo, accarezzami le palle piene, impara come fanno le vere troie.
Le prendo una mano e la guido tra le mie gambe, ho le palle pelose dure e contratte, le insegno ad accarezzarle ed a strizzarle mentre io riprendo a massaggiarle il buchetto ormai tutto bagnato dal suo succo.
— Che palle dure ! Ma sono tutte piene ? Sento che hai voglia di svuotarle, voglio strizzare anche le ultime gocce. Come sono calde !
— Certo perche’ tra poco ti sborrero’ nella figa e sara’ il momento piu’ bello, senti che ormai manca poco ? Impara a capire quando il maschio e’ pronto a spararti il seme nell’utero.
Improvvisamente si irrigidisce, non capisco bene cosa stia succedendo ed ho paura di averle fatto troppo male, mi guarda con occhi spaventati, continuo a non capire.
— No, basta, ti prego tiralo fuori, non puoi venirmi dentro, non lo fa’ nemmeno mio marito, adesso non posso. Lasciami andare, ho paura.
Ma la mia presa sui fianchi non si allenta, anzi, le permetto di muoversi ma non di sfilarsi l’asta dalla figa, ormai l’orgasmo mi sta’ salendo dai coglioni e non ho alcuna intenzione di smettere proprio adesso.
— Smetti di fare la stronza ! Fammi godere invece, non e’ questo che vuoi ?
— Si, voglio sentire il tuo piacere insieme al mio ma non cosi’, smettila di tenermi, lasciami…sfilalo, non venire dentro di me.
Un orgasmo le blocca la voce, io ormai sono altre il limite e quando il primo getto di sperma le allaga l’utero Giorgia si conficca il cazzo in fondo e gode squassata da tremiti incontenibili, io continuo a scaricarmi con getti bollenti di sborra e le contrazioni vaginali mi mungono tutto il seme. Adesso non devo piu’ tenerla, si lascia cadere su di me e mi abbraccia forte, niente potrebbe separaci in questo momento.
— Oh, mio dio, che bello ! Come sei caldo, non smetti piu’ di riempirmi, non ho mai goduto cosi’ tanto, dai, scarica il tuo seme dentro di me non smettere. Mi sento una vacca alla monta, non smettere piu’ !
Anch’io faccio fatica a connettere in questi momenti, continuo ad essere strizzato dalla sua figa stretta e fremente, mi sembra di non smettere piu’, sono diversi giorni che non vengo e la quantita’ del mio sperma deve essere immensa. Giorgia continua ad emettere parole incoerenti stretta a me, se anche volessi non potrei proprio liberarmi dal suo abbraccio. Anche quando il mio flusso si e’ arrestato continua a rimanere avvinghiata a me ed a gemere di piacere, la mia asta conficcata a fondo e ancora abbastanza rigida da bloccare la fuoruscita del seme, nessuno dei due ha intenzione di muoversi.
Giorgia mi sussurra all’orecchio.
— Gabriele, non immaginavo di poter provare tanto piacere, mi hai fatto sentire donna e puttana insieme, non vorrei lasciarti piu’. Rimani sempre dentro di me. Pero’ non dovevi venirmi dentro, speriamo in bene, non ho alcuna protezione sai ?.
— Sei stata una gran figa, non lo avrei mai immaginato, mi hai fatto impazzire dal piacere. Pero’ dovevi dirmelo prima, non sono riuscito a fare nulla al punto in cui ero arrivato. Ti ho allagata di sperma, devi lavarti subito.
Ma Giorgia non sembra avere alcuna fretta di sfilarsi il mio bastone ancora rigido. Cerco di farla tornare alla realta’.
— Speriamo che non ci stiano cercando, non ho idea del tempo che e’ passato. Mi hai fatto perdere la testa.
Questo sembra riportarla alla realta’, si solleva ed e’ uno spettacolo terribile, spettinata, con gli occhi lucidi, la camicetta tutta spiegazzata, la gonna arrotolata e le mutande a brandelli. Il peggio viene quando si sfila il cazzo dalla vagina, una cascata di sperma le scivola lungo le cosce, ha un’aria sconvolta e desolata.
