Verso sera ormai la mia curiosita’ e’ insostenibile, non so come ma vederla cosi’ fredda e distante mi provoca una sottile eccitazione, mi scopro ad immaginare di sdraiarla sul tavolo centrale e penetrarla di colpo, magari circondato dai colleghi, accidenti, Giorgia non riesce a essermi indifferente.
Finalmente mi accorgo che si alza e si dirige a passo svelto verso i bagni, non ci penso un attimo e la seguo con decisione cercando di fare l’indifferente. Arrivo nei bagni e quello femminile e’ occupato, bene, sicuramente c’e’ Giorgia dentro, mi fermo in silenzio ad ascoltare ma nessun rumore mi arriva. Dopo poco tempo sento scattare la serratura e la vedo uscire, mi guarda con aria stupita scocciata.
— Dottore, lei continua a spiarmi ma non si aspetti di scoprire cose eccitanti, la Giorgia che lei ha conosciuto non c’e’ piu’, se mai e’ esistita.
Mi fermo sorpreso come un ragazzino con il dito nel vaso della marmellata, abbozzo un sorriso sforzato.
— Scusa Giorgia, non volevo spiarti, soltanto che oggi sei cosi’ diversa ! Mi dispiace di averti fatto del male ma sinceramente non volevo, anzi. Puoi dirmi che cosa e’ successo ?
— Si, le dico tutto quello che vuole ma, per favore, non facciamo le riunioni nelle toilettes, non e’ il luogo piu’ indicato.
Abbozzo un sorriso e le apro la porta, lei esce e si dirige verso la macchina del caffe’, io la seguo sempre piu’ incuriosito e onestamente perplesso, cosa avra’ da dirmi la Dottoressa Giorgia ? Appena ci fermiamo mi guarda fisso negli occhi e sbotta senza prendere fiato.
— Senta, non voglio che un momento di debolezza venga scambiato per il mio modo di comportarmi, ho riflettuto molto su quello che e’ successo e me ne sono pentita amaramente. Non so come ma non ero nel controllo delle mie facolta’, una cosa e’ certa pero’, non si ripetera’ piu, mai piu’.
Abbassa gli occhi ed io cerco di riprendermi dalla sorpresa, non so bene che cosa rispondere senza sentirmi un cretino, mi limito a sorridere guardandola fissa. La situazione non e’ per niente piacevole ma mi sento dentro una voglia terribile di abbracciarla e accarezzarla, fingo indifferenza e rimango in silenzio.
— Non riesco a perdonarmi per quello che ho commesso, ne ho parlato anche con il mio confessore e lui mi ha consigliato di pregare e mortificarmi, vorrei dimenticare e riuscire di nuovo a guardare in faccia mio marito. Non mi resta che espiare tutto il male che gli ho fatto, non avrei mai pensato di poter essere cosi’ debole e perversa.
Io rimando in silenzio ad osservarla, non so proprio cosa dire, ho soltanto sempre piu’ voglia di lei, non riesco a capire come Giorgia riesca ad eccitarmi cosi’ tanto, il suo atteggiamento ed il luogo sono certamente i meno adatti, non capisco.
Alza il viso di scatto, ha i lineamenti tirati e gli occhi lucidi, si gira di scatto e mi lascia solo davanti alla macchina del caffe’, per fortuna non c’e’ nessuno intorno. Rimango impietrito per la sorpresa, Giorgia e’ proprio una donna imprevedibile ma quello che piu’ mi sconvolge e’ la voglia tremenda che ho di lei, non riesco a capire come sia riuscita a farmi bollire il sangue, ho voglia di possederla di nuovo, fatico a nascondere l’erezione che mi preme nei calzoni.
Torno nella sala delle riunioni e Giorgia e’ concentrata sul computer, meno male che manca poco all’ora di uscita, non sono in grado di pensare ad altro che al suo corpo ed ho paura che gli altri se ne accorgano. Mentre tutti escono anch’io non rimango come al solito, la vedo camminare nel parcheggio e salire sulla sua macchina. Senza pensarci monto anch’io sulla mia e la seguo oltre i cancelli della ditta, le sto dietro sino alla statale, non ne sono sicuro ma credo che si sia accorta di me. Per esserne certo la sorpasso e le faccio un cenno, adesso non puo’ piu’ ignorare che la macchina davanti a lei e’ la mia, metto la freccia a destra e rallento per girare in una laterale, la tengo d’occhio nello specchietto e vedo che anche lei mette la freccia, giriamo insieme ed io guido piano cercando un luogo dove fermarmi.
