— Senti Giorgia, per le malattie non preoccuparti, io sono sanissimo e mi faccio controllare spessissimo, quindi devi stare tranquilla, per il resto, non so, sei tu che avresti dovuto avvertirmi. Non credere pero’ che sia cosi’ facile rimanere incinta. Nel caso vedremo come comportarci, non fasciamoci la testa prima di essercela rotta.
— No, credo di non essere nel periodo fertile, con mio marito abbiamo sempre evitato il periodo rischioso e non e’ mai successo nulla, io ho un ciclo molto regolare. L’ho fatto venire dentro sabato perche’ ero tranquilla ma devo confessarti che questo pensiero non mi sfiora nemmeno quando sono con te.
Vedo che lentamente si sta rilassando, guarda l’ora e si accorge di essere terribilmente in ritardo, fuori e’ gia’ buio, saranno quasi le otto.
— Non preoccuparti, prendi la scusa che ti ho trattenuta in ufficio, parla pure male di me con tuo marito, dammi la colpa, non mi offendo.
— Non riuscirei a parlare male di te ma mi sforzero’ di farlo. Se sapesse la verita’ mi ucciderebbe, lui e’ cosi’ rigido con la morale ed io piu’ di lui sino a qualche giorno fa ! Da quando ti ho incontrato tutta la mia visione del mondo e’ cambiata.
— Non sono stato io a cambiarla, tu sei diversa da quello che pensavi e ti sei scoperta una donna in ogni senso. Anche il tuo sorriso adesso e’ diverso, caldo e sensuale, non freddo e rigido come prima, sei bellissima e terribilmente femminile
Il complimento colpisce il segno, non solo non piange piu’ ma sembra soddisfatta e sicura di se stessa, mi piace davvero Giorgia, quella di adesso, non quella di prima. Le sfioro le labbra con un bacio e scendo rapidamente, si e’ fatto davvero tardi, monto sulla mia macchina mentre Giorgia parte come un fulmine verso casa. Me ne torno in albergo ed ho proprio bisogno di rilassarmi dopo una giornata di lavoro e tutto quello che e’ successo dopo, ceno e riesco appena a fare una doccia prima di addormentarmi come un sasso.
Il giorno dopo si ripete la solita scena, Giorgia non mi degna di uno sguardo, e’ concentrata sul lavoro e sempre polemica, per quasi tutta la giornata la assecondo, non voglio che qualcuno si accorga di nulla. Verso le quattro mi passa un documento, dicendomi che deve andare in archivio per cercare gli allegati, il tono e’ professionale ma mi sembra di capire che il senso sia ben diverso. Lascio passare qualche minuto e poi mi dirigo anch’io verso l’archivio, la porta e’ aperta, entro e mi metto a cercarla. La vedo in fondo, dietro ad alcuni scaffali che sta sfogliando delle carpette, non smette anche quando la raggiungo.
Da dietro le accarezzo il sedere con tenerezza ma Giorgia non reagisce, non sono sicuro che l’archivio sia completamente deserto cosi’ non insisto, guardo che cosa sta facendo e sto per andarmene quando la sua mano mi stringe i calzoni tra le gambe, solo un osservatore attento se ne potrebbe accorgere guardandoci da lontano. Il gesto e’ come una frustata per i miei sensi, in un attimo sento la verga rizzarsi e anche lei lo avverte nella mano.
Mi guardo intorno e capisco che Giorgia ha scelto proprio un posto strategico, abbiamo il muro alle spalle e tra gli scaffali si riesce a vedere la porta d’ingresso, c’e’ la guardia fuori ma per il resto tutto e’ deserto. Allungo le mani e le sollevo la gonna sopra le chiappe, e’ facile perche’ e’ larga e rimango senza fiato dalla sorpresa, non ci sono gli slip, mi ritrovo tra le mani le sue chiappe nude. Lei allarga le gambe e si piega in avanti, da lontano potrebbe sembrare intenta a leggere mentre io le accarezzo la figa, apro le labbra e la trovo bagnata fradicia, infilo un dito, due ed il calore del suo corpo mi fa perdere quasi la testa.