— Mio Dio, in che stato sono ! Adesso come faccio a tornare in sala riunioni, cosa ho fatto ! Ci deve essere un bagno appena fuori dall’archivio.
Con alcuni fazzolettini di carta si tampona e corre alla porta, si fa aprire dalla vigilanza, sbircia fuori ed esce come un folletto. Io sono conciato meglio, mi rassetto e raccolgo i calzoni ai miei piedi, non devo avere un aspetto magnifico ma quasi passabile. Prendo un foglio a caso da una carpetta e mi dirigo alla porta. Fuori tutto e’ tranquillo e raggiungo il bagno senza dare troppo nell’occhio, mi sistemo alla meglio e rientro in riunione, Giorgia non c’e’.
Fingo di interessarmi al documento che ho preso, ma non c’entra proprio niente, comunque sembra che la nostra assenza non abbia provocato curiosita’ tra gli altri. Giorgia arriva almeno mezz’ora dopo, ha fatto un miracolo perche’ sembra quasi normale, si mette al computer senza rivolgermi la parola.
Nella pausa pranzo tutti escono, io e lei siamo gli ultimi, le vado alle spalle e le sussurro a bassa voce.
— Sei stata favolosa, ma come hai fatto a sistemarti cosi’ perfettamente, che ne hai fatto delle mutande ?
Senza voltarsi mi risponde a bassa voce.
— Grazie, ci ho messo un po’ a ritornare sulla terra. Ah gli slip ? Semplice, li ho buttati, cosa dovevo fare, erano distrutti !
— Quindi adesso non li hai ? Sai che il pensiero e’ molto eccitante, la Dottoressa Giorgia senza slip, mi fai girare la testa.
— Si, non li ho e continuo a colare nella gonna, per questo non mi alzo. Pero’ hai ragione e’ una sensazione terribilmente erotica, non faccio che pensare a quello che e’ successo e lo rifarei anche adesso. Gabriele, ma che cosa mi hai fatto, mi hai drogata ?
— No, Giorgia, ho solo liberato la femmina che c’e’ in te, anch’io lo rifarei subito, controlla se ti sto mentendo.
Mi appoggio con il pacco contro il suo gomito e lei si strofina sorridente.
— Adesso non si puo’ ma piu’ tardi….magari….che ne dice dottor Gabriele ?
Sorrido e la lascio per raggiungere gli altri, non ho mentito, anch’io ne ho ancora voglia. A pensare che sino a qualche ora fa’ eravamo come cani e gatti, il sesso e’ davvero portentoso.
Mentre sto chiacchierando con i suoi colleghi vedo Giorgia sgusciare come un’ombra verso il bagno, fingo di niente anche se la cosa non mi lascia indifferente. Torno in ufficio insieme agli altri e dopo una decina di minuti Giorgia non e’ ancora rientrata, mi sembra di sentire il suo odore di femmina ancora nell’aria, mi ritrovo di nuovo eccitato.
Accidenti fatico a lavorare in questo stato, mi alzo e mi dirigo verso il bagno, entro in quello maschile e so benissimo che Giorgia e’ in quello a fianco. Tendo l’orecchio e sento il suo respiro leggero, mi avvicino alla finestra e le dico a bassa voce.
— Giorgia, stai bene ? Mi apri ? Voglio essere sicuro che non ti ho fatto del male.
La risposta si fa’ attendere, la voce e’ bassa e quasi imbronciata.
— Sto bene, almeno credo, ma non riesco a stare insieme agli altri in questo stato. Mi sento una puttana e basta.
Esco e cerco di entrare nel bagno a fianco ma la porta e’ chiusa a chiave, non posso rimanere in questa posizione a lungo, se entra qualcuno non saprei come giustificarlo. Dopo pochi secondi sento scattare la chiave e la porta si apre, entro come un fulmine e la richiudo alle mie spalle. Giorgia e’ seduta sul water con gli occhi bassi, la sua gonna e sollevata ed ha le mani in grembo, nel complesso ha un’aria desolata e distrutta, cosi’ minuta mi fa’ tenerezza. Le faccio una carezza sui capelli e lei solleva la testa, ha gli occhi rossi e pieni di lacrime, mi abbasso e mi sussurra all’orecchio.
