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29 Settembre 3

Non ho tempo di rispondere che si e’ gia’ alzata, l’accappatoio si e’ aperto sul seno e le copre appena il pelo, in pochi secondi e’ distesa sul divano davanti alla televisione. Io mi alzo, cerco di allacciarmi l’accappatoio ma mi sento buffo con il cazzo che mi pende tra le gambe, butto il resto del pasto, sparecchio la tavola e termino la bottiglia con gusto guardandola ormai addormentata. Ha un’aria cosi’ quieta da fare tenerezza, minuta, rilassata, sembra una bambina.
Quando mi avvicino al divano Cindy continua a dormire, ha le gambe un po’ aperte ed il cespuglio spunta fuori ma riesce a farmi tenerezza, non e’ eccitante.. Vado in bagno e quando torno spengo la tv la sollevo tra le braccia e la porto a letto, sembra una bambolina tenera e calda. Controllo che tutto sia a posto e mi corico al suo fianco, lei non si e’ svegliata nemmeno per un momento
Io invece mi abbandono disteso nella penombra e nel silenzio della stanza, filtra un po’ di luce dalle tende, l’appartamento e’ in una casa vittoriana in fondo ad una strada tranquilla a pochi passi dalla stazione di Paddington e due minuti da Hyde Park.. Un quartiere residenziale tranquillo ed elegante, Cindy ama trattarsi bene in ogni cosa, chissa’ se anch’io faccio parte dei piaceri della sua vita..
La guardo addormentata al mio fianco, ha una espressione serena e rilassata cosi’ diversa da come la conoscono i suoi colleghi e peggio i suoi antagonisti, una donna di ferro, anzi d’acciaio, battagliera e senza scrupoli. Eppure l’unico sentimento che ispira adesso e’ tenerezza.
Ripenso a quando l’ho conosciuta, saranno passati cinque o sei anni ormai, forse di piu’. A meno di trent’anni era gia’ considerata l’ inviata piu’ promettente del Los Angeles Times, una che non aveva paura di andare anche all’inferno pur di intervistare il diavolo, penna e lingua tagliente, furba e intelligente come una volpe. Tutto dentro un corpo minuto ed esile, una biondina tutta pepe ma senza tempo da perdere con i sentimenti ed il sesso, almeno cosi’ si diceva nell’ambiente.
Nata e cresciuta in una buona famiglia borghese della tradizionale Inghilterra ben presto era partita alla conquista del mondo e cosi’ abbiamo finito per incontrarci. Stavo coordinando un’inchiesta a Chicago e mi ero ritrovato davanti questa ragazza giovane tutta energia ed ambizione, nell’ambiente ci sono spesso tipi cosi’ ma Cindy aveva stoffa, lo dicevano tutti. La spedisco in giro a caccia di informazioni e dopo una settimana torna con un pacco di appunti scritti a mano con una calligrafia fine e regolare, nemmeno in stampatello.
“Cindy, non sai che hanno inventato le macchine da scrivere ed anche i computer portatili ? Per favore, se vuoi che legga cio’ che hai scritto mi riporti tutto su file Word, non vorrai che ti faccia da dattilografo io ?”
Si aspettava i miei complimenti per il lavoro svolto, per altro ottimo come ho avuto modo di apprezzare qualche giorno dopo, invece io l’ho gelata con la mia battuta. I suoi occhi da ragazzina sprizzavano ferocia e la sentivo ansimare d’ira come una tigre prima dell’attacco. Ma doveva trattenersi con me, il suo capo.
“Su, fai la brava, sono sicuro che hai fatto un ottimo lavoro ma se vuoi che lo legga non farmi sprecare il tempo a decodificare la tua calligrafia. Scusa ma credo di avere un sacco di cose da fare adesso, ci sentiamo tra qualche giorno”
Con un gesto brusco si riprende il plico, si volta ed esce come una furia, bel fisico, la ragazzina, direi proprio un posteriore degno di nota e lo muove bene anche, mi piace proprio Cindy.
Adesso che i miei occhi si sono abituati alla penombra la sbircio meglio, credo che quel giorno mi avrebbe ucciso ed aveva ragione, ero stato sgarbato e stronzo, invece adesso e’ qui che dorme al mio fianco come un angioletto. Strana la vita, davvero.
Continuo a rievocare i nostri primi incontri oppure scontri, direi.
Preso da mille impegni mi ero dimenticato di Cindy quando, dopo un paio di giorni, mi arriva una sua E-Mail con allegato una decina di files.
“Mr. Arcangeli, visto che la mia presenza non le e’ gradita le invio per posta elettronica quanto richiesto. Spero che sappia leggere il carattere Arial, mi faccia sapere se devo approfondire l’argomento. Cindy” Tutto qui.
La ragazza ha un caratterino piccante ! Mi viene da sorridere perche’ immediatamente mi ritrovo davanti agli occhi il suo fondo schiena mentre se ne andava impettita ed infuriata dal mio ufficio, bel culo, bel portamento, mi intriga davvero Cindy.
Appena trovo un momento scorro i suoi scritti e onestamente l’argomento e’ ben inquadrato, documentato, insomma Cindy conosce il mestiere, niente da dire. Sollevo il telefono e la chiamo, il suo telefono squilla a lungo e un attimo prima di riagganciare sento la sua voce piuttosto affannata e scocciata.
“Senti George, e’ inutile che continui a stressarmi con i tuoi discorsi da coglione, sto facendo la doccia e se non la smetti ti dico dove devi ficcarti quel vermicello che hai tra le gambe ! Chiaro ? Sparisci dalla mia vita per sempre ! Imbecille impotente che non sei altro !”
Riaggancia di colpo. Io rimango con la cornetta in mano senza aver avuto il tempo di spiccicare una parola, accidenti che caratterino la piccola Cindy, non vorrei essere al posto di George.
Rifaccio il numero e questa volta non ho risposta, deve essere proprio incazzata la fanciulla. Non mi resta che mandarle una e-mail, sperando che almeno la legga presto.
“Signorina Cindy, mi dispiace di essere stato confuso con George che deve essere proprio una brutta persona ma gradirei che lei rispondesse al telefono. Vorrei parlarle del suo lavoro. G. Arcangeli”
Spedisco e mi dedico ad altre cose.
Sono immerso nei miei pensieri ma mi accorgo che Cindy si e’ girata e la sua mano mi sta cercando, raggiunge il mio petto e lo accarezza. Forse sta sognando ma il suo contatto mi fa molto piacere e resto immobile per non svegliarla. Si avvicina di piu’ e mi posa la testa sulla spalla, il suo profumo di femmina mi inebria ma non voglio svegliarla.
Lentamente sento che si avvicina e mi si appoggia al fianco, <Cindy non finisce di stupirmi passando da tigre a gattina nell’arco di pochi minuti. Adesso la sento respirare piano con il viso sulla mia spalla, il suo corpo appiccicato al mio, e’ morbida, calda, dolcissima. Non vorrei svegliarla e ritrovarmi con le sue unghie conficcate nel petto o anche peggio.
Mi ricordo ancora il suo viso quando il giorno dopo me la sono vista entrare nello studio, occhi fiammeggianti, bocca tirata ma un’aria quasi timida, non conoscevo ancora l’atteggiamento di Cindy prima dell’attacco. E’ entrata e si e’ seduta con le mani in grembo dopo aver posato la carpetta sulla scrivania che ci divide.
“Ben tornata signorina Cindy, l’avevo cercata ieri per dirle che il suo lavoro mi e’ piaciuto, lo pubblico immediatamente. Complimenti davvero, continui cosi’”

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