Mi inginocchio e adesso sono nascosto alla vista di chiunque, mi siedo sotto il tavolone e la gonna mi copre quasi completamente, il profumo di femmina mi inebria e non perdo tempo. Le prendo il clito tra le labbra e lo succhio, titillo con la lingua la puntina sensibile, con un dito accarezzo le labbra pelose, lo infilo per tutta la sua lunghezza e agito la falange nella caverna bollente. Giorgia rimane appoggiata con i gomiti sul tavolo ma sento che muove il bacino per assecondarmi, il suo respiro e’ leggero ma sta ansimando di piacere.
— Giorgia, c’e’ il Dottore con te ? Abbiamo bisogno di fargli vedere alcuni grafici ma non riusciamo a trovarlo.
La voce viene da poco lontano, la sorpresa mi toglie il respiro, in un attimo mi vedo scoperto, non ci sarebbe alcun dubbio su che cosa sto facendo seduto tra le gambe della Dottoressa Giorgia V. e con la sua gonna sulle mie spalle. La voce con cui lei risponde e’ quasi normale, non credevo che potesse essere cosi’ lucida.
— No, Giovanni, era qui qualche minuto fa’ ma e’ uscito, credo che sia in Direzione, prova a cercarlo al piano superiore.
— Grazie, spero di riuscire a trovarlo.
Mentre sento i passi allontanarsi riprendo a respirare, ho il cuore in gola e la mazza mi si e’ ammosciata completamente, tutta l’eccitazione che avevo in corpo e’ scomparsa di colpo. Ho sempre il clito stretto tra le labbra e sento Giorgia ansimare piu’ di prima, si strofina contro il mio naso e poi mi stringe la testa con le gambe in preda ad un orgasmo travolgente. La presa si allenta solo dopo un tempo che mi sembra un’eternita’, la signora deve aver goduto come non le era mai successo, io invece sono ancora frastornato. Non credevo che il rischio di essere scoperta la eccitasse tanto, a me invece ha fatto un effetto esattamente opposto, non vedo l’ora di andarmene da questa situazione assurda e pericolosa. Ho la figa sopra il mio viso che sta’ colando come una fontana ma non riesco a trovarla eccitante.
Scivolo sul pavimento e mi alzo in piedi, Giorgia non si e’ mossa, ha i gomiti sul tavolo, le gambe larghe ed il culo spinto all’indietro, non riesco a vederla in faccia. Sto quasi per allontanarmi quando con un gesto repentino si solleva la gonna e mi mostra di nuovo il culo nudo, santo cielo, ma che intenzioni ha ? Il suo gesto e la posizione sono inequivocabili ma io non vedo l’ora di togliermi da questa situazione, lo farei immediatamente se la sua mano non mi avesse afferrato di nuovo il pacco senza alcuna intenzione di lasciarlo andare. Quello che e’ successo prima mi ha tolto ogni eccitazione, ho il cazzo afflosciato e anche lo spettacolo che ho davanti non riesce a farmelo irrigidire.
Cerco di divincolarmi ma Giorgia non lascia la presa, poi di colpo si allarga le chiappe spingendo il culo verso il mio pube ancora coperto dai calzoni. Adesso non posso restare indifferente davanti al suo buchino ed alla peluria che circonda la figa paffuta, un pelo nero e riccio, non ho dubbi, vuole che la prenda alla pecorina. Io sono ancora preoccupato, ho imparato che Giorgia quando e’ in queste condizioni non e’ in grado di intendere e di volere, non riesce a valutare i rischi, in questo modo finiremo per metterci nei guai.
Sto per andarmene quando lei gira il capo all’indietro e mi sibila con voce bassa ma tagliente.
— Se ti azzardi ad andartene mi metto ad urlare che mi volevi violentare, capito ? Non lasciarmi in questo stato o te lo faccio rimpiangere a vita !
Il tono e le parole non lasciano dubbi, Giorgia vuole essere montata ad ogni costo, e’ proprio fuori di testa e sarebbe davvero capace di mettere in atto la sua minaccia. Mi guardo intorno e al momento tutto e’ tranquillo, l’archivio e’ deserto e la guardia fuori sta probabilmente leggendo il giornale, non ho via di scampo purche’ tutto si risolva in fretta. Mi slaccio la cintura e lascio cadere a terra i calzoni ed i boxer, per un attimo mi viene da ridere, siamo uno spettacolo davvero curioso. Giorgia ha le chiappe spalancate e muove il culo in modo inequivocabile, io sono in giacca e cravatta con i calzoni alle caviglie ed il cazzo fuori, davvero una scena divertente. La tensione pero’ mi ha fatto perdere l’erezione, cerco di concentrarmi sul culetto stretto ed il pelo folto ma la voglia proprio non mi viene, il cazzo si e’ allungato ma non e’ abbastanza rigido per compiere il suo dovere. Per un attimo mi passa per la testa l’idea di romperle il culo ma cosi’ come sono conciato non se ne parla nemmeno.