— Mio Dio Gabriele cosa ho fatto ! Sono qui come una troia senza mutande e continuo a colare come una troia, mi ha allagata di sperma e non mi succedeva da diversi anni. Ho vergogna, vorrei sprofondare al centro della terra. Come faccio a tornare a casa da mio marito e fare l’indifferente ?
— Giorgia non fare cosi’, sei una donna favolosa e mi hai fatto impazzire, non c’e niente di cui vergognarsi, non fare la bambina. Ti prego, smetti di piagnucolare, dov’e’ finita la tigre che mi ha azzannato !
Le strappo un sorriso e continuo ad accarezzarle i capelli, cerca le mie labbra e mi avvinghia in un bacio caldo e sensuale, si stringe a me come indemoniata, le sue mani mi accarezzano ed arrivano al pacco, questo davvero non me lo aspettavo ed e’ una sorpresa che mi lascia senza fiato. Mi infilo nella sua camicetta e le accarezzo i seni, sono durissimi e caldi poi mi slaccio i calzoni e libero la mia sta di nuovo dura.
Giorgia sembra indiavolata, la afferra, comincia ad accarezzarla e da coprirla di baci, non so come comportarmi, la lascio fare.
— Ma Gabriele, ti rendi conto che cosa sono diventata ? Ho ancora voglia di te, non riesco a pensare ad altro che al tuo sesso, lo voglio sempre di piu’, sono impazzita. Che ne sara’ di me e della mia famiglia !
La vedo davvero incapace di ragionare, riesce solo a coccolare il mio cazzo che diventa sempre piu’ rigido e lungo tra le sue mani e le sue labbra. Infilo una mano tra le sue gambe e raggiungo la sua figa, e’ vero, e’ ancora fradicia, non so se del suo succo o del mio sperma, le gambe si allargano e mi porge tutto il suo cespuglio da accarezzare.
— Gabriele, sono pazza di te, non vivo senza sentirti dentro di me, non pensavo che mi sarebbe mai successo. Sono disperata !
Mi abbasso tra le sue gambe e aspiro il suo clito tra le mie labbra, le titillo la puntina rosa con la lingua e la sento impazzire dal piacere, si divincola e gode in pochi secondi. Infilo due dita dentro la tana che e’ sempre piu’ calda e bagnata, Giorgia si allunga cercando di farne entrare sempre di piu’, non ha alcun ritegno, e’ folle dalla voglia.
— Dai Gabriele, chiavami ancora, rimetti il tuo bastone immenso dentro, non resisto senza, ti voglio ancora in fondo alla mia passera, non farmi aspettare, sono ore che lo aspetto..
Si alza e si appoggia al water chiuso con le braccia, ho davanti il suo culo piegato dal quale spunta il ciuffo nero, punto il cazzo in mezzo e lei spalanca le gambe spingendo all’indietro per farsi penetrare. Sono piu’ alto di lei e mi ritrovo contro il buchetto, la voglia di sfondarla e’ irresistibile, e’ tutto lubrificato cosi’ ci provo.
Giorgia non si rende conto subito di quello che sta succedendo, riesco solo a forzare l’entrata quando il dolore la riporta alla realta’.
— No, Gabriele, ti prego, non li’, non adesso, lo voglio nel mio ventre di nuovo, montami subito ma non nel sederino. Ti prego.
A malincuore sposto la cappella in basso e mi infilo di colpo nella figa, adesso riesco ad entrarci di colpo anche se e’ sempre stretta e bollente, a Giorgia sfugge un gemito di piacere e inizia subito ad impalarsi mentre io resto immobile. Non capisce piu’ niente, spinge come un’indiavolata.
— Si, cosi’, sono una troia, dai, sfondami, usami per godere come una vacca. Dimmi che sono la tua troia, il tuo buco per godere, dai dimmelo,
In questo momento sento aprirsi la porta dei bagni, d’istinto, le chiudo la bocca e la immobilizzo con il cazzo conficcato dentro di lei sino alle palle. Cerchiamo quasi di trattenere il respiro, dall’altra parte sento aprirsi il bagno maschile, meno male, poi qualcuno che armeggia per calarsi i calzoni, accidenti, non sara’ una sosta breve !