Purtroppo e’ ancora chiaro e la strada passa in mezzo a case con giardino, dopo circa un chilometro finalmente vedo un parco, svolto e parcheggio al limite degli alberi. Giorgia mi segue e ferma la macchina a fianco della mia, non c’e’ gente intorno, solo qualcuno che sta’ portando a passeggio il cane nel boschetto, non e’ un gran posto ma potrebbe andare peggio.
Scendo e monto al suo fianco, lei e’ immobile con le mani sul volante, il busto rigido e mi parla senza girare la testa.
— Dottore, guardi che ho solo pochi minuti, a casa mia spetta mio marito, se ha qualche cosa da dirmi la prego di farlo in fretta.
Rimarca la parola “marito” ed il tono e’ freddo e indifferente, io non so che cosa dire, l’ho seguita d’istinto senza una strategia. Rimango in silenzio al suo fianco la sento respirare forte e cerco di raccogliere le idee ma l’unica cosa che mi sento addosso e’ una voglia terribile di Giorgia, sono eccitato e non capisco perche’. Passa un minuto, due ed io continuo a tacere guardandola, lei si gira di scatto e mi fissa negli occhi.
— Se questo e’ tutto quello che doveva dirmi poteva anche risparmiarsi l’inseguimento, non mi aspetto scuse perche’ la colpa di quello che e’ successo e’ tutta mia e non c’e’ scusante per come mi sono comportata. Anche adesso non dovrei essere qui sola con lei come una donnaccia.
Mi sembra di notare un cambio di tono nella sua voce ma forse e’ solo la mia impressione, la voglia che ho addosso non mi rende abbastanza lucido. Continuo a tacere ed a guardarla fisso, forse ho una faccia da stupido ma non riesco a pensare ad altro che al corpo di Giorgia sotto al mio ed il calore del suo sesso. Anche per me e’ una sensazione strana, non mi era mai successo prima di eccitarmi tanto senza una apparente ragione.
La sua voce adesso e’ meno fredda ma sempre decisa.
— Bene, se ci siamo detti tutto io dovrei andare ! Sono gia’ in ritardo quindi se vuole scendere io me ne vado a casa mia.
Cosi’ dicendo allunga una mano e si sporge dalla mia parte per aprire la portiera, per un attimo ho i suoi capelli davanti al mio viso, il suo profumo mi stordisce e reagisco d’istinto. Le afferro la testa, la giro e appoggio le mie labbra sulle sue, non ho pensato nemmeno un momento a come Giorgia possa reagire, sono frastornato dalla sua femminilita’ come un ragazzino alla prima avventura.
Le sue labbra sono chiuse e cerca di divincolarsi, io non allento la presa e inaspettatamente la sento sciogliersi, la sua lingua mi forza le labbra e la bocca si spalanca. Mi bacia con furia, quasi con rabbia, io lascio la presa ma lei non si stacca, ansima e mi morde le labbra come un’indiavolata. Le mie mani scendono ad accarezzarle la schiena, piu’ giu’ sino al culo coperto dalla gonna, la voglia e’ ormai insostenibile. Sento la mano che stava aprendo la portiera accarezzarmi il bastone duro dentro i calzoni, con le dita cerca di liberarlo ma non ci riesce. L’aiuto io ed in un attimo ho il cazzo rigido avvolto dal suo pugno, lo massaggia, lo soppesa, lo accarezza, ormai sto impazzendo dal desiderio.
La sua lingua continua a giocare con la mia, non ha smesso un attimo ma io le prendo la testa e l’abbasso verso la punta del cazzo che e’ lucida e paonazza. Giorgia non esita un attimo ci si avventa sopra come una affamata, il calore e la morbidezza delle sue labbra mi strappano un gemito di piacere, mi abbandono sullo schienale e con le mani guido la sua testa cercando di penetrare sempre piu’ in profondita’ nella bocca bollente dove la lingua guizza senza sosta. Con l’altra mano cerca di raggiungere le palle, mi sollevo e faccio scivolare i calzoni per facilitarle l’impresa, le raggiunge e me le stringe come per spremerle.