Sono sicuro che con un po’ di calma e concentrazione l’attrezzo riprenderebbe a funzionare come al solito ma entrambe le cose non ci sono proprio e Giorgia si sta innervosendo, lo vedo da come si agita. Tanto per guadagnare tempo le accarezzo la fessura e infilo due dita nella tana calda, con l’altra mano provo a masturbarmi sperando di ottenere l’effetto desiderato.
— Ti ho detto che voglio il tuo coso dentro, mica le dita ! Sei diventato impotente, Dottore ? Forza, fai vedere alla tua Giorgia quanto la desideri, non farmi perdere la pazienza o te ne pentirai, capito ?
Il tono e’ nervoso e capisco che sta perdendo la pazienza, questo non mi aiuta certo a fare pensieri erotici, il cazzo non funziona a comando, anzi.
— Giorgia, scusami, ma non ci riesco, sono teso e preoccupato. Ti desidero ma in questa situazione non ci riesco, davvero non me la sento. Vediamoci dopo l’orario, ti prego.
Adesso e’ davvero furiosa, spero solo che da fuori dell’archivio non si sentano le sue parole.
— Ma bravo ! Ti piace fare le porcherie quando ne hai voglia tu, bravo ! Ma quando te lo chiede una donna non ci riesci, complimenti, il grande stallone e’ delicato, si deve concentrare ! Bravo ! Ed invece io lo voglio adesso, subito, se non lo fai tu chiamo la guardia sperando che non sia un castrato come te, non credo, mi guarda sempre come se volesse spogliarmi ! Allora, montone dei miei stivali, riesci a soddisfare la donna che hai davanti o devo cercare aiuto !
Adesso mi sto’ incazzando davvero, questa donna e’ pazza e anche stronza, le sue parole mi fanno salire il sangue al cervello. Le infilo tre dita nella figa e spingo sin quasi a farci entrare la mano intera, voglio farle male ma invece sento che lei sta spingendo sempre di piu’, ha perso ogni remora, vuole essere montata e non sente ragioni.
— Se hai solo le dita lascia perdere, voglio un cazzo duro che mi sfondi e mi riempia di sperma, se non me lo dai tu andro’ a cercarmelo da qualcun altro che sia capace di far godere una donna. Sei un impotente ! E a pensare che facevi cosi’ il galletto, fammi vedere se sei un uomo adesso, non capisci che questa femmina vuole essere posseduta ?
Adesso basta ! Cazzo, questa donna riesce a farmi perdere la pazienza, ma che cosa pretende da me, non sono un automa, da un momento all’altro potrebbe entrare chiunque e coglierci di sorpresa. Avrei voglia di farle diventare rosse le chiappe se non temessi che le sculacciate possano mettere in allarme la guardia, ho una voglia pazzesco di punirla, di vendicarmi, di farle del male. Non so per quale strano meccanismo mentale sento che il cazzo si sta’ rizzando, in un attimo e’ duro come un sasso, l’irritazione mi ha provocato un’erezione istantanea.
Ma ho voglia di farle del male, questa non la perdono alla cara Dottoressa Giorgia, senza pensarci un attimo prendo l’asta in mano e la punto direttamente contro il suo buchetto. Non ho perso tempo a lubrificarlo, spingo e basta, l’attrito e’ terribile e mi sembra che la cappella si frantumi. Piu’ spingo e piu’ l’erezione e forte, Giorgia si e’ irrigidita di colpo, credo che non stia capendo cosa succede, non me ne importa nulla, spingo con tutta la mia forza facendo leva sulle gambe rigide.
Le sue mani abbandonano le chiappe e cercano di trattenere la mia spinta feroce ma io le blocco e spingo, spingo sempre piu’ forte e senza alcuna pieta’. Vedo che ha la schiena rigida e la bocca spalancata senza che riesca ad emettere un sospiro, per un attimo mi viene in mente che potrebbe urlare ma sono troppo infuriato per fermarmi. Ormai la cappella e’ entrata e con due o tre colpi mi sono infilato completamente nel suo intestino, devo averle fatto un male terribile quando le ho rotto lo sfintere, il pensiero mi fa sorridere di soddisfazione e mi moltiplica l’eccitazione.