Restiamo immobili respirando sottovoce, la mia asta e’ inguantata dalla figa di Giorgia, ne sento ogni piccola contrazione e lei sicuramente sente le mie. E’ stupendo anche se ho il cuore in gola. Il collega nell’altro bagno non sembra avere fretta, io sento Giorgia che si contrae ed il suo orgasmo mi strizza la verga, cerco di tenerla ferma e credo di esserci riuscito, ritorniamo immobili ma mi sento il cazzo come aspirato da una bocca bollente, le palle cominciano a ribollirmi. Sono terrorizzato all’idea di essere scoperti ma la situazione e’ diventata di un erotismo incredibile.
Giorgia si muove impercettibilmente e riesce a massaggiarmi il cazzo che e’ sprofondato sino alla radice dentro di lei, il suo respiro leggero si ripercuote sulla mia cappella, sento la sua mano muoversi leggera e raggiungermi le palle, me le strofina, le accarezza, le stringe, so bene che cosa significa. Vuole che la inondi di sperma adesso ma ma la situazione e’ allucinante, ho paura di non riuscire a controllarmi e farci scoprire dall’altro che davvero non da’ segno di volersene andare.
Pero’ le carezza, la tana stretta e la situazione mi stanno portando all’orgasmo, Giorgia gira il viso indietro e mi dice in silenzio di venire, e’ troppo ormai, mi infilo piu’ che posso e resto immobile sentendo la sborra che sale piano dal basso e arriva alla punta del cazzo. E’ un orgasmo strano, anche Giorgia viene sentendo i miei getti caldi, siamo immobili ed in silenzio, non mi era mai successo. Mi sembra che il flusso di sborra sia quasi continuo, mi sento una fontana inesauribile, godo, godo come non mi era mai successo, trattenendo il respiro e senza fare un gesto.
Le contrazioni sembrano ondate che mi mungono l’asta, Giorgia sta venendo in continuazione, mi succhia continuamente ma senza fare un movimento. Non so quanti minuti siamo rimasti cosi’ attaccati, mi sembra che l’orgasmo non sia mai cessato, un piacere dolce e profondo che mi prende tutto il corpo e non smette. Sicuramente sono passati cinque minuti forse dieci quando sentiamo lo sciacquone ed il nostro amico che esce dal bagno ma non riusciamo a muoverci, il piacere ci sta ancora sommergendo, potremmo rimanere in eterno a godere uno dentro l’altra.
Il mio cazzo non si ammoscia, sento tutto il calore e l’umido dell’intimita’ di Giorgia, ho l’impressione di continuare a ad eiaculare ma so che non e’ possibile, ho provato un piacere mai sperimentato e ne sono sorpreso, non vorrei che finisse piu’. Giorgia continua ad accarezzarmi le palle, ed a contrarre i muscoli vaginale ritmicamente, e’ pazza di piacere, mi abbasso e le bacio la nuca ma lei mi fa seno di no. Non vuole lasciarmi piu’ e la capisco anche per me e’ stata un’esperienza sconvolgente, un piacere infinito.
Lentamente cerco di tornare alla realta’, ormai devono essersi accorti della nostra assenza, qualche sospetto potrebbe anche nascere ormai. Le accarezzo dolcemente i capelli, poi la nuca, la schiena e le chiappe schiacciate contro il mio pube, lei mi prende le mani, non vuole che esca da lei, lo so. Con dolcezza inizio a sfilarmi ma il suo culo mi segue, cosi’ non riusciremo ami a smettere.
Di colpo estraggo il cazzo e la faccio girare baciandola con violenza per soffocare le sue parole, e’ violenta, mi vorrebbe graffiare ma la tengo stretta con forza. Mi morde un orecchio.
— No, no, lo voglio ancora dentro, non toglierlo, perche’ vuoi farmi soffrire cosi’. Gabriele, ti voglio dentro di me per sempre, sono la tua femmina e non posso vivere senza il tuo sesso. Ridammelo ti prego, montami ancora come una vacca, lo voglio !