Io sono in estasi ma tutta l’eccitazione accumulata mi impedisce di fare ogni movimento, sento lo sperma che mi ribolle alla base del cazzo, sono paralizzato sul sedile. Le prendo la testa e cerco di sollevarla, non voglio venire subito, ma Giorgia mi afferra un polso e si libera dalla mia presa, non vuole essere interrotta. Ansima, si agita, succhia la cappella, sento la sua lingua guizzare sulla sua superficie sensibile, aspira con forza e mi strofina le palle contratte.
Ormai la mia resistenza si e’ esaurita, mi lascio andare alle sensazioni che mi attraversano tutto il corpo, lei se ne accorge e raddoppia la sua foga, sfila l’asta dalla bocca e con la lingua ne percorre tutta la lunghezza , mi masturba un attimo e poi la ingoia quasi con violenza, sento i suoi capelli accarezzarmi il pube, e’ una sensazione meravigliosa. Di colpo si ferma, impugna il cazzo e mi guarda in faccia, ha le labbra umide e la bocca aperta, gli occhi lucidi e sconvolti.
— Dai godi, coprimi di sperma, fammi sentire quanto sono puttana ! Fammi provare il fondo del peccato, non avere scrupoli con me !
Si abbassa e mi copre la cappella di saliva continuando a masturbarmi dentro la sua bocca, io sono rimasto sorpreso nel sentire quelle parole sulla sua bocca, ritorno un po’ alla realta’ e questo mi impedisce di sborrare immediatamente. Giorgia continua senza tregua.
— Perche’ non godi, non sono abbastanza troia ? Non sono brava come le puttanelle alle quali sei abituato, non sono capace di farti godere come loro ? Dai, sporcami con il tuo seme, lo so che e’ solo questo che vuoi. Umiliarmi come una donnaccia !
E riprende con rinnovata lena a menarmi il cazzo, ormai sono di nuovo al limite, le palle si sono contratte e la punta e’ dura come l’acciaio, sto per svuotarmi nella sua bocca assetata. Mi lascio andare ed il primo schizzo la colpisce in gola ma lei di colpo si solleva e dirige il getto verso il suo viso, io sono ormai inarrestabile, due, tre, cinque getti di sborra bianca la colpiscono in faccia, sulle guance, sugli occhi chiusi. Il seme scivola verso il basso e lei lo raccoglie con la lingua, con una mano impedisce che finisca sui miei calzoni e si lecca le dita. Poi riprende il cazzo in bocca e lo succhia ripulendolo alla perfezione, mi aspira anche l’ultima goccia rimasta poi si appoggia la mio ventre con la testa e rimane immobile mentre l’asta ancora abbastanza dura e’ sempre imprigionata tra le sue labbra.
Stiamo entrambi ansimando, io non ho ancora aperto bocca. Cerco il fazzoletto nella tasca dei calzoni e con dolcezza cerco di asciugarle il viso ma Giorgia si divincola senza lasciare la presa, non accetta alcun gesto tenero da parte mia. Passano un paio di minuti e lei si alza senza perdere di vista l’asta dura che ha scaldato nella sua bocca, e’ di nuovo rigido e lei riprende a masturbarlo con foga.
— Ma non ti basta mai ! Cosa vuoi ancora da me ? Non ti basta avermi infangata e sporcata tutta, cosa devo fare per espiare le voglie bestiali che mi hai messo dentro ? Cosa vuoi ancora per lasciarmi in pace ?
Non so cosa rispondere, ho lo sguardo stupito e sconvolto, la masturbazione che continua mi toglie ogni capacita’ di pensare e di rispondere, rimango abbandonato sul sedile senza la forza per reagire.
— Vuoi umiliarmi ancora ? Cosa vuoi che faccia per lasciarmi in pace, per calmare il fuoco che ho dentro, dimmelo e poi lasciami tornare alla mia vita ed alla mia famiglia, ti prego. Vuoi sporcarmi anche dentro con il tuo seme, e’ questo che vuoi ? Se ti accontento smetterai di tentarmi ancora e mi lascerai stare ?