Senza darle tempo di riprendersi comincio a pomparla, il suo culo e’ strettissimo ed il dolore mi si sta’ trasformando in piacere, sverginare un culetto mi da sempre un piacere immenso. Giorgia e’ distesa sul tavolo rigida e subisce i miei assalti senza reagire, la sua passivita’ mi eccita sempre di piu’. Sento le mie palle sbattere contro la sua figa tutte le volte che affondo, e’ una sensazione che mi piace e spingo ogni volta sempre piu’ a fondo. Non capisco come faccia a prenderlo tutto dentro la prima volta, comunque ci riesce, eccome. Quando sento arrivare l’orgasmo non rallento, voglio venire il piu’ presto possibile e l’ultima botta e’ davvero violenta, resto conficcato nel suo intestino mentre mi svuoto le palle con lunghi fiotti caldi.
Aspetto un attimo per calmarmi e poi estraggo l’attrezzo, accidenti e’ coperto di sangue, le ho proprio spaccato il culo. Mi ripulisco alla meglio e mentre mi rivesto Giorgia non si muove di un millimetro, vedo che sta respirando piano ma non muove un muscolo, devo averla stroncata del tutto. Appena sono presentabile mi giro ed esco con l’aria piu’ indifferente possibile, il guardiano non alza gli occhi dal giornale, meno male. Prima di ritornare in sala riunioni faccio una lunga sosta in bagno, dallo stato in cui sono devo averle fatto davvero un male terribile, adesso che l’irritazione mi e’ passata mi sento un po’ in colpa. Mi dispiace ma e’ stato piu’ forte di me.
Quando torno cerco di farmi assorbire di nuovo dal lavoro ma con la coda dell’occhio non mi sfugge Giorgia che dopo una mezz’oretta entra dalla porta, nessuno le bada ma io vedo che cammina in modo strano, sembra che il pavimento sia coperto di uova. Si siede con cautela al computer e non si muove piu’ sino a sera. Io non le bado e ad un certo punto mi rendo conto che se ne e’ andata a casa, ormai e’ ora anche per me di chiudere la giornata lavorativa. Spero solo di non averle fatto troppo male, mi sento ancora il cazzo indolenzito, decisamente non deve essere stata un’esperienza divertente per lei.
La mattina dopo mi saluta a mala pena, io la osservo e constato che non ha un passo del tutto normale, sorrido dentro di me, niente di evidente ma a me non sfugge. Deve aver passato una notte tempestosa, la signora. In compenso non perde occasione per polemizzare con me, non le va bene nulla, e’ stizzosa e indisponente piu’ del solito, finisce per irritare anche i colleghi. Riesco ad isolarla un attimo al caffe’ ma mi risponde a monosillabi e si allontana immediatamente, deve essere infuriata con me e con se stessa per quello che e’ successo ieri, onestamente non era mia intenzione ma il suo comportamento mi ha tolto ogni scrupolo. Cerco di evitarla per tutta la giornata per non continuare a litigare inutilmente. Se ne va senza salutarmi, pero’ non mi sfugge il suo passo ondeggiante mentre lascia la sala delle riunioni.
Domani dovremo terminare il lavoro e cosi’ mi fermo piu’ del solito per controllare i dati, esco che ormai e’ buio, saranno ormai le otto di sera passate. Nel parcheggio c’e’ quasi solo la mia macchina, e’ buio e minaccia pioggia, salgo ed esco dal cancello principale per tornare in albergo, sono stanco e credo che anche questa sera me ne andro’ a letto presto dopo la cena. Guido piano pensando agli impegni del giorno dopo, tutto dovra’ essere completato e ci sono mille cosa da verificare. Non mi sono accorto di essere quasi arrivato all’altezza del parco quando l’auto dietro la mia comincia a lampeggiare con insistenza, guardo nello specchietto e capisco subito che e’ quella di Giorgia, con la freccia a destra mi invita ad uscire nel parcheggio deserto. Accidenti, deve avermi aspettato lungo la strada, per una attimo penso di non fermarmi, non ho voglia di sopportare ancora il suo modo di fare che mi ha irritato per tutta la giornata. Il lampeggio e’ frenetico, decido di obbedire, non so che cosa potrebbe fare quella pazza. Mi fermo e lei parcheggia di fianco, esce come una furia e si siede al mio fianco.