La scuoto con forza e le faccio aprire gli occhi, sono opachi, non sono certo che mi veda. Le do’ un piccolo schiaffo sulla guancia e questo sembra svegliarla, si guarda intorno ed ha un’aria disperata, la abbraccio di nuovo e la bacio teneramente, sento che sta’ tornando in questo mondo. Le sussurro all’orecchio con decisione.
— Adesso Giorgia, fai la brava, capito ! Io esco e tu tra poco ti sistemi te ne vai a casa, non sei in grado di tornare in ufficio per oggi. Ci penso io a giustificarti, un piccolo malore e’ credibile anche per giustificare la nostra assenza. Capito ?
Annuisce come una bimba ma capisco che ormai sta recuperando la ragione.
— Ok allora io adesso esco, aspetta qualche minuto poi vai direttamente al parcheggio, guida con cautela e chiamami sul cellulare appena arrivi a casa. Fai la brava bambina, ti prego.
Annuisce di nuovo ed io la prendo di nuovo tra le mie braccia, aderisce a me completamente, la bacio sugli occhi, sulla fronte e sulle labbra, poi mi allontano e recupero i calzoni. Prima di uscire tendo l’orecchio, tutto e’ tranquillo, le faccio un sorriso ed esco come un fulmine. Al lavandino mi sistemo al meglio e ritorno con viso preoccupato in ufficio facendo un giro per non far capire che sto uscendo dal bagno.
— Accidenti la signora Giorgia ha avuto un collasso, meno male che l’ho vista barcollare nel corridoio e l’ho accompagnata fuori a prendere una boccata d’aria. Credo che stia molto meglio adesso, era solo un piccolo malore, ma le ho consigliato di tornare a casa subito a riposarsi. Non ha voluto essere accompagnata ma credo che sia in grado di guidare.
La storia e’ sembrata verosimile, riprendiamo il lavoro e nessuno piu’ solleva la questione.
Era Venerdi’ e per tutto il weekend non ho notizie di Giorgia, spero che tutto sia andato al meglio, mi sembrava davvero sconvolta, speriamo. Trascorro il sabato a casa di amici in riva al lago che si trova a un centinaio di chilometri di distanza, Lunedi’ arriva in un baleno, peccato.
Alle nove siamo tutti riuniti per pianificare le attivita’ settimanali, Giorgia e’ puntualissima, sempre vestita in modo molto professionale, non un capello fuori posto. Senza dare nell’occhio le stringo la mano con calore e le sorrido felice, lei non corrisponde con lo stesso affetto, anzi direi che e’ fredda e distaccata. Sino a meta’ mattinata penso che stia cercando di depistare l’interesse dei colleghi ma poi mi devo convincere che la Giorgia di oggi e’ ritornata quella del nostro primo incontro infatti continua a sollevare polemiche e critiche, davvero indisponente.
Al momento della pausa e’ riuscita ad irritarmi ed ho l’impressione che anche gli altri componenti del gruppo facciano fatica a sopportarla, accidenti, ma cosa sara’ successo nel fine settimana.
Al momento del caffe’ la raggiungo e con aria allegra le chiedo.
— Dottoressa, vedo che si e’ rimessa perfettamente nel fine settimana, mi sembra che oggi non le manchi la grinta e l’energia.
Anche gli altri colleghi si dichiarano dello stesso parere e scoppiamo tutti in una bella risata, tutti tranne Giorgia.
— Non c’e’ niente di meglio della famiglia per rimettersi in forze e prepararsi ad una settimana di lavoro.
Il tono e’ gelido e scontroso, in un minuto ci allontaniamo tutti e torniamo nella sala delle riunioni. Accidenti, questo cambiamento in Giorgia non me lo sarei mai aspettato, di tanto in tanto la guardo ma lei non solleva mai gli occhi e non parla con nessuno. Ogni minuto che passa divento sempre piu’ curioso di sapere cosa avra’ mai provocato in Giorgia un cambiamento di umore cosi’ repentino, non perdo occasione di starle vicino ma non risponde alle mie battute, e’ un ghiacciolo., tutta concentrata sul lavoro e non si concede alcuna distrazione.
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