In un attimo si solleva e si sfila gli slip da sotto la gonna poi scavalca il cambio e si siede sulle mie gambe rivolgendomi le spalle ed il viso verso il parabrezza. Io allungo una mano e abbasso il sedile rimanendo coricato con lei seduta sul ventre. Con la mano impugna la mazza dura, se la strofina tra le labbra del sesso e di colpo si impala facendola sprofondare sino alla base. Ha le mani sul cruscotto, la gonna copre tutto ma il movimento ritmico che fa e’ inequivocabile, in un secondo di lucidita’ spero solo che non passi nessuno vicino alla macchina. Ho il cazzo stretto come in un guanto dalla figa bagnata e ad ogni colpo mi schiaccio contro la testa del suo utero. Giorgia sta gemendo e la sento venire dopo poco, poi riprende a pompare e di nuovo le contrazioni mi strizzano la verga, sta godendo quasi senza interruzione..
— Dai, sbrigati, sfoga la tua voglia, godi alla svelta cosi’ finalmente non cercherai piu’ di tentarmi ! Toglimi questa voglia bestiale che mi impedisce di ragionare, dai, fammi ritornare una donna normale ! Scarica il tuo piacere in fondo al mio ventre, forse mi passera’ questa follia !
Intanto sento la sua mano che fruga tra le gambe, credo che si stia masturbando il clito, poi scende a strizzarmi le palle, poi bagnata di piacere risale al clito.
— Godo troppo, non vorrei piu’ smettere, non pensavo che il peccato fosse cosi’ bello ! Ma chi sei tu, il diavolo ? Dai usami per godere anche tu, riempimi del tuo seme, voglio toccare il fondo !
Non sono sicuro di aver capito bene ma ho l’impressione che Giorgia sia impazzita, adesso geme senza ritegno e spero proprio che nessuno fuori la senta, sono anche sicuro che la macchina sta oscillando in modo inequivocabile. Mi concentro per raggiungere l’orgasmo il piu’ presto possibile, e’ una cosa che odio ma ormai non mi fido piu’ delle capacita’ di raziocinio di Giorgia. Allungo le mani e la afferro ai fianchi bloccandola poi comincio a pomparla io dal basso, colpi rapidi e secchi senza riguardo, cosi’ dovrei riuscire a venire alla svelta.
— Si, ecco, cosi’, usami per il tuo piacere, fai di me quello che vuoi. Lo sento che stai per lasciare andare il tuo piacere nelle mie carmi, sono il tuo oggetto di piacere, usami !
Se non fossi troppo impegnato a montarla queste parole mi farebbero sorridere, accidenti, Giorgia usa un linguaggio davvero strano per me, cerco di non badarci anche perche’ sento la sua figa diventare sempre piu’ calda e stretta, non so quanti orgasmi ha gia’ avuto. Poi mi arrivano gli spasmi dell’eiaculazione, la blocco sopra di me e le inietto tutta la mia sborra contro il suo utero. Mentre gli schizzi la allagano e’ preda di una frenesia inarrestabile, alla fine mi crolla addosso come una bambola di pezza. Da quando sono salito in macchina non ho ancora detto una parola, sento Giorgia abbandonata su di me che sta singhiozzando come una bambina, sono ancora dentro di lei e il cazzo si sta ammosciando lentamente.
Recupero il fazzoletto e mi preparo al momento nel quale uscira’ completamente, non voglio farmi allagare dai nostri umori, lei intanto e’ completamente passiva. Faccio il possibile per arrestare la cascata che le esce dalla figa, ho la sua testa sulla mia spalla e sento il suo respiro sul collo, non ha smesso di piangere e sinceramente mi fa’ tenerezza.
— Sono una donnaccia, peggio di una puttana perche’ ho un marito ed un figlio che mi adorano, vorrei morire. Eppure avevo promesso che non sarebbe successo piu’, ho tanto pregato nei giorni scorsi ed invece eccomi qui in un parcheggio come una prostituta da strada. Non ho il coraggio di tornare a casa, non mi merito la famiglia che ho.
Mi fa pena adesso, vorrei fare qualche cosa per consolarla, per farle capire che in fondo l’istinto sessuale e’ parte della natura umana, niente di diabolico o di perverso, ma non riesco a trovare le parole.