Io non apro bocca, mi aspetto la sfuriata e spero solo che duri poco, non dico nulla per non peggiorare la mia situazione.
— Sei un porco, un maledetto, potrei denunciarti per violenza e lesioni, lo sai ? E non e’ escluso che lo faccia, spera solo che l’emorragia si sia arrestata e non debba andare a farmi medicare al pronto soccorso. Non ho mai provato tanto dolore in vita mia, sei un macellaio !
Parlando agita le mani e sembra che voglia aggredirmi, mi sono pentito di essermi fermato, io rimango immobile senza parlare e con gli occhi fissi al parabrezza. Sto solo pensando a come uscire alla svelta da questa situazione imbarazzante.
— E cosi’ non hai niente da dire, non senti nemmeno il dovere di scusarti, complimenti ! Ma con chi sei abituato ad avere a che fare, con le puttane piu’ schifose dell’universo ? Ma ti rendi conto di cosa mi hai fatto, ho continuato a sanguinare per tutta la notte ! Sei una bestia, un animale, sei pericoloso !
Io continuo a non reagire, sono convinto che ogni parola non farebbe che scatenare ulteriormente l’ira di Giorgia, ma qualche cosa devo pur dire. Cerco di parlare con voce calma e con tono normale.
— Senti, Giorgia, se ti dico che mi dispiace e che non avevo intenzione di farti tanto male, mi credi ? Ti chiedo scusa, vorrei che non fosse successo ma purtroppo e’ stato piu’ forte di me, me ne sono pentito subito, credimi.
— Troppo facile, scusa, non volevo, cosi’ tutto e’ sistemato. Ma ti rendi conto che prima di conoscerti ero una moglie ed una madre esemplare ? Adesso non so piu’ che cosa sono, non ho il coraggio di guardare in faccia mio marito e mio figlio, mi sento sporca, in un attimo hai distrutto tutte le certezze della mia vita. Non mi riconosco piu’, non sono piu’ io.
Mi guardo bene dal ricordarle che ieri e’ stata lei a provocarmi ed a pretendere che io la scopassi nell’archivio e che ha goduto nel farsi leccare davanti al suo collega. Per carita’ non so come potrebbe reagire, non ci penso nemmeno e resto in silenzio al suo fianco. Sembra che si stia sfogando e la sua voce e’ meno dura e tagliente.
— Cosi’ non hai niente da dirmi, ma che cuore hai ? Io sto buttando via la mia vita e la mia famiglia per te e tu sei solo dispiaciuto ! Ma non senti niente per me ? Sei solo dispiaciuto, punto e basta. Ma davvero non provi nulla per me, nemmeno un po’ di affetto e di tenerezza. Parlare di amore non ritengo che sia possibile con te ma possibile che tutto per te si risolva con “mi dispiace” ? Sei la persona piu’ insensibile e meschina che abbia mai incontrato.
Continuo a non sapere che cosa dire, ogni cosa che mi viene in mente peggiorerebbe solo la situazione, Giorgia si e’ innamorata di me o almeno lo vuol pensare per giustificare con se stessa il suo comportamento, io non voglio e non posso seguirla su questa strada che sarebbe davvero pericolosa. Certo, lei mi piace, mi ha regalato momenti stupendi, e’ una donna intelligente e sensibile ma tra di noi non ci potrebbe mai essere nessun futuro, basta un poco di lucidita’ per capirlo. La guardo fissa negli occhi e le circondo le spalle con un braccio, stringo forte e le accarezzo la nuca con tenerezza. Lei scivola verso di me e appoggia la testa sulla mia spalla, la sento respirare forte ma la sua furia si sta allentando, almeno credo. Per alcuni minuti non apriamo bocca.
— Si, hai ragione, sono pazza. E’ stata tutta colpa mia ma non avrei mai pensato di provare tanto piacere facendo cose che nemmeno avevo mai immaginato. Ho voglia di te in ogni momento, non penso ad altro che ad essere posseduta nei modi e nei luoghi piu’ perversi, sono io l’animale, la bestia sporca e pervertita. Non so che cosa mi sia successo, non sono piu’ io. Eppure amo mio marito, lui e’ sempre affettuoso con me, il senso di colpa mi impedisce di dormire e di mangiare.
Contino ad accarezzarla, adesso Giorgia e’ come una bambina nelle mie braccia, mi fa’ una tenerezza immensa e vorrei essere capace di dirle parole che le facciano uscire la pena che ha dentro. Ma non riesco a trovarle, le accarezzo i capelli con dolcezza, altro non riesco a fare.
–Vedi, Gabriele, domani tu te ne andrai e questo pensiero mi stringe il cuore, come faro’ senza vederti ogni giorno ? Ormai la mia vita senza di te mi sembra impossibile, oggi avrei voluto ucciderti ma nello stesso tempo avevo voglia del tuo corpo, di sentire il tuo sesso ancora dentro di me, di farti usare il mio corpo per il tuo piacere. Capisci adesso che cosa mi e’ successo ? Non riesco piu’ ricordare il dolore che mi hai provocato ma soltanto il piacere che ho provato nel sentirti penetrare dentro di me con violenza, anche adesso questo pensiero mi fa’ girare la testa.
Intanto allunga una mano e mi accarezza tra le gambe, alza il viso e mi bacia con passione, ho la sua lingua in bocca che cerca la mia, fatico a seguire questo repentino cambio d’umore ma non voglio contraddirla. Continuo ad accarezzarla con tenerezza ma non riesco ad essere indifferente alle sue carezze, mi slaccia i calzoni e ne estrae la verga ormai eretta.
— Sono tutta un dolore ma voglio vedere ancora una volta questa bestia impazzire per me, mi ha fatto tanto male ma non posso farne a meno. Vedi che anche lui mi vuole ?
La aiuto a liberarmi anche le palle, poi inizia ad accarezzarlo scoprendo la punta lucida e dura, lo stringe quasi per valutarne la consistenza. Parla a bassa voce rivolgendosi al cazzo.
— Eccoti finalmente, sei entrato dappertutto dentro di me e mi hai fatto scoprire dei piaceri che non pensavo esistessero, mi hai riempita con il tuo seme in tutti i buchi, sei tu l’animale diabolico che mi ha fatto perdere la testa. Ma io ho ancora voglia di lottare con te e lasciarti vincere, sei troppo forte.
Si abbassa e comincia a leccarlo, prima in punta, poi per tutta la sua lunghezza, sento la lingua accarezzarmi le palle, poi di colpo lo addenta, sento i denti stringere l’asta nel mezzo. D’istinto le afferro la testa cercando di trattenerla ma lei solleva il viso sorridendo.
— Non temere, non voglio fargli del male, lo amo troppo, voglio solo giocare con lui. Lo mangerei ma voglio solo farlo felice non aver paura.
Mi rilasso un poco ma non sono tranquillo. Giorgia riprende a mordicchiarlo lungo tutta la sua lunghezza, mi aspira una palla e la stringe nella bocca calda, sono sempre un po’ teso ma le sensazioni che provo sono tremendamente eccitanti. Adesso e’ riuscita a farsi entrare in bocca la cappella e con i denti la stringe, ho un gesto istintivo di paura ma poi sento che allenta la presa ed il piacere prende il sopravvento. Lo estrae e tutto coperto di saliva continua a masturbarlo baciando la punta con le labbra bollenti.
— Non aver paura, io ti amo e voglio solo che tu sia felice. Sei duro e lungo, ti e’ piaciuto entrare dentro il mio culetto e romperlo tutto oppure preferivi iniettare il tuo seme nel mio ventre, riempirmi l’utero di sperma ? Mi hai fatto godere e star male brutto animale ma adesso sei nelle mie mani e ti voglio vedere in faccia mentre ti agiti e spruzzi.
Sta accarezzandolo sempre piu’ rapidamente, con l’altra mano mi stringe le palle e con la lingua scalda e umetta la punta sempre piu’ congestionata. Giorgia mi sta rapidamente portando verso l’apice, io mi lascio andare al piacere che mi provoca. In pochi minuti iniziano le contrazioni alla base della verga, la sborra sta’ preparandosi a salire lungo la canna e inondare il viso di Giorgia.
Anche lei se ne accorge, si ferma di botto stringendomi forte la base del cazzo, l’eiaculazione si arresta procurandomi un piacere indescrivibile.