— Su, Giorgia, non fare cosi’, in fondo sei una donna e queste sono cose naturali, non c’e’ bisogni di vederci chissa’ quale perversione, il tuo istinto di femmina non puo’ essere una cosa brutta.
Singhiozza sempre piu’ forte, adesso e’ furiosa, non con me pero’, con se stessa.
— No, intendi dire che ridurmi in questo stato e’ normale ? Sono sporca, dentro e fuori, non avrei mai immaginato di arrivare a comportarmi in questo modo, io non sono una di quelle che cercano gli uomini per soddisfare le loro voglie piu’ schifose, almeno credevo di non esserla. Invece non sono stata capace di resistere, mi sono comportata come una cagna in calore, ho perso il rispetto di me stessa.
— Senti Giorgia, non credo che tu debba giudicarti in questo modo, siamo un uomo ed una donna che si desiderano, non c’e’ niente di piu’ naturale di questo, il contrario sarebbe stato contro natura. Sei una femmina che desidera un maschio, ti sembra una cosa cosi’ tanto infernale ?
Ho il collo bagnato dalle sue lacrime e il suo respiro e’ sempre ansimante.
— Si, hai ragione, ma io ho un marito, lui e’ il mio maschio mica tu ! Invece ho sempre voglia di te, di toccarti, di sentirti dentro di me, di ricevere dentro il tuo seme, non dovrebbe essere cosi’. Non e’ giusto, non e’ normale. Ho voluto fare all’amore con mio marito sabato notte ma non ho provato nessun piacere, avevo voglia di te ed ho dovuto masturbarmi dopo pensandoti. Lui e’ stato affettuoso ed io ci ho messa tutta me stessa ma sono rimasta ancora piu’ insoddisfatta.
Ormai Giorgia e’ inarrestabile, preferisco non interromperla anche perche’ non saprei cosa aggiungere.
— Sono pazza, avere un rapporto con mio marito che amo nel nostro letto non mi ha fatto provare niente, solo pensando che tu mi prendevi nei posti piu’ impossibili ho raggiunto un piacere immediato. Non so che cosa mi stia succedendo. Guardami, sono qui in un luogo pubblico con uno sconosciuto tutta imbrattata di sperma ed ho provato un piacere che non pensavo potesse esistere. Avrei voluto che ci fossero mille persone a vedermi mentre ti violentavo, sono pazza.
Le sue parole mi riportano alla realta’, sollevo un po’ la testa e mi guardo intorno, io sono disteso sul sedile ma non mi sfugge sulla destra il viso di una persona quasi appiccicato al vetro. Dovevo immaginarlo, sicuramente e’ il tipo che portava a spasso il cane, la nostra macchina isolata nel parcheggio vuoto deve aver attirato la sua attenzione, poi sicuramente le sue oscillazioni devono essere state molto eloquenti. Non so da quanto tempo ci sta osservando, allungo una mano e blocco le portiere ed a Giorgia non sfugge la mia manovra. E’ distesa sopra di me e credo che la gonna larga ci copra abbastanza ma non credo che ci possano essere dubbi su quello che e’ successo.
— Cosa, succede ? Perche’ hai chiuso le portiere ? Mio dio !
Solleva anche lei la testa e vede il guardone, si rifugia di scatto tra le mie braccia, vorrebbe scomparire.
— C’e’ un uomo che ci guarda da fuori ! Mio dio, adesso cosa succedera’, mi avra’ vista mentre facevo la puttana ? Magari mi conosce, coprimi il viso ti prego. Che vergogna.
Si copre il viso con le mani e quasi trattiene il respiro, io ho in mano il fazzoletto schiacciato contro la sua fessura, cerco di coprirla al meglio con la gonna, non so che cosa si veda da fuori.
— Giorgia, non aver paura, se avesse cattive intenzioni le avrebbe gia’ messe in atto, sicuramente vuole soltanto rimanere a guardarci ed e’ meglio non provocarlo, non preoccuparti, siamo al sicuro nella macchina.