— No, bello mio, non voglio che sputi subito, devo ancora giocare con te. Sono io che comando e tu devi obbedire, non sono ancora stanca di coccolarti.
Lentamente il piacere si attenua, una goccia di sborra esce dalla punta e lei la raccoglie con la lingua, la stretta alla base si attenua e lei ricomincia a leccarlo, succhiarlo e mordicchiarlo. Dopo poco lo stimolo di eiaculare ritorna e Giorgia mi blocca di nuovo, mi sembra di impazzire dal piacere e credo di gemere senza ritegno. Anche questa volta lei gli parla affettuosamente, raccoglie la sborra che e’ uscita e riprende a coccolarlo allentando la presa.Ormai ho l’impressione di venire in continuazione, un orgasmo infinito che mi fa perdere la testa completamente.
— Giorgia ti prego, lasciami venire, non resisto, mi fai impazzire cosi’. Non ho mai goduto tanto ma ti prego lasciami sborrare, non ce la faccio piu’.
– No, voglio vederlo impazzire, voglio fargli provare il piacere che mi ha dato, decido io quando e’ ora di lasciarlo libero di sporcarmi. Sto godendo anch’io e non voglio smettere cosi’ presto.
Ormai ho perso il senso del tempo, non so per quante volte Giorgia mi abbia portato all’apice e poi fermato, non avevo mai provato sensazioni cosi’ forti e prolungate. Mi accorgo che la macchina sta oscillando, con la coda dell’occhio riconosco il guardone dell’altro girono che e’ di nuovo appiccicato al vetro e cerca di aprire la macchina. Anche Giorgia se ne e’ accorta, solleva la testa e lo guarda sorridendo a bocca aperta poi riprende a masturbarmi.
— Abbiamo compagnia, bene, se fa’ il bravo avra’ anche lui quello che merita.
Finalmente si infila in bocca il cazzo e mi lascia sborrare liberamente, mi sembra di toccare il cielo con un dito, vengo, vengo, sempre di piu’ e Giorgia ingoia tutto il mio seme con un risucchio osceno finche’ mi accascio sul sedile distrutto ad occhi chiusi. Ho il respiro corto e sono incapace di reagire. Come in sogno sento scattare la portiera, sicuramente lei l’ha aperta, vorrei impedirglielo ma non ne ho la forza.
Mi giro e vedo Giorgia che mi gira le spalle, fuori c’e’ il guardone con il cazzo fuori ed i calzoni abbassati, come in sogno vedo Giorgia abbassarsi e prender in bocca la verga dello sconosciuto che mugola di piacere. La vedo succhiare come una furia, le sue mani stringono le palle che pendono tra le gambe, ci vuole poco per vedere lui irrigidirsi e conficcare l’asta nella sua gola. Mugolando sta eiaculando come un toro e anche con lui Giorgia aspira tutto agitandosi come un’indiavolata.
Vedo finalmente il cazzo lungo e nodoso uscire dalla bocca di Giorgia e lei che lo ripulisce con la lingua poi la portiera si chiude di scatto e restiamo entrambi in silenzio abbandonati sui sedili. Sono sconvolto e non riesco bene a rendermi conto di e quello che e’ successo, meno male che il guardone si sta allontanando soddisfatto verso il bosco. Con la coda dell’occhio guardo la mia compagna che non si muove e rimane abbandonata contro lo schienale, le lacrime le stanno rigando le guance e singhiozza sommessamente. Cerco di prenderle la mano ma lei mi scaccia con rabbia, di colpo apre la portiera ed esce in un baleno, vedo che sale sulla macchina a fianco, accende il motore e parte in un attimo. Mi ritrovo solo in macchina con il cazzo fuori ed una confusione terribile in testa.
Mi ci vuole un buon quarto d’ora per riprendere il senso della realta’, lentamente mi ricompongo e riprendo la strada per l’albergo. Una lunga doccia mi fa recuperare un po’ di forze ma riesco solo a mangiare qualche cosa e poi cado addormentato.
La mattina dopo c’e’ troppo da fare per trovare un attimo di pausa, Giorgia si fa vedere poco, a meta’ pomeriggio ci riuniamo per salutarci ma lei non c’e’. Non indago per non creare sospetti, verso sera parto per tornare a casa.
Giorgia non l’ho piu’ rivista.
Gabriele Arcangeli
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