Il suo respiro e’ un po’ piu’ disteso, le cosce si allentano un poco e comincia a strofinarsi su di me, io ho il cazzo ormai ammosciato sotto le sue chiappe, mi piace sentire il calore del suo corpo. Sinceramente anch’io non so bene come comportarmi, il guardone sembra tranquillo ma non si sa mai cosa puo’ succedere. Giorgia si alza di scatto e lo guarda, anch’io adesso lo vedo meglio, e’ un signore sulla cinquantina e non sembra avere un atteggiamento aggressivo.
— Lo vedo, ha i calzoni abbassati ed il suo coso fuori, si sta masturbando guardandomi, che schifo, che vergogna ! Non riesco a staccargli gli occhi di dosso.
— Giorgia, non agitarti, va tutto bene, non irritarlo, lascia che si soddisfi e vedrai che non succedera’ niente. Fai in modo che venga prima possibile e vedrai che se ne andra’ tranquillamente appena dopo.
— Ha un coso grosso e lungo con la punta rosa, non ne ho mai visto uno cosi’. Si sta menando con una rapidita’ incredibile e mi guarda con la lingua fuori.
La vedo fissare fuori dal finestrino quasi ipnotizzata, il tipo continua a masturbarsi senza perderci di vista per un attimo, dal basso vedo poco ma i suoi movimenti sono inequivocabili. Sento la mano di Giorgia insinuarsi tra le sue gambe, mi sposta il fazzoletto e si infila un dito nella fessura fradicia, il suo respiro diventa di nuovo affannoso.
— Come e’ grosso, sta diventando sempre piu’ lungo, non posso smettere di guardarlo, anche lui vorrebbe sporcarmi con il suo sperma. E’ un animale impazzito ! Mi fa schifo ma non riesco a distogliere lo sguardo. Sicuramente sta pensando di essere dentro di me e di montarmi come un animale.
Intanto si e’ sollevata la gonna e adesso lui ha davanti agli occhi la figa di Giorgia spalancata e riempita dal dito che si muove rapidamente dentro e fuori. Ormai si e’ appoggiato con la faccia al vetro e da come sbarra gli occhi deve gustarsi uno spettacolo fantastico, stringe le labbra in un ghigno di eccitazione.
— Lo vedo, sta pensando di penetrarmi, vorrebbe essere tutto dentro di me, com’e’ grosso, ha due palle enormi. Sto godendo anch’io, ma che cosa mi sta succedendo ! Anch’io vorrei avere dentro quella bestia selvaggia che non vuole altro che godere ed approfittare di me.
Adesso lei si sta masturbando senza ritegno a gambe spalancate e con due dita sprofondate nella tana che cola in modo inarrestabile. Meno male che ho chiuso le portiere, sento che l’amico ha afferrato la maniglia e cerca di aprire ma senza risultato, meno male.
— Vuole entrare, lo senti ? Anche lui vuole mettere quel coso enorme dentro di me ! Ha una punta rossa e lucida, mi vuole, vedi come mi vuole ? E’ un porco come te, mi vuole usare per il suo piacere e sfogarsi nel mio ventre, lo vedo.
Non sono certo ma se aprissi la portiera Giorgia si farebbe infilare dallo sconosciuto, credo proprio che glielo permetterebbe, anzi, sarebbe lei ad aggredirlo. Ma non voglio correre rischi, il tipo sta squassando la macchina e non ho proprio voglia di ritrovarmelo addosso cosi’ infoiato. Giorgia invece ha ormai perso la testa.
— Mi vuole possedere, mi desidera, vuole svuotare la sua voglia dentro di me, come con una puttana, non resiste, lo vedi ? Chissa’ cosa mi farebbe se riuscisse ad entrare ed io ho voglia di sentire il suo coso frugare dentro di me. Apri, lascia che sfoghi la sua bestialita’ senza ritegno.
Io cerco di trattenerla ma non ho alcuna intenzione di aprire la portiera, il viso dello sconosciuto e’ sempre piu’ contratto, spero solo che venga alla svelta perche’ Giorgia ha completamente perso la testa e si sta masturbando a gambe spalancate con i piedi sul cruscotto. Meno male che lo vedo irrigidirsi e dopo un attimo il vetro si riempie di schizzi biancastri, sta venendo come un toro dirigendo il getto contro il viso di Giorgia protetto dal vetro. Anche lei sta venendo e avvicina il viso al finestrino quasi per ricevere la sborra in faccia.
Lentamente il guardone sembra tranquillizzarsi e anche Giorgia si lascia cadere all’indietro su di me, la stringo forte e quando guardo di nuovo al finestrino il guardone e’ scomparso. Non mi fido, alzo la testa e lo vedo allontanarsi con il cane verso il boschetto, meno male. Giorgia mi resta appiccicata e di nuovo la sento singhiozzare in modo sommesso, le accarezzo i capelli e cerco di fare il possibile per calmarla. Dolcemente le ricopro la figa con la gonna e lei mi lascia fare, sembra svuotata di ogni volonta’. Passa una decina di minuti e la faccio rialzare, mi obbedisce in silenzio come un automa, recupero gli slip e li infilo ricoprendo il suo pelo fradicio di umori, lei mi facilita l’operazione senza parlare.
Sempre lentamente e con cautela la faccio spostare sul sedile di guida cosi’ riesco anch’io a rimettermi a posto i calzoni, sollevo lo schienale e siamo di nuovo due persone normali in automobile.
Giorgia apre la borsetta, cerca il pettine ed il trucco, senza una parola si pettina e si risistema gli occhi ancora gonfi di lacrime. Il risultato non e’ perfetto ma nel complesso quasi normale, io la gratifico con un sorriso che lei pero’ non contraccambia.
— Hai visto come sono ridotta ? Ma ti rendi conto di che cosa mi sta succedendo ? Avrei voluto che anche lo sconosciuto si approfittasse di me, te ne sei accorto vero ? Meno male che hai avuto piu’ criterio di me, se ci penso provo uno schifo incredibile ma glielo avrei permesso, anzi ne avevo una voglia pazzesca.
Io mi limito a sorriderle accarezzandole la nuca sotto i capelli per tranquillizzarla.
— Credo di essere ammalata, non e’ possibile che io sia diventata cosi’ perversa tutto d’un tratto, a volte penso che tu mi abbia drogata, non ho piu’ volonta’, non penso ad altro che al sesso. Forse sono indemoniata, devo parlarne subito con il mio confessore, si, mi sembra l’unica cosa da fare. Non mi riconosco piu’.
Non so se ridere o rispondere seriamente, davvero Giorgia ha perso il bene dell’intelletto. Le parlo con voce pacata.
— No, Giorgia, io credo che semplicemente siano emerse tutte le fantasie segrete che ha dentro una donna sensibile ed intelligente come te. Non bisogna aver paura di se stessi, bisogna imparare a convivere con i propri desideri e non reprimerli come hai fatto sino ad oggi. Altrimenti ad certo punto esplodono con violenza incontrollabile. Nessuna droga, nessun demonio, io ho solo liberato la sensualita’ che avevi dentro e ti giuro che e’ perfettamente normale. Devi solo imparare a conoscerla ed a usarla per il piacere tuo e di quelli che ami, senza sensi di colpa o falsi moralismi. Il nostro corpo non e’ diabolico, lascia che si esprima secondo la sua natura.
Mi guarda con attenzione, ho l’impressione di aver usato le parole giuste, vedo che sta riflettendo intensamente.
— Dici che io sono cosi’ ? E non me ne ero mai accorta ? Trentacinque anni e dieci di matrimonio senza sapere nulla di me stessa ? Stento a crederlo ma le tue parole sono sensate, ho bisogno di rifletterci sopra.
— Si, non cercare spiegazioni esterne a te, adesso ti sei scoperta e finalmente puoi essere te stessa, devi solo imparare a controllare i tuoi istinti, se non te lo avessi impedito avresti permesso allo sconosciuto di penetrarti e godere dentro di te senza alcuna protezione, non farlo con persone delle quali non conosci lo stato mentale e di salute. Non reprimerti, vivi le tue fantasie con gioia ma da persona adulta e sensata come sei.
Mi guarda con occhio sorpreso e risponde di botto.
— Ma anche tu non ti sei fatto scrupoli e non hai preso alcuna precauzione con me, adesso potrei essere incinta o peggio ancora ammalata. Mio dio, l’angoscia mi blocca il respiro, me lo meriterei davvero per come mi sono comportata..
Accidenti, ho toccato un tasto poco felice, mantengo il viso sorridente e le parlo con tono rassicurante